#nohate, Vignolo Gargini: Uniti per combattere odio

Stop all’odio nei commenti sui social. Mentre prosegue il dibattito, non scevro anch’esso da posizioni ricche di offese gratuite, proseguono gli interventi sul tema. A parlare della campagna #nohatelucca #bastaodio è Marco Vignolo Gargini.

“Sto vivendo il periodo peggiore della mia vita (un recente lutto, difficoltà economiche, disoccupazione) – dice – però sento il dovere morale e civile di partecipare alla campagna contro l’odio. I miei fratelli sono gli ultimi, i discriminati, gli emarginati, le persone povere, gli sfruttati, i perseguitati. La mia situazione precaria me li fa sentire ancora più vicini e non cado nell’errore di altri che scaricano su di essi tutte le responsabilità dei guai miei o di questo paese”. “Non riesco – prosegue – ad essere indifferente quando leggo i commenti inumani di gente che augura la morte a un bambino appena nato a Lucca, solo perché è ghanese, o ascolto parole espresse con disprezzo come “negro”, “zingaro”, “finocchio”. Mi chiedo cosa stia succedendo nell’anima di tante persone, giovani e molto meno giovani, ammesso che un’anima risieda ancora dentro quei corpi… Perché è così “normale” per qualcuno dare sfogo a una malvagità gratuita digitando sulla tastiera o sugli smartphone? Talvolta mi sembra che il senso profondo del rispetto, per non dire dell’amore, sia franato irreparabilmente, ma nello stesso tempo voglio sperare che il tempo per sanare questa piaga non si sia concluso”.
“C’è chi campa seminando l’odio – conclude – vi sono fazioni politiche interessate ad alimentare una guerra tra poveri, per tenerli divisi e poterli controllare. Il mio sogno è che gli “ultimi”, come hanno già fatto nella storia, si uniscano e combattano insieme l’odio sconfiggendo la prepotenza e la brutalità dei “primi”. Solo in una società di “eguali” è possibile la giustizia e la libertà, altrimenti il caos”.

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