Colucci: “Salotti se eletta lascerà il Comune”

“Ilaria Salotti non è incandidabile”. Così risponde, seccamente, Francesco Colucci, candidato al consiglio comunale con la lista Rinascimento Sia: “Abbiamo fatto scommesse su chi sarebbe stato il “Pierino” – dice – che avrebbe sollevato il caso Salotti, una dipendente comunale in lista. Lista peraltro già approvata dalla Commissione preposta. Facile vincere, solo un vecchio esponente di una politica che noi combattiamo, lo poteva fare. Con chiarezza la Salotti, se eletta, dovrà andare in pensione dal Comune per fare il consigliere comunale. Ma non è incandidabile: Prima di metterla in lista abbiamo interpellato autorevoli segretari comunali. Come sempre in Italia il diritto è trippa, chi lo tira di qua chi di la, ci sono in vero alcuni pareri contrari ma la prevalenza dei giuristi è nella direzione scelta da noi”.

“Perché lo abbiamo fatto? – prosegue Colucci – Perché la Salotti è in simbolo di quel degrado culturale che in Lucca sta imperando da anni. Giannetto Salotti è stato uno dei maggiori scultori lucchesi degli ultimi 70 anni, aveva la bottega d’arte in una casermetta delle Mura e ultranovantenne teneva ancora aperto lo studio sempre colmo di visitatori e turisti, affascinati dalla sue opere e dalla sua fama internazionale Lui morto, arrivato Tambellini, hanno sfrattato, nella folle nuova assegnazione delle casermette, le opere del Salotti, che hanno rischiato di essere disperse. In una lista come Rinascimento sia, sponsorizzata dal più competente e famoso critico d’arte europeo, la discendente di Gianetto Salotti non poteva non esserci. D’altronde l’interpretazione giuridica prevalente ci confortava”.
“Ho vissuto di persona tanti anni fa un episodio simile – conclude – Ero un dirigente della Regione e all’atto della mia presentazione in lista per le regionali mi obbligarono ai dimettermi per una legge mai chiara. Dopo due anni la Corte Costituzionale dichiarò quella incandidabilità incostituzionale e la Regione, al termine del mio mandato, dovette riassumermi nel posto e nel grado. Le nostre scelte sono sempre chiare, trasparenti e motivate. Aspettavamo un Pierino per esporle”.

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