Sicurezza e degrado, a S.Vito confronto fra candidati foto

E’ a San Vito il primo confronto fra i candidati sindaco in vista delle prossime elezioni amministrative. Sul palco della scuola media Chelini si confrontano sette degli otto sfidanti ufficiali in vista delle prossime amministrative (mancava il candidato del Movimento Cinque Stelle, non ancora ufficializzato). Il sindaco uscente Alessandro Tambellini, Remo Santini, Matteo Garzella, Fabio Barsanti, Ilaria Quilici, Marco Santi Guerrieri e Marina Manfrotto (arrivata in ritardo per un equivoco con gli organizzatori) hanno risposto presente alla chiamata di un gruppo di residenti e si sono sottoposti al fuoco di fila delle domande dei cittadini del quartiere.

Inevitabile che la prima richiesta sia sul tema della sicurezza. Tocca a Remo Santini, reduce dall’evento di presentazione della campagna elettorale al teatro del Giglio, rompere il ghiaccio: “Noi  – dice il candidato del centrodestra – non vogliamo calare dall’alto nessuna scelta ma puntare alla rinascita di San Vito. Certo che nel nostro programma la sicurezza avrà un ruolo importante e come ho già detto vorremmo riportare in città la figura del vigile di quartiere. La sicurezza sulle strade e sulla via vecchia Pesciatina sarà importante. Ho in mente di ripristinare la grande tensostruttura vicino alla chiesa vecchia quale luogo di aggregazione. La scuola, inoltre, deve essere uno spazio sempre aperto e vissuto”. Lo segue Alessandro Tambellini: “Era necessario – dice –  provvedere a una riqualificazione significativa del quartiere di San Vito. Abbiamo lavorato a interventi con valenza collettiva, insieme alle associazioni come per esempio la riqualificazione del centro di via Giorgini. Abbiamo poi collaborato con la polizia per la sicurezza del quartiere. Se si ricostituiscono le modalità del vivere insieme si ricostituisce anche il senso di sicurezza e noi vogliamo lavorare in particolare su piazza Ariosto.  Abbiamo sempre aperto la porta a tutti coloro che volevano parlare con noi, il colloquio con la cittadinanza c’è sempre stato su quello che siamo riusciti a fare e anche su quello che non siamo riusciti. Non abbiamo mai promesso alcunché di troppo, ci basiamo sulle possibilità concrete. Per il resto il senso di responsabilità delle persone va attivato, collaborando tutti per una città più bella da mantenere tale”.
“Questa città ha bisogno di una marcia in più – è la posizione del presidente del Consiglio Matteo Garzella – Lucca deve ripartire con una velocità maggiore rispetto a quella che è stata l’azione dell’attuale giunta. Noi abbiamo perso il senso di comunità, la nostra città è fatta di tante piccole comunità che dovrebbero essere valorizzate. Il tema della sicurezza è importante, il sindaco ha lasciato soli i cittadini dei quartieri e delle frazioni. Deve essere il sindaco a far sentire sicure le persone nelle proprie case. I problemi che avete a San Vito sono riscontrabili in tutto il territorio: negli ultimi anni c’è stato un forte abbandono delle periferie. Marciapiedi inesistenti, quelli che ci sono sono trascurati, erba alta, mancanza di centri di aggregazione. Uno degli elementi del mio programma sarà ricreare centri di socializzazione nei quartieri. I paesi sono stati lasciati in modo indecoroso e da qui bisogna partire”.
Più duro Marco Santi Guerrieri, candidato per la lista Noi per Lucca: “Ho vissuto 40 anni a San Vito – spiega – e il centro sociale c’era, c’è ancora, usatelo. Non è un’invenzione di Tambellini. Non rimanete vittime di promesse, ritrovate l’orgoglio di essere di San Vito. Degrado e sicurezza, infatti, vanno a braccetto. Se il sistema di affrontare la sicurezza è il questionario di 14 pagine di Lucca Sicura, allora non si va da nessuna parte. Lei sindaco è molto sostenuto a San Vito eppure sta ripromettendo le stesse cose di cinque anni fa. Questi soldi per riqualificare ci sono o no? Se non ci si rimbocca le maniche non si va da nessuna parte. Stamani sono stato alle scuole medie e ho trovato delle siringhe al giardinetto: la sicurezza nasce anche dal tenere lontano i nostri figli da coloro che ne vanno a minare la buona fede. Alle medie non si vendono solo spinelli e se non si interviene su chi spaccia nelle scuole poi si fanno grossi danni. Una volta a San Vito si faceva la guerra ma non è cambiato nulla, c’è ancora l’elettrodotto che ci passa sopra la testa e la gente muore di cancro. Un controllo si può fare? La salute è parte della sicurezza”. Gli fa eco Ilaria Quilici della Lega Toscana: “Mi presento come una cittadina di Lucca – dice – e mi sono voluta mettere in gioco per tutte le persone deluse dalla politica. Ho girato per il territorio e il punto principale su cui intervenire è la sicurezza. A livello di Comune può essere fatto il potenziamento della municipale e della polizia di quartiere anche coinvolgendo i cittadini. Il progetto Lucca Sicura cerca palliativi in una zona che ha livelli preoccupanti. Il degrado è alimentato da una situazione di concessione di sussidi a chi vive di delinquenza: contribuiti affitto e case popolari con certificazioni Isee false, quando le persone all’estero hanno proprietà e ci rimettono gli italiani che hanno bisogno di questi alloggi. Il Comune di Lucca dovrebbe emulare il modello di un Comune del pisano, Cascina, dove queste misure a sostegno degli italiani sono state prese. Le periferie sono tutte abbandonate, buche nelle strade, marciapiedi sconnessi: ma questa è l’immagine da dare ai cittadini e ai turisti che arrivano a Lucca? Non c’è un punto turistico adeguato, al Palatucci non c’è un bar e nemmeno un bagno, non si possono accogliere così i turisti. Occorre un miglior coordinamento degli operai comunali per valorizzare anche le periferie. A Capannori, per esempiom hanno fatto un progetto, cantoniere di paese, per garantire un decoro anche in periferia attraverso convenzioni con cooperative”. Chiude il primo giro Fabio Barsanti, fra i più applauditi assieme proprio a Quilici: “Partecipazione e contatto – dice il candidato di Casapound – sono gli antidoti alla mancanza di sicurezza e al degrado. Se nei quartieri chiamano noi di Casa Pound per risolvere dei problemi, probabilmente tutta questa vicinanza con l’amministrazione non c’è stata. Noi ascoltiamo lamentele di persone che hanno bisogno di contattare gli uffici sociali e questi non rispondono. Il controllo del territorio è fondamentale per la sicurezza, nonostante le risorse siano poche. Dobbiamo riorganizzare radicalmente quello che è il corpo della polizia municipale, che in questi anni si è distinta in negativo. Dobbiamo dare alla polizia municipale un ruolo di prossimità, non di vessazione. Inoltre ci vuole uno sportello sicurezza a servizio del cittadino”.
Si prosegue con le domande dal pubblico. Umberto Franchi chiede dei progetti in vista per anziani soprattutto dopo la chiusura del distretto sanitario, per l’aggregazione e la manutenzione stradale. Apre Tambellini: “Noi consegniamo – dice – a questo quartiere un programma preciso con fondi stanziati e i lavori possono iniziare all’inizio del prossimo anno. Si risistemerà la zona in termini di piste ciclabili e in termini di trasporto pubblico locale. La parrocchia, la scuola, il centro di via Giorgini sono i centri di aggregazione e la possibilità di moltiplicare centri a servizio della zona non c’è più: c’è a Campo di Marte il centro socio sanitario della zona est, ci sarà un centro a sud e a ovest c’è quello di Sant’Anna”. “Percorrendo le strade del quartiere – risponde Garzalla – l’incuria è evidente. Mi voglio impegnare a ridare dignità a tutti i centri abitati trascurati. Bisogna ricomporre i tronconi di ioste ciclabili interrotte per facilitare lo spostamento dei ciclisti da e verso il centro”. Santi Guerrieri prosegue: “Non ne parliamo più di questi soldi dei quartieri social. Finché non li vedo non ci credo, se li volete vedere eleggete Tambellini e continuate a sperare. Non occorre pensare al futuro ipersferico, ci basta un distretto, una guardia medica, trovare un pullmino per accompagnare gli anziani al Campo di Marte. Basta riportare San Vito a come era 20 anni fa”. “Per rispondere alle esigenze dell’invecchiamento della popolazione – è la posizione di Barsanti – è necessario mantenere la funzione sanitaria del Campo di Marte. Il San Luca sta fallendo. A San Vito non c’è un bar aperto la sera, il commercio è andato via via scemando: servono sgravi a Tasi e Imu per favorire il commercio di quartiere. Occorre poi studiare come collegare via delle Cornacchie, via vecchia Pesciatina e viale Castracani per la viabilità”. Santini attacca il sindaco uscente: “Sull’aspetto socio sanitario il presidente della conferenza dei sindaci avrebbe un grande potere – dice – invece Tambellini lascia che si trasferisca il 118 e che il pronto soccorso sia al collasso e non ha mai battuto i pugni sul tavolo, asservito come è al governatore Rossi. Il piano del traffico lo aspettate da tanto tempo e vi verrà messo sotto gli occhi ora, sotto elezioni, come per miracolo. San Vito deve essere viva con gente, mercati e altre iniziative”. Infine Quilici: “Alla luce di tutti i tagli al San Luca – spiega – penso che avere un distretto socio sanitario a San Vito sia utilissimo, anche se per pochi giorni alla settimana. Occorrono servizi sul territorio a servizio anche di Antraccoli e Tempagnano, che sgravano il San Luca e il Campo di Marte. Serve poi una pista ciclabile su via delle Cornacchie”.
E’ la candidata sindaco della sinistra, Marina Manfrotto, a sollevare la questione delle abitazioni di via Ariosto, destinate alla demolizione con il progetto Quartieri Social. Per Garzella la questione è di trasparenza: “Bisogna informare le persone delle scelte compiute – dice – Un amministratore si deve mettere nei panni dei cittadini ed ascoltarli, la questione è di metodo. Se diventassi sindaco, nessuna decisione sarà presa senza i cittadini”. Santi Guerrieri afferma invece che le case Erp “sono le case di tutti, di coloro che non hanno soldi per pagarsi un affitto. I cittadini non sono animali al guinzaglio ma devono essere considerati sovrani”. “E’ stata pessima – dice Barsanti – la gestione della comunicazione dell’amministrazione nel non dire che sarebbero state abbattute le case. Noi come Casa Pound abbiamo come priorità il diritto alla casa e riteniamo che ci sia troppa disparità tra immigrati e italiani che ottengono la casa”. “Questo – è la posizione di Remo Santini – è un progetto calato dall’alto. Noi riporteremo il dialogo al centro e informeremo la cittadinanza”. “Bisogna rivedere i parametri – è la soluzione di Ilaria Quilici – i parametri per assegnare le case popolari”. Alla sollecitazione risponde la stessa Manfrotto, in qualità di candidata: “La situazione – spiega – denota scarso coinvolgimento dei cittadini. La partecipazione è ascoltare, non solo fare incontri facilitati e mediati. Ho sentito dire tante sciocchezze. Per accedere alle case Erp bisogna dimostrare di non avere altre case. La verità è che le case sono poche, e ci sono persone con reddito basso che non possono accedere e quindi il Comune dovrebbe aiutare anche loro”.
“Credo che questa amministrazione   dice Tambellini non senza qualche segnale di disapprovazione dalla sala – abbia fatto più di qualsiasi altra amministrazione per le case popolari. Sull’edilizia pubblica ci siamo comportati bene: abbiamo proposto opportunità possibili, è compito di chi amministra farlo. Sto sentendo grandi baggianate stasera, anche da parte di chi ha contezza delle questioni avendo diretto un giornale locale (qui la sala si scalda per “difendere” Santini, ndr). È compito di chi amministra trovare possibilità. Di certo c’è che nessuno toglie di casa nessuno. Per l’assegnazione delle case, poi, ci sono leggi dello stato italiano da rispettare. All’atto pratico questo è da fare e non ci possiamo inventare nulla”.
Il tema è caldo e stimola gli interventi di tutti. Per Santi Guerrieri nell’assegnazione delle case popolari devono venire “prima gli italiani, quelli onesti”. Così anche per Santini per cui “i cittadini onesti e italiani devono essere i primi a essere tutelati per l’assegnazione delle case”. “Ci sono situazioni dubbie – dice Quilici – dove sono gli assistenti sociali? Se ci sono situazioni difficili occorre fare ordine”. “La disonestà pervade tanti ambiti – è la posizione di Marina Manfrotto – e anche la politica ha le sue responsabilità. Dovremmo imparare ad amare quello che abbiamo, dal quartiere al paese”. Il sindaco parla da amministratore in atto: “Non si possono creare ghetti e le case pubbliche si assegnano con criteri stabiliti – dice – Noi siamo stati rigorosi nell’accertare chi ha diritto e chi no alla casa. Tutti gli accertamenti nelle nostre possibilità lì abbiamo fatti. Non è mai successo prima, abbiamo fatto ordine e stiamo continuando”.
Il candidato di SiAmo Lucca, Domenico Passalacqua, solleva la questione delle barriere architettoniche. Per Barsanti “a differenza di quello che ha fatto questa amministrazione – spiega – ogni nuovo intervento per legge non deve avere barriere architettoniche. A Campo di Marte, inoltre, vedrei bene un centro per disabili”. Santini sottolinea quelle che definisce “figuracce” per il sottopasso di via Ingrillini: “Si è trattato – ha detto – di uno spreco di soldi il dover tornare sui progetti per sistemarli”. “Non ci devono essere discriminazioni per i disabili – dice Quilici di Lega Toscana – Tutti i lavori devono essere fatti a regola d’arte. I soldi non si sprecano e in questo senso Striscia la notizia ha messo in evidenza un fatto vergognoso”. Marina Manfrotto sottolinea: “Il cittadino non si deve accontentare di promesse vuote – dice – ma pretendere rispetto delle regole per dire no alle barriere architettoniche”. Il sindaco Tambellini ribadisce: “Ogni lavoro nuovo viene concepito per sistemare la situazione – spiega – L’inconveniente di via Ingrillini è stato minimo, a Porta Elisa ci sono stato domenica con le associazioni e il lavoro è stato fatto a regola d’arte. Abbiamo poi previsto i percorsi per non vedenti in città, la città si sta adeguando sempre più, pur essendo antica e quindi concepita con barriere architettoniche”. “Le barriere culturali – chiude Garzella – sono peggiori di quelle archiettoniche e dobbiamo stimolare una nuova cultura dell’accessibilità”.
Conclusione con tre parole per San Vito per ciascun candidato sindaco. Apre Tambellini: “Mi rifiuto di pensare che San Vito sia il Bronx – dice – San Vito è un quartiere che ha bisogno di riqualificazione e abbiamo attivato energie in questo senso. Noi ci siamo comportati con onestà in condizioni di fatto. Non promettiamo niente di impossibile, perché noi siamo i nostri principi”. Garzella lancia la sfida: “Se pensate che il quartiere sia migliore rispetto a cinque anni – dice – votare il sindaco uscente, se pensate invece che occorra concretezza e innovazione nell’affrontare i problemi allora votate me”. Per Guerrieri “i sanvitesi sono persone per bene – spiega – Allora perché qua ci devono abitare persone che delinquono?”. “Durante i 5 anni del prossimo mandato – dice Barsanti di Casapound – San Vito ha bisogno di presenza sul territorio, altrimenti è terreno di spacciatori e malintenzionato. Noi giriamo il territorio da tre anni e voi lo sapete che è mancato contatto col quartiere. La partecipazione non esiste più, ma è la chiave per risolvere i problemi”. Santini lancia un suo punto del programma: “Con me ci sarà – dice – un assessore a paesi e quartieri. E ricordate: siete liberi di scegliere come volete perché almeno la libertà del voto non ce la toglierà nessuno”. “San Vito – è l’appello di Ilaria Quilici – ha bisogno di sicurezza, ascolto e attenzione. Non ci si può far vedere solo a ridosso delle elezioni. Questo non deve più accadere”. Infine Marina Manfrotto: “Continuate ad amare San Vito, come avete dimostrato di fare stasera”.
Si conclude così il primo round, davanti a un parterre esigente come quello di San Vito. Che sancisce l’apertura ufficiale di una campagna elettorale che sarà lunga e ancora ricca di sorprese.

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