Scissione Gesam, scontro sui dati del gruppo foto

Maggioranza e opposizione l’un contro l’altra armati nel consiglio comunale dedicato alla questione della scissione asimmetrica della Gesam Spa in vista della gara provinciale per la gestione del gas. Una seduta che, con alcuni passaggi anche accesi, ha certificato la differenza di posizioni fra la volontà dell’attuale amministrazione comunale di procedere all’intesa con Toscana Energia per partecipare ala gara del gas con un partner industriale forte e di scindere dalla società che gestisce la rete i servizi comunali e chi, invece, preferirebbe percorrere altre strade per non perdere il controllo della Gesam.
La battaglia, che si tiene davanti a decine di lavoratori Gesam preoccupati del proprio futuro, è di metodo e di merito ed entra anche nel dettaglio dei numeri. Ovvero su quanto il Comune sarebbe destinato a incassare dalla vendita delle reti in caso di vittoria della gara da un diverso soggetto rispetto alla Gesam Reti, il nuovo soggetto che si andrebbe a creare con l’aumento della partecipazione societaria di Toscana Energia.

Tambellini difende l’operato della giunta: “Siamo trasparenti, anche per la procura”
In un lungo intervento il sindaco, Alessandro Tambellini, ripercorre la storia che ha portato alle scelte sul futuro di Gesam. Scelte che vengono da lontano e che riguardano la riorganizzazione delle società partecipate. Non dopo aver dato una stoccata all’opposizione sulla questione dell’esposto presentato all’Anac dal senatore Matteoli: “Abbiamo già provveduto a rispondere – chiarisce subito il sindaco – ai rilievi presentati dall’Anac. Però veniamo a sapere dalla stampa che a Matteoli sarebbe stato già detto che la documentazione è insufficiente. Allora ho provveduto a riscrivere ad Anac per chiedere di essere informato per primo, nel caso, di queste questioni e non di apprenderlo dai giornali. Ci hanno detto che le risposte arriveranno entro 15-20 giorni, ovvero entro la fine del mese di marzo, risposte che attendiamo con tranquillità e calma”.
Dopo aver ricordato l’opera di riorganizzazione nelle società partecipate del Comune di Lucca, Tambellini entra nel dettaglio della questione: “L’amministratore unico di Lucca Holding sul tema ha avuto un preciso mandato – dice il sindaco – Innanzitutto occorreva riportare l’intero sistema a rispondere alle leggi come sono oggi. Io come sindaco non so agire altro che all’interno di un quadro normativamente corretto, non mi riesce operare intorno a situazioni che possano ingenerare dubbi. L’altro indirizzo è quello di salvaguardare in ogni caso il lavoro in Gesam. Il terzo indirizzo è salvaguardare la ricchezza che Gesam rappresentava per la città. Su questi indirizzi si è innestata la questione della gara del gas, vicenda annosa che interessa le società che posseggono le reti. La gara sarebbe dovuta svolgersi a settembre, poi è slittata a ottobre del 2016, ma si tratta di due questioni distinte”.
“Sulla gara del gas – specifica – avremmo potuto, e potremmo ancora decidere, di aspettare ed attendere di incassare circa 65 milioni di euro. Ma già quando mi sono insediato Toscana Energia manifestò l’interesse ad acquistare la totalità di Gesam, ma chiusi subito la partita. L’altra possibilità era quella andare a gara da soli, cercando un partner finanziario che finanziasse l’operazione o parte di essa, ma avrebbe dovuto mettere sul piatto un centinaio di milioni. Non solo ma questa opzione arebbe probabilmente trovato qualche ostacolo difficilmente sormontabile nel fatto che un partner nella società lo abbiamo, ed è Toscana Energia, che ha due membri del cda di Gesam Spa e che ovviamente avrebbe potuto farci concorrenza nella gara stessa da una posizione di indubbia forza. Le gare, inoltre, quando si fanno bisognerebbe anche vincerle e non è detto che la nostra azione in tal senso avrebbe portato a delle conclusioni positive. L’ultima soluzione era quella di avere un rapporto fattivo con Toscana Energia per andare alla gara insieme ed avere il massimo risultato. Questa soluzione è stata quella, a suo tempo e molto prima che diventassi sindaco io, costantemente proposta come la miglior soluzione”. “Sono possibilità che abbiamo esplorato – spiega il sindaco – eliminando la prima e decidendo di essere parte attiva. Detto questo nella fase della trattativa è stato tutto arduo, ma non si è giunti ad alcuna fase impegnativa. Non ci sono contratti firmati né carte che ci obbligano. La trattativa ha previsto per noi anche la possibilità, costituita domani la società per l’Atem, di diluire la nostra partecipazione nella società. Siccome si dice che chi ha la maggioranza comanda abbiamo immaginato anche la possibilità di retrocessione nel caso che il sodalizio non ci vada bene. Potevamo anche immaginare di acquistare dopo due anni dal socio noi la maggioranza della società, tirando fuori una cinquantina di milioni. Sono in sostanza trattative di carattere commerciale, fra due soggetti imprenditoriali”. Ma il sindaco non dimentica la questione del lavoro: “Abbiamo scritto anche ai sindacati – dice Tambellini – confermando la tutela del lavoro e immaginando una società che sia in grado di crescere anche nel numero degli addetti, perché di carattere provinciale. Per questo vedremo come proseguire nell’interesse dei lavoratori e della tradizione e della ricchezza della città e dell’azienda”.
“Intanto – chiude il sindaco – ci siamo premuniti su alcuni fatti. L’accordo ha superato il giudizio dell’antitrust sia dal nostro punto di vista nostro sia di quello dell’azienda. Qualcuno dice di formare un’Ati, ma un’Ati orizzontale in questo caso non credo che sarebbe consentita. Un’Ati fra due società che indipendentemente hanno la capacità di andare a gara formerebbe una sorta di cartello che renderebbe la gara impugnabile”. Infine una stoccata a chi continua a evocare ricorso a tribunali e procura: “Si evoca la procura? – dice il sindaco – Bene. Siamo aperti a qualunque indagine e a chiunque vorrà indagare sulla questione. Abbiamo tanta evidenza che non c’è bisogno che mi si chiedano informazioni: tutte le porte e tutti i cassetti sono aperti”.

Giorgi (M5S): “Meglio incassare gli 80 milioni di euro”
Il dibattito dei consiglieri lo apre Laura Giorgi, del Movimento Cinque Stelle. Giorgi, che sottolinea la primogenitura della contestazione davanti alla corte dei conti della questione del contratto Sinergo di gesam Energia, propone che il Comune di Lucca negozi la partecipazione, senza partecipare alla gara, con la società subentranti oppure incassare il valore delle reti, circa 80 milioni di euro. “Il rischio – dice Giorgi – anzi la certezza, è infatti quella di perdere il controllo di Gesam. Quindi meglio non modificare in alcun modo l’assetto societario in attesa della gara del gas per poi negoziare la propria posizione con il distributore subentrante e incassare 80 milioni di euro dalla vendita delle reti”. In fondo l’attacco: “E’ possibile – dice – che si debba costantemente sentire e avere decisioni prese senza concertazione? Senza la presa di coscienza di qualcuno, come è successo per il presidente di Gesam Energia, Magnani, non si va avanti in questa Italia e anche in questa Lucca”.

Bianchi: “Rischio perdita dei diritti per i lavoratori”
Attenzione al futuro dei lavoratori nell’intervento della consigliera Roberta Bianchi di Rifondazione Comunista, che in questo sensa presenta un ordine del giorno condiviso anche dalla maggioranza. “Chi trarrà vantaggio – dice – dal fatto che esista un solo gestore delle reti? Non certo i cittadini, non i lavoratori e non le amministrazioni comunali. Parteciperanno alle gare i grandi monopolisti, i fondi di investimenti mentre i piccoli distributori sono fatti fuori e con essi le amministrazioni comunali proprietarie delle reti”. 
“Non condividiamo – spiega Bianchi – questa operazione specialmente la fase due in cui Lucca Holding diventa azionista di minoranza di Toscana Energia. Nonostante le rassicurazioni infatti non saremo in alcun modo in grado di governare la niova società”. E questo determinerebbe dei problemi anche per i lavoratori: “Quanto ai lavoratori – conclude Bianchi – pensiamo che ci dovrebbero essere rassicurazioni scritte e non solo promesse. Il Comune come stazione appaltante deve prendersi delle responsabilità per i lavoratori. Nonostante la clausola sociale che garantisce la riassunzione di tutti i lavoratori del gestore uscente le nuove norme sul lavoro possono infatti  far perdere dei diritti acquisiti. Chiedo per questo di inserire le clausole di garanzia nel bando di gara. Alcuni Comuni, infatti, hanno sottoscritto dei protocolli di intesa con i sindacati per queste garanzie”

Angelini: “Ipotesi di scissione basata su dati non attuali, quindi falsi”
“La posizione portata avanti dall’amministrazione – dichiara il consigliere di Governare Lucca, Piero Angelini – è stata rimessa in discussione dalle dichiarazioni del presidente di Gesam Energia. Magnani, che dichiara come la società possa vantare crediti per circa 4 milioni nei confronti del Comune. L’ipotesi di scissione, insomma, era basata su dati non attuali quindi falsi. Una situazione, questa, conosciuta da Fava dal 2014, da Bortoli, come ammesso da lui stesso, dal 2015, e sicuramente dall’assessore Cecchetti quando ha ricevuto le fatture. Tutto questo, secondo noi, è stato creato per mantenere la finzione che questa scissione asimmetrica porterà a mantenere in un primo momento la maggioranza di Lucca Holding in Gesam”.
“Di fronte alle nostre riserve – prosegue Angelini – si è risposto che in 24 mesi possiamo avere i 45 milioni della nostra quota di reti con i valori iniziali. Ma se la scelta dell’amministraione è dismettere la sua partecipazione nella società di distribuzione del gas, perché non prendiamo ora gli 80 milioni di euro del valore della rete per potenziare le iniziative di Lucca Holding per potenziare il campo delle sue aziende, piuttosto che aspettare domani quanto deriva dalla nostra partecipazione alla gara? Il silenzio ci induce a pensare che la rinuncia a 80 milioni oggi ha solo una motivazione politica ovvero si tratta di una marchetta elettorale per ricevere benevolenza dal Pd toscano verso la classe dirigente. Tambellini così, insomma, ha mostrato piena affidabilità politica a Firenze”.
Angelini ricorda poi la genesi della scissione asimmetrica: “La scissione asimmetrica era stata presentata – ricorda Angelini – come fondata su una piena necessità giuridica ma la direttiva Ue non è ancora stata recepita. Non esisteva e non esiste alcuna necessità giuridica di effettuare la scissione asimmetrica, ma solo una esigenza e disponibilità politica. Credo che la scissione asimmetrica non abbia una necessità giuridica”.
Angelini conferma poi, come detto più volta, la necessità di effettuare una gara ad evidenza pubblica per la cessione di servizi e quindi anche per cedere quote di Gesam Spa: “Siamo al paradosso per cui il Comune si contraddice, da una parte liquidando Magnani per l’acquisto di un pirogassificatore senza gara evidenza pubblica, dall’altra facendo lo stesso per vendere il 9 per cento delle quote. In questo senso avverto che c’è il rischio che si sia responsabili di abuso di ufficio e nel caso mi recherò in procura per segnalarlo”.
Altro cavallo di battaglia del consigliere Angelini è quello della possibilità di presentarsi alla gara come Ati fra Gesam Spa e Toscana Energia: “Mi si dice – prosegue Angelini – che l’ipotesi Ati è esclusa perché violerebbe le leggi che regolano la libera concorrenza nel nostro paese dal momento che un’Ati ricadrebbe nelle previsioni del raggruppamento di imprese sovrabbondanti. Non tutte, però, sono escluse, ma solo quelle con connotazioni marcatamente anticoncorrenziali. Detto questo né Gesam né Toscana Energia teoricamente potrebbero partecipare autonomamente alla gara”. “I tempi si sono allungati – conclude Angelini – per l’indizione della gara grazie al decreto Milleproroghe. Speriamo che ci sia una riflessione ma è certo che se volessimo dare un segno inequivocabile a Toscana Energia, bisognerebbe cambiare i responsabili che hanno portato a questa situazione. Speriamo che nella maggioranza ci sia qualcuno che non si voglia arrendere. Ci impegneremo comunque a difendere le ragioni del buon governo e del buon senso nella speranza che ci sia un impegno di tutti non alla resa ma a conservare Gesam Spa al Comune di Lucca”. E proprio in segno di apertura e di dialogo il consigliere Angelini ha ritirato il suo ordine del giorno sull’argomento.

Martinelli: “Nessuna alternativa, già gettate le basi per la svendita della Gesam Spa”
Anche Marco Martinelli, capogruppo di Forza Italia – Alternativa Civica, fa partire il suo ragionamento dalle recenti vicende di Gesam Energia: “Abbiamo chiesto con forza e determinazione che il dibattito sulla Gesam si spostasse dalle conferenze stampa alla sede del consiglio comunale – dice – Infatti abbiamo assistito nelle ultime settimane ad una serie di dichiarazioni con pesanti accuse e ombre sollevate dal presidente di Gesam Energia Magnani, sull’operato dell’amministrazione comunale e a sua volta gravi accuse del sindaco rivolte a Magnani. Accuse che sono state formulate dal sindaco solo dopo che Magnani ha fatto determinate dichiarazioni. Da qui nasce la prima domanda che ci poniamo e rivolgiamo all’amministrazione: se Magnani non avesse fatto quelle dichiarazioni del 19 febbraio sarebbero emersi i gravi fatti che lo stesso sindaco imputa a Magnani visto che sono risalenti a diversi mesi fa e fino ad oggi sono stati taciuti? La parte più evidente di questa vicenda è che, a quanto pare, dalle dichiarazioni emerse sulla stampa, emergerebbe che se tali valutazioni fossero state condotte correttamente, Lucca Holding si sarebbe trovata in minoranza nella società di gestione delle reti, costituita a seguito della scissione asimmetrica di Gesam Spa. Questa circostanza avrebbe forse reso politicamente poco sostenibile per la maggioranza l’intera operazione”. Operazione osteggiata da Forza Italia – Alternativa Civica già con una interrogazione dell’11 marzo 2015 e con il voto contrario alle due deliberazioni di luglio 2014 e di marzo 2015, sul riordino delle partecipate. “Inoltre il senatore Matteoli – ricorda Martinelli – nel mese di maggio 2015 ha protocollato un’interrogazione parlamentare e a fine gennaio 2016 ha inviato al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, una dettagliata segnalazione sul riassetto delle società partecipate del Comune di Lucca, di cui alla delibera del consiglio comunale 17 del 31 marzo”. “Non si capisce inoltre tutta questa fretta dell’amministrazione comunale – prosegue  di procedere verso la scissione di Gesam, considerato che anche nella determinazione n.11 del 2016 di Lucca Holding si parla di proroghe che rimandano almeno a fine anno  la pubblicazione del bando di gare e forse anche più in là vista l’abrogazione delle sanzioni poste in capo ai comuni”.
Per Martinelli, poi, manca ogni tipo di alternativa alla “svendita” a Toscana Energia. “Se sono state sondate soluzioni alternative – dice Maertinelli – vogliamo vederle per scritto e se non sono state sondate vediamo cosa fanno altri comuni avveduti dove è stato previsto un bando di gara per ricevere le manifestazioni d’interesse di un possibile partner finanziario per partecipare alla gara per l’affidamento del servizio di distribuzione gas”. Martinelli contesta anche il raggiungimento degli obiettivi da parte di Bortoli nella determina dello scorso 10 febbraio: “Nell’accordo con Toscana Energia – dice Martinelli – non viene assolutamente garantita la permanenza della sede Gesam a Lucca. E’ riportato nell’accordo che in ogni momento si può trasferire la sede della società nell’ambito del territorio nazionale senza che i rappresentanti di Lucca Holding nel cda possano opporsi. Inoltre non vi è alcun riferimento a garanzie per il personale. L’altro aspetto che ha riferito sempre Bortoli è quello che se in tre mesi non si potranno firmare gli accordi vincolanti il Comune dovrebbe interrogarsi se proseguire nella scissione asimmetrica. Questo significa che per un anno ci è stato fatto credere  che la scissione aveva come unico fine quello di sanare i servizi pubblici posti in capo al Comune di Lucca, ma in realtà, la scissione sarebbe esclusivamente finalizzata a consegnare Gesam a Toscana Energia”.
Infine Martinelli fa i conti in tasca al Comune: “Il sindaco e l’amministratore unico di Lucca Holding – conclude Martinelli – parlano sempre di 48 milioni di euro come corrispettivo che il distributore subentrante (ossia il vincitore della gara) dovrebbe versare al Comune di Lucca. Questo secondo noi non è esatto in quanto Gesam Spa riceverebbe dal vincitore della gara 80 milioni di euro. Di questi 80 milioni avrà disponibilità la Gesam Spa, e l’azionista di maggioranza, Lucca Holding, potrà deliberare cosa farne. Probabilmente di questa possibilità ne sono ben consci sia l’amministratore unico di Lucca Holding, sia il sindaco, sia Toscana Energia. Per questo motivo potrebbe darsi che il sindaco e l’amministratore unico di Lucca Holding non avendo la certezza di essere sempre al governo della città al momento del termine della gara, non possono garantire ora a Toscana Energia che la società, una volta incassati gli 80 milioni, andrà in liquidazione restituendo ben 32 milioni di euro a Toscana Energia. In quanto una nuova e diversa amministrazione comunale potrebbe invece decidere di disporre dell’intero importo senza che Toscana Energia possa eccepire. Nell’ipotesi di accordo, invece, nel caso che Toscana Energia perdesse la gara, avendo questa la maggioranza delle quote societarie della Gesam reti, avrebbe di fatto la facoltà di decidere come utilizzare i 48 milioni appartenenti oggi a Lucca Holding. L’amministratore unico di LH, per cautelarsi da questa evenienza, ha inserito nell’accordo un’opzione di vendita delle azioni di Gesam Reti. Trascorso questo periodo senza che Lucca Holding abbia esercitato tale opzione di vendita, il comune perderebbe la disponibilità sul valore patrimoniale di 48 milioni di euro. Ciò implica che nell’immediato futuro qualsiasi amministrazione comunale si troverà a governare la nostra città, dovrà obbligatoriamente vendere a Toscana Energia la Gesam per non perdere i 48 milioni di euro. In conclusione si sono gettate le basi per la vendita della Gesam”.

Leone (Impegno Comune): “Più informazioni prima di prendere una decisione”
Anche Luca Leone, consigliere di Impegno Comune, propone un ordine del giorno, firmato anche dai consiglieri Martinelli e Pini. L’obiettivo è quello di ottenere le maggiori informazioni possibili prima di prendere la decisione di andare a firmare la lettera di intenri: “Comprendo poco – dice – le posizioni di chi prospetta una inazione dell’amministrazione rispetto alla scelta di prospettive. Se ci troviamo ad essere liquidati non è che con questo salvaguardiamo la Gesam Spa, che invece andrebbe a morire. Quale strade si possono seguire? Mi piacerebbe che il consiglio comunale avesse sul piatto, come ulteriore sforzo dell’amministrazione, della Lucca Holding e della Gesam Spa, ulteriori aspetti di cognizione di causa. Rispetto alla prospettiva si tratta di capire se si ritiene che la società così com’è strutturata e patrimonializzata abbia le potenzialità concrete, con ragionevole aspettative di aggiudicazione, di partecipare alla gara. O se esiste la possibilità di liquidare i soci per mantenere il 59 per cento pagando 5 milioni di euro, magari procedendo alla diminuzione del capitale sociale di Lucca Holding. Insomma quello che ci dobbiamo chiedere è se merita investire fondi oggi per passare nella nuova organizzazione societaria con qualche vantaggio della governance in più. E’opportuno che il consiglio prima di dare un via libera arrivi con qualche elemento ulteriore che permetta l’analisi comparativa su costi e benefici”.

Macera (FI) scrive ai presidenti delle società del gruppo Gesam
Duro anche l’attacco di Macera, che chiarisce un passaggio già affermato dal capogruppo Martinelli: “Faccio una precisa domanda al Comune – dice – Viste le dichiarazioni di Magnani su una presunta sottovalutazione di Gesam Energia, come sono state valutate le altre? Per questo abbiamo chiesto alle altre società una valutazione sui valori di concambio presentati nella relazione. Chiediamo poi un dettaglio sulle sponsorizzazioni 2013-2015 delle società del gruppo. Con questa operazione, insomma, si consegna a Toscana Energia la società a costo zero”. “Un consiglio disinteressato al sindaco – chiude Macera – Smetta di ricorrere alla svendita di pezzi pregiati. Il rischio è che venga ricordato solo per uno sterile cesarismo demagogico”.

Lenzi (Idv): “Con i soldi delle reti si potenzino i servizi comunali”
L’avvocato Lenzi chiede spiegazioni tecniche all’amministratore unico di Lucca Holding, Bortoli, tenendo ben distinti il tema della razionalizzazione delle società e quello della gara del gas. Quanto alla gara del gas Lenzi chiede una seconda perizia e una corretta valutazione sul valore della rete, soggetta a un surplus dopo che sarà soggetto a gara. Dubbi da Lenzi anche sulla posizione di Gesam Gas e Luce: “Mi chiedo infatti – dice Lenzi – viste le norme vigenti, come una società comunale possa effettuare un’attività commerciale”.
Anche Lenzi avverte i rischi di perdita di potere contrattuale del Comune nella nuova Gesam Reti: “Non ci sono garanzie nei patti parasociali – dice – e c’è anche il rischio di andare sotto il 20 per cento e di non poter esercitare azioni di responsabilità. Colpisce anche il patto di riacquisto della società. Sembra che ci sia un destino segnato, insomma”. Per Lenzi potrebbe anche essere percorribile la partecipazione diretta di Gesam alla gara perché “pare che ci siano dei soggetti locali disponibili a finanziare l’operazione”. “Se comunque si attendesse l’esito della gara – dice – ci sarebbe una entrata finanziaria importante dalla vendita delle reti e Gesam Spa, che ha un oggetto sociale molto ampio, potrebbe essere rafforzata. Ad esempio il servizio cimiteriale potrebbe essere gestito direttamente. Si potrebbe rinconsiderare la situazione anche da questo punto di vista”. “Sulla questione del personale – conclude Lenzi – il problema può essere affrontato ma riterrei che servirebbe un consiglio apposta per le possibilità che la gara dà in questo senso”.

Pini (Gruppo Misto): “Priorità ai lavoratori”
Sulla questione lavoro si incentra l’intervento di Pini, del gruppo misto: “Pensavo che questa serata dovessere essere chiarificatrice anche per il futuro dei lavoratori – dice – Prendiamoci un po’ di calma e portiamo chiarezza sulle strade percorribili, dandoci come priorità quella che prevede maggiore sicurezza per i posti di lavoro”.

Battistini: “Ascoltiamo tutti, ma poi decidiamo”
Trae le fila del dibattito il capogruppo del Pd, Francesco Battistini: “Abbiamo fatto una scelta politica – dice – proprio per la tutela dei lavoratori e per la questione dell’indotto, che rischierebbe di essere perso nel caso in cui rinunciassimo alla gara. Questa maggioranza sul tema ha dibattuto e ancora vuole dibattere. Stasera ha ascoltato, al di là delle diverse posizioni. Non c’è niente di firmato ma siamo in fase di definizione. Aspettiamo l’Anac, aspettiamo pure la proroga ma poi decidiamo. Nella melma non vogliamo rimanerci. Non è giusto per la città e per i lavoratori”.

La replica dell’amministratore della Holding, Andrea Bortoli
Spunti interessanti e qualche risposta arrivano dall’amministratore unico di Lucca Holding, Andrea Bortoli. Che risponde punto per punto alle affermazioni dei consiglieri. Partendo dai tanti “numeri” che sono girati durante gli interventi: “E’ girato spesso – dice – il numero di 80 milioni di euro. Io non so quanto vale la rete ma poniamo che valga 80 milioni di euro, ma Gesam ha un indebitamento di 25 milioni che va risolto. Quindi da 80 già si passa a 55 milioni”. Poi la risposta a Lenzi: “Lo statuto di Gesam è vero che è ampio – spiega – ma con i 55 milioni di euro non potrebbe fare nulla. I cimiteri, avendo ottenuto affidamento senza gara, siccome è una società mista, ad esempio, non li potrebbe gestire”. Bortoli spiega anche la questione del rinvio dei termini previsto nel decreto Milleproroghe: “E’ prevista una proroga all’11 ottobre 2016 con sei mesi di ulteriore proroga della Regione. Ma questi termini sono da intendere di natura perentoria perché l’Unone Europea non avrebbe consentito un termine aperto. Ma una Spa deve operare secondo prudenza e giurisprudenza consolidata vuole che si faccia così. Non si può scommettere che non si facciano mai le gare”.
L’amministratore, dopo aver rassicurato sui trasferimenti dei lavoratori, cui si applicherebbero tutte le garanzie previste dal codice civile passa all’attacco: “Non accetto – dice rispondendo ad Angelini – che mi si accusi di aver messo in circolazione dei dati falsi. Questo non lo accetto a difesa della mia reputazione personale. Io non ho messo in circolazione dati falsi. La mia determina precisa che i valori sono aggiornati al settembre 2015 e andranno po aggiornati ai dati del bilancio 2015. In ogni caso io posso capire l’ingegner Magnani che si sente in dovere, pochi giorni prima di essere rimosso, di comunicare che certi numeri non tornano e che sono rilevanti alla trattativa. Capisco anche che qualcuno abbocchi, ma non posso capire il consigliere comunale (si riferisce a Macera, ndr) che ha scritto ai presidenti di Gesam Spa, Gesam Gas e Polo Energy per verificare la fondatezza dei dati. Questo comportamento dal lato della Holding è una istigazione ai presidenti delle società a diffondere dati per turbare una trattativa. I presidenti non hanno alcun titolo ad esprimersi sui valori commerciali delle società che amministrano. Le amministrano e approvano il lo valore patrimoniale ma non possono mettere in giro dati verso terzi che poi favoriscono terzi. Nello specifico i dati di Magnani favoriscono Toscana Energia nella trattativa”.
Infine i chiarimenti sulle possibili alternative: “Con 5 milioni – spiega – come ha detto il consigliere Leone, è probabile che Toscana Energia ci ceda tutte le attività. Ma deve decidere il consiglio se sborsare quella cifra o accontentarsi del 50,4 per cento delle quote senza tirare fuori una lira. Per la valorizzazione del patrimonio è chiaro che sarebbe preferibile l’attesa della gara e incassare il valore attuale delle reti, ma l’amministrazione chiede di rispettare tre variabili indipendenti ovvero rispondere alle regole, mantenere i posti di lavoro e la sede a Lucca. E a queste, quando ho ipotizzato la scissione asimmetrica, mi sono attenuto. Per questo spero di non essere accusato di lavorare in maniera opaca, perché sono sempre a disposizione di tutti”

Le repliche dei consiglieri, l’ordine del giorno e la “parabola” di Bortoli
La polemica a distanza prosegue, nelle repliche, con Angelini che chiarisce la sua posizione ma conferma che “la migliore soluzione è quella dell’Ati, anche per i lavoratori”. Macera sfida Bortoli: “Non ho chiesto dati ai presidenti – spiega – ma solo di chiarire se secondo loro i dati nella relazione sono corretti. Quello che ha detto sono solo delle grandi bugie”. La consigliera Giorgi, del Movimento Cinque Stelle, promette di portare tutti i documenti alla Corte dei Conti e alla Procura per un presunto danno erariale per il Comune di Lucca: “I numeri dimostrano – dice – che questa operazione è per la città di Lucca un danno anche piuttosto significativo”.
Poi si passa al voto dell’unico ordine del giorno rimasto in tavola (quello di Leone, Pini e Monticelli torna in commissione partecipate), quello della consigliera Bianchi, modificato da un emendamento della maggioranza, fatto proprio dall’esponente di Rc, che fa riferimento all’indotto. Un testo che passa all’unanimità dei presenti (la maggioranza più i consiglieri Pini, Leone e Angelini). Ma non prima che Bortoli non cali sulla discussione la parabola dell’amministratore disonesto, citando il vangelo di Luca: “Vogliao stare mesi a vagliare se la valutazione di Magnani – dice – è migliore di quella di Bortoli. A me non interessa e soprattutto ho di meglio da fare, ma soprattutto così non facciamo l’interesse di Gesam”.
Ma nemmeno questo è l’ultimo capitolo di una vicenda che potrebbe durare ben più dei tre mesi previsti dalla determina della Holding. E il cui esito non è ancora segnato.

FOTO – Il consiglio comunale su Gesam (di Giuseppe Cortopassi)

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