Odg in Consiglio: “Intitoliamo lo stadio a Erbstein”

“Valutiamo la possibilità di intitolare lo stadio Porta Elisa a Erno Egri Erbstein”. È la proposta contenuta in un ordine del giorno, rivolto a Sindaco e giunta, depositato questa mattina (31 ottobre) dal capogruppo di Lucca Civica in consiglio comunale Claudio Cantini e firmato da molti consiglieri di maggioranza, fra i quali il presidente del consiglio Francesco Battistini e il capogruppo di Sinistra con Tambellini, Daniele Bianucci.

“Erno Egri Erbstein, ungherese proveniente da una famiglia di origini ebraiche, è l’allenatore che ha dato maggior lustro alla Lucchese. Nel 1938, però, dovette lasciare la nostra città a causa delle leggi razziali – spiegano i firmatari – Così, proprio in questi giorni, dopo anche gli ultimi atti razzisti che hanno visto protagoniste alcune tifoserie di calcio, avvenuti a livello nazionale, ma anche locale, abbiamo deciso di recuperare, di fare nostra e di rilanciare una proposta che, in alcuni ambienti culturali, sportivi e giornalistici cittadini, circola già da tempo: intitolare il nostro stadio, dato che è senza nome, a questa personalità così importante e suggestiva, che sintetizza in sé l’amore per lo sport e per la bellezza, forte anche di una determinazione e di un attaccamento alla vita da cui possiamo solo prendere esempio. La memoria passa anche da simboli e atti concreti, che possono sembrare piccoli, ma che sono invece fondamentali nell’indirizzare le politiche culturali verso una riscoperta e un’attualizzazione dei valori e dei principi che costituiscono l’ossatura della nostra società”.
Erbstein fu prima un calciatore e successivamente un importante allenatore di calcio e, con due promozioni in tre anni, riuscì nell’impresa impresa, mai più ripetuta, di portare la Lucchese, dalla serie C ai vertici della serie A, dove conquistò un settimo posto a pari merito con l’Inter. Era il 1937. Ma il sogno sportivo di Erbstein si frantuma di fronte alle leggi razziali, che lo costringono a ritirare le sue figlie da scuola, lasciare Lucca e raggiungere Torino. Qui, lo aiuterà l’allora presidente del Torino, Ferruccio Novo, che prima facilita il suo rientro a Budapest e poi, una volta tornato in Italia, gli affida la guida tecnica dei granata. Ed è proprio grazie al mister ungherese che il Torino si trasformò nel Grande Torino. Ernö Egri Erbstein, il più innovatore tra tutti gli allenatori dell’epoca, riuscì a scampare al nazismo, nel 1944 i nazisti lo rinchiusero in un campo di lavoro, ma trovò purtroppo la morte il 4 maggio del 1949, quando l’aereo su cui viaggiavano i granata si schiantò tragicamente sulla collina di Superga.

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