L’associazione Pons Tectus: “Quartiere Giardino, ignorate le richieste degli abitanti”

Finisce nel mirino dell’associazione Pons Tectus il taglio del nastro dei nuovi alloggi popolari a Pontetetto. “In clima di elezioni non è difficile imbattersi in iniziative di propaganda politica. Ed ecco che – osserva il presidente Andrea Nannini – a Pontetetto viene inaugurato il progetto del Quartiere Giardino. L’amministrazione comunale fa sfoggio di una realizzazione che, dietro i fasti delle nuove case e del verde riqualificato, nasconde una violenza perpetrata contro gli abitanti del quartiere. Infatti il progetto nasce nel 2004 e, forte della partecipazione e del coinvolgimento della popolazione e delle associazioni di quartiere, vince un concorso europeo e riceve un finanziamento di 10 milioni di euro. Punto di forza del progetto è l’abbattimento degli edifici che rappresentano la struttura-ghetto del quartiere. Poi, come purtroppo spesso accade nel nostro Paese, le cose vanno per le lunghe, cambiano le amministrazioni e cambiano anche le idee. Nel 2015 l’amministrazione Tambellini decide, in modo autoritario ed arbitrario, di modificare il progetto condiviso nel 2004, e impone agli abitanti il mantenimento della stecca che doveva essere abbattuta”. 

“Una amministrazione che ha come vanto l’uso massificato della partecipazione – prosegue – si sottrae alle richieste dei cittadini e delle associazioni di quartiere che ripetutamente manifestano il loro diritto ad essere coinvolti nelle scelte che stravolgono il​ progetto d’origine, quello sì, veramente​ partecipato. Ma l’amministrazione Tambellini è sorda ad ogni richiesta: viene concesso solo di discutere la sistemazione dell’area verde. Come dire ti cambio la casa ma ti consento di stabilire il colore delle tende. 
Domani ci sarà l’inaugurazione del nuovo quartiere Giardino. Noi che abbiamo partecipato alla costruzione del progetto del 2004, sappiamo che sarebbe potuto essere di gran lunga migliore. Si è invece perseguito confusamente un progetto edilizio e si  sono perduti gli obbiettivi di carattere sociale del recupero del quartiere”.

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