Referendum voucher, Cgil: Lucca seconda solo a Firenze

Un milione e 240mila voucher venduti, nella sola Provincia di Lucca (seconda solo a Firenze in Toscana) nel 2016: anche per questo la Cgil intende informare e sensibilizzare quanta più gente possibile per arrivare pronti all’appuntamento con il prossimo referendum. Il sindacato si mobilita anche a livello provinciale e oggi (20 febbraio) fa un focus sulle motivazioni sottese allo slogan Con 2 sì tutta un’altra Italia. Come noto, lo scorso 11 gennaio la Corte Costituzionale ha approvato due dei tre quesiti referendari proposti dal primo sindacato italiano per numero di iscritti: quello relativo ai voucher e quello sulla responsabilità in solido in tema di appalti. Una data per votare ancora non c’è, ma il sindacato si augura che si possa andare al voto entro primavera. E’ quanto esprimono anche Rossano Rossi (segretario generale provinciale), Fabrizio Simonetti e Maria Rosaria Costabile (segreteria provinciale).

“I dati sui voucher – attacca Rossi – sono inequivocabili e preoccupanti. Lucca è seconda soltanto a Firenze, ma se rapportiamo il numero agli abitanti, penso che si possa parlare della prima città in Toscana. Questa mercificazione del lavoro è ciò che più ci preoccupa. Premetto che porteremo avanti la battaglia sull’art 18 (il terzo quesito, per il quale non è stato ammesso il referendum) perché non possiamo accettare che la gente venga licenziata senza un valido motivo. La tappa del referendum è fondamentale: significa opporsi ad un sistema che ha pensato di poter uscire dalla crisi riducendo il costo del lavoro ed i diritti dei lavoratori. I numeri parlano chiaro: con il Jobs Act non è cambiato nulla, anzi. Siamo tornati alla situazione precedente, quella dei contratti a tutele crescenti: sono stati investiti 16 miliardi di euro pubblici senza che la disoccupazione sia diminuita. Oggi 4 giovani sul 10 non trovano lavoro ed in quei 6 vengono conteggiati anche quelli che lavorano solo saltuariamente”.
E’ contro questa vera e propria Repubblica dei voucher, di cui Lucca è specchio fedele su scala provinciale, che si scaglia il monito del sindacato: “Dobbiamo tornare ad una distribuzione più equa della ricchezza – prosegue Rossi – e per difendere i diritti dei lavoratori abbiamo anche presentato una proposta di legge in Parlamento, scrivendo la nuova carta dei diritti universali dei lavoratori, per sostituirla allo Statuto. Non abbiamo però ricevuto riscontri e, per questo, il referendum resta l’unica via percorribile. Lo strumento dei voucher riguarda oggi milioni di persone e finisce per proteggere quel lavoro nero che intendeva sradicare: oggi è possibile sentirsi in regola e sfuggire ai controlli pagando magari due voucher ed il resto in nero. Questo ha riflessi negativi anche sul sistema previdenziale”.
Tornando nello specifico della Provincia di Lucca, il settore in cui si è fatto più ricorso allo strumento voucher è il turismo (210mila), seguito dal Commercio (176mila) e dai servizi (89mila). In proporzione sono all’ultimo gradino i voucher venduti nell’ambito del giardinaggio (5mila e 868), mentre si sale per giardinaggio e pulizie (34mila e 901), lavori domestici (47mila) e manifestazioni sportive e culturali (50mila). La mole maggiore però viene dalle attività non classificate, con 612mila e 86 voucher utilizzati.
Poi sul capitolo responsabilità in solido per gli appalti: “Anche qui – prosegue Rossi – bisogna ripristinare quei diritti dei lavoratori che vengono persi con le esternalizzazioni die servizi. Oggi tantissimi committenti, più pubblici che privati, affidano i lavori al minor prezzo possibile e poi si disinteressano totalmente di quello che succede con appaltatori e subappaltatori. La legge attuale li tiene tranquilli, salvano la facciata della villa, mi viene da dire: noi invece vogliamo che siano responsabilizzati, che rispondano in solido con i soggetti a cui affidano i lavori. Questo avrà riflessi sia sul rispetto dei diritti dei lavoratori che sul ripristino di situazioni di legalità”.
Simonetti e Costabile ricordano che la Cgil terrà un grande appuntamento nazionale il 22 febbraio, incontrando i maggiori media nazionali. “Ci saranno 1 pullman e 5 camper pronti a fermarsi in tutte le piazze italiane – spiega Costabile – per entrare nel dettaglio del referendum con i cittadini. Dobbiamo raggiungere 26 milioni di persone ed intendiamo farcela. Abbiamo fatto un salto di qualità anche a livello comunicativo: informazioni si trovano puntualmente sia sul sito con2sì.it che su tutti i canali social”. Le fa eco Simonetti: “Che la sfida sia stata presa sul serio – ricorda – lo dimostrano i numeri: servivano 50mila firme per la legge di iniziativa popolare e ne abbiamo raccolte 1 milione e 150mila. Ne servivano 500mila per ciascun referendum e ne abbiamo raccolte in totale 2 milioni e 200mila. Il voto? Sarebbe auspicabile in primavera o comunque, in caso di eventuali elezioni, concomitante con esse. Di certo non possono continuare a spedire la palla in calcio d’angolo per prendere tempo: la gente vuole riappropriarsi del proprio futuro”.

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