Occupazione ex Casina Rossa, Chiari (Fdi): “Giannini dovrebbe solo condannare quanto accaduto, il resto è strumentalizzazione”

Occupazione ex Casina Rossa, il segretario comunale di Fratelli d’Italia, Marco Chiari, stigmatizza l’intervento del consigliere comunale del Pd Gianni Giannini: “Inevitabile e puntuale – dichiara – anche se da parte di uno solo (unica e magra consolazione), il deludente atto di sminuire quanto accaduto nei locali della ex Casina Rossa a Ponte San Pietro, vandalizzati da un gruppetto di antagonisti di chiara identificazione di sinistra. Le dichiarazioni pubblicate a mezzo stampa da parte del consigliere comunale Giannini, paiono, come da previsione del caso, faziose e colme di preoccupante intenzionale indifferenza”.

“Resta ferma la responsabilità e il dovere, anche morale -. prosegue Chiari – del sindaco e della giunta comunale nel dover condannare pubblicamente quanto accaduto, per il bene e nel rispetto dei propri cittadini, mostrandosi imparziali verso azioni negative, nonostante atti commessi dalla propria fazione politica. E ciò, volendo essere onesti, resta fuori discussione. Questo è quanto sostenuto dall’opposizione (e non solo da quella), e quanto criticato in maniera irragionevole da Giannini. Altra cosa è invece l’azione giudiziaria che ovviamente perseguiranno le forze dell’ordine e la magistratura. I ‘mastini della semplificazione politica’ (così come li chiama lui), corrente politica dalla parte dei cittadini, così come ci chiamiamo noi, non hanno fatto altro che invitare chi ha più voce in capitolo a svolgere il proprio dovere di rigettare quanto accaduto invitando ad evitare futuri atti di inutile vandalismo. Tutt’altro che disattesa poi – continua ancora Chiari – la citazione dello striscione di Forza Nuova, (dove FdI ha già formulato il suo parere) ed addirittura uscendo dai limiti territoriali, anche inserendo quella dei fatti di Como, strumentalizzata a dovere dal Giannini, utilizzata in maniera illogica per ingigantire il contesto sostenuto, e su tale punto allora evitiamo per mera quiete, tra infiniti esempi, di ricordare i vandalismi accaduti a Genova nel luglio 2001. Altre filosofie più o meno fumose citate dal consigliere Pd, poi finiscono per sostenere e giustificare palesemente la violenza verso un determinato settore di persone, ed al contrario a rendere omaggio a dei ragazzi che si divertono a ‘combattere una loro personale battaglia contro le ingiustizie e le disparità create da un mondo economico di cui la destra è paladina’, ovvero, forzare, occupare, distruggere la proprietà altrui. È giusto difendere e sostenere i propri ideali politici, come fa Giannini, ci mancherebbe, ma è giusto, e soprattutto onesto, anche dimostrare lealtà e correttezza, come invece non fa Giannini, rendendosi giustamente imparziali verso azioni che danneggiano e che possono continuare a danneggiare la nostra società. È poco esemplare per un consigliere comunale – affonda – cercare di offuscare un grave fatto accaduto in città sollevando questioni esterne a noi. Soprattutto in una città cui lui stesso dovrebbe contribuire ad amministrare in maniera corretta e rispettosa, manifestando apertamente simpatie che vanno pericolosamente a traviare e viziare possibili giovani d’oggi al commettere altre azioni similari. In linea generale, fascismo, nazismo, xenofobia, sono oramai divenuti termini utilizzati come consueta arma di battaglia da parte della sinistra di oggi, e dove il Giannini del Pd non si risparmia. Termini di comune uso della sinistra, come risposta schietta e prepotente verso opinioni più o meno diverse dalle proprie, molto spesso usate troppo facilmente sempre dalla sinistra, creando anche del sano e facile vittimismo, in un paese dove comunque solidarietà, aiuto, cooperazione ed accoglienza la fanno indiscutibilmente da padrona. Ed a conclusione, sul diffuso utilizzo della trilogia dei termini fascismo, nazismo e razzismo, da aggiungere che si può constatarne facilmente anche l’intenzione di una chiara strumentalizzazione per le prossime elezioni politiche. Esistono altre maniere – conclude infine Chari – di manifestare i propri pensieri, in forma democratica, evitando di vandalizzare la proprietà altrui e sminuire slealmente tali episodi”.

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