Minniti (Lega Nord): “Testamento biologico, hanno vinto i cultori della morte”

“I cultori dell’ideologia della morte che prevale sul desiderio di vita ce l’hanno fatta: con un semplice atto notarile o con una scrittura privata autenticata si potranno rifiutare  i trattamenti sanitari compresi nutrizione ed idratazione artificiali”. Per il consigliere comunale della Lega Nord Giovanni Minniti, “con l’ipocrita espediente del consenso dell’avente diritto – spiega – è stata legalizzata l’eutanasia omissiva ovvero la possibilità che, con il pretesto di alleviare le sofferenze, si possa cagionare la morte come conseguenza diretta della cessazione di ogni minimo presidio terapeutico”.

“C’è davvero bisogno di una legge del genere? In Italia le vere priorità dei pazienti si chiamano assistenza sanitaria adeguata, efficienza delle strutture ospedaliere, non certo rifiuto delle terapie in nome di una presunta libertà di autodeterminazione bella e buona menzogna di quei laicisti anticattolici abbagliati da una visione della vita filantropica solo in apparenza dal momento che vengono deliberatamente ignorate le motivazioni che stanno alla base della rivendicazione del cosiddetto diritto di porre fine alla propria vita. In effetti – aggiunge Minniti -, laddove siano garantite cure efficaci ed adeguata assistenza anche psicologica ai pazienti la richiesta di morte riguarda solo chi vive un profondo stato di depressione e si abbandona a chi, strumentalizzando il dolore, tenta di far credere che le urgenze indifferibili siano il testamento biologico e la richiesta di morire.  In altri termini – prosegue Minniti -, le vere preoccupazioni del legislatore devono essere quelle di garantire l’assistenza sanitaria, tutelare la dignità umana, contrastare la falsa illusione che la morte possa rappresentare una via d’uscita. E’ principio di diritto naturale che preesiste ad ogni riconoscimento del diritto positivo quello secondo cui la vita è un diritto indisponibile per cui nessuno ha il potere di prestabilire il come ed il quando della propria morte. E l’uomo non può disporre di sé stesso poiché egli è una persona non una cosa su cui rivendicare il possesso. L’agnostico Kant scriveva che è impossibile essere assieme una cosa ed una persona facendo coincidere il proprietario con la proprietà per cui l’uomo non può disporre di sé stesso. Anche per Aristotele la vita è un diritto indisponibile dal momento che il suicidio è un affronto alla ragione ed all’inclinazione naturale ad amare se stessi. Negli anni ’30 in Germania fu attuato un programma di eutanasia che prevedeva la soppressione di persone affette da malattie inguaribili: allora era lo Stato ad uccidere, si diceva, per risparmiare ai malati inutili sofferenze. La stessa cosa è avvenuta in Inghilterra per Charlie Gard mentre in Italia sarà il singolo paziente che si ucciderà con il concorso morale dello stato e con lo sgorbio giuridico del consenso prestato oggi per una ipotetica condizione futura di incapacità di intendere e volere e con riferimento ad un diritto indisponibile quale è quello sulla vita. Contro il programma Aktion T4 in Germania, si levò potente ed ascoltata la voce del vescovo di Munster Clemens August Von Galen poi diventato cardinale e beato. Da noi, la legge sul biotestamento è stata approvata in fretta e furia per motivi elettorali con il concorso dei politici cattolici  nella totale indifferenza di sacerdoti, vescovi e uomini di Chiesa  non memori dell’insegnamento di San Giovanni Paolo II che nell’enciclica Evangelium Vitae ha definito eutanasia ‘ogni azione o omissione che di natura sua o nelle intenzioni procura la morte allo scopo di eliminare ogni dolore’. Mi spiace constatare – conclude Minniti -, che la Chiesa di oggi vuole piacere ed aprirsi al mondo: apprezza Pannella, Bonino, Napolitano e dimentica San Giovanni II.  Il rischio di finire male è molto concreto”.

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