Bindocci: Pia Casa, pochi posti. Chiarezza su personale foto

Mancata saturazione della struttura pubblica, imputabile al Comune, e incertezza su personale e contratti: queste le principali criticità sollevate dal candidato sindaco M5s, Massimiliano Bindocci e dai consiglieri regionali Andrea Quartini e Gabriele Bianchi, in seguito al sopralluogo di questa mattina (6 giugno) alla Rsa Pia Casa di via Santa Chiara, che ospita soggetti autosufficienti e non. Durante la presentazione del resoconto, nella sala delle opposizioni consiliari, l’occasione è propizia per Bindocci anche per puntare il dito contro gli avversari del centro-destra e centro-sinistra (Remo Santini e il sindaco uscente Alessandro Tambellini), rei, secondo il Cinque Stelle, di aver firmato “patti con il diavolo per queste elezioni: Forza Italia e Lega nord nel primo caso, Pd nel secondo”.

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“Uno dei problemi più significativi del Paese – osserva Quartini – sono le liste d’attesa. La prima questione di criticità è che pur avendo una disponibilità di 69 posti letto, nella realtà dei fatti ne sono autorizzati solo 48, più 13 per la non autosufficienza, di cui solo una cinquantina risulta attualmente occupata. Questo non sembra dipendere dal soggetto che ha in gestione la struttura, bensì dal numero di posti autorizzati da Comune e Regione. Attualmente esiste un sistema di assegnazione dei posti con liste di attesa basato sulla possibilità di titoli di acquisto, ovvero vige la libera scelta dell’anziano rispetto alle strutture pubbliche o private convenzionate sul territorio regionale: su tale sistema incide naturalmente anche la disponibilità di posti. Ci preoccupa molto – evidenzia il consigliere – che una struttura pubblica non sia satura. Sono proprio queste a dover essere riempite per prime, eventualmente ricorrendo in seguito a privati o privati convenzionati. Abbiamo presentato una mozione in Consiglio regionale e ne stiamo discutendo in commissione sanità. Il rischio è che il pubblico si dequalifichi a vantaggio del privato che lavora su un’economia di scala e quindi con numeri ben superiori alla quota ideale ideali di posti letto (25 contro 150)”.
Immediata e diretta la denuncia di Bindocci sulla piega che sta prendendo il sistema di sanità e assistenza per gli anziani. “La sanità non è un bene di consumo – tuona Bindocci -: non si può ridurre l’offerta per risparmiare. Contingentare l’offerta per gli anziani in un periodo in cui la domanda aumenta, inoltre, crea disagio alle famiglie. Con la sanità per acuti si sta riducendo il bisogno di assistenza ai soli momenti emergenziali, mentre i nostri anziani hanno necessità di essere curati più di prima. Inaccettabili anche le multe per chi assiste i disabili, per cui non sono previste deroghe ai varchi”.
La domanda, dunque, è semplice e immediata: “Quello che vorremmo sapere – dice Bindocci – è il motivo per cui il Comune non ha autorizzato tutti i posti letto disponibili. Vi sono otto letti inutilizzabili e liste di attesa lunghissime. Il patrimonio pubblico deve assolutamente essere garantito”.
Altra questione che suscita perplessità è la mancanza di chiarezza in merito ai numeri e alle qualifiche del personale, che per il M5S è “gestito in maniera confusionale”. “Ci ha sorpreso – spiega Quartini – l’incertezza del concessionario: non hanno saputo dirci quanti dipendenti ci sono. Non sappiamo, quindi, se lo standard di riferimento necessario fra operatori addetti all’assistenza e soggetti ospitati sia rispettato. Faremo una richiesta specifica per avere numeri precisi e capire anche quanto il Comune paga. Gran parte degli operatori -racconta la delegazione- era dedita alle pulizie delle stanze e delle cucine, mentre pochi erano vicini ai residenti. Inoltre, molti devono ancora adeguarsi rispetto alla divisa, che è un elemento di identificazione importante, stabilito dalla legge. La dottoressa Moscio, coordinatrice della struttura, si è insediata da un mese circa e non ha quindi ancora ben chiaro il quadro complessivo dei ruoli”.
Altra questione irrisolta è quella della tipologia dei contratti: “Non si capisce – dicono – chi lavora a tempo indeterminato e chi no. Crediamo che la qualità sia garantita da un personale motivato, che non sia precarizzato e sotto costante ricatto: dovrebbero pertanto essere tutti a tempo indeterminato”.
“A gennaio c’è stato un passaggio dall’appalto alla concessione – ricorda inoltre Bindocci – che ha comportato 30 esuberi e quindi 30 posti di lavoro in meno e 30 famiglie in difficoltà. In generale, un appalto gestito male dal Comune sin dall’inizio, che ha richiesto infatti l’intervento del Tar per correggere il tiro”. Per chi non gode di autosufficienza, le rette sono quelle standard, di circa 100 euro al giorno, per cui una quota è versata dal Comune, che può contribuire entro un tetto massimo, mentre la restante parte è a carico dell’utenza e variabile in base al reddito.
Nessuna falla degna di nota, invece, per quanto riguarda l’architettura della residenza. “La Pia casa – aggiunge il gruppo – è una struttura antica, che vanta delle bellezze straordinarie. Da un punto di vista meramente strutturale abbiamo trovato una situazione ben organizzata, con spazi ampi e locali per svolgere una serie di attività. Le terrazze che si affacciano sul giardino del chiostro, però, sicuramente andrebbero messe in sicurezza, così come alcune colonne”.
Una battaglia su trasparenza e onestà che vede il candidato sindaco sempre più agguerrito nei confronti di quelli che si presentano come i suoi principali rivali nella corsa a Palazzo Orsetti e dei partiti che li sostengono. “La proposta di modifica dell’articolo 38 della Costituzione – dice – che hanno proposto le forze del Pd e del centro-destra (fra cui Giorgia Meloni, contro cui faremo volantinaggio domani in occasione della sua visita), prevede un abbassamento delle pensioni, non solo per le nuove generazioni, in nome di un’equità di trattamento al ribasso. Sull’assistenza si taglia sempre di più ed è giusto che gli elettori del Pd e di Forza Italia lo sappiano: ci stanno mettendo le mani in tasca e per questo stanno pagando soprattutto gli anziani”. La polemica, poi, si sposta su un piano più personale, assumendo toni ancora più duri. “Due candidati – afferma – li vedo come il dottor Faust, perché entrambi hanno fatto un patto con il diavolo. Uno lo rinnega, ripetendo di non essere iscritto ad alcun partito e rivendicando un accordo sottoscritto con i partiti secondo cui sarà lui a comandare. Qui c’è un problema etico di fondo: Santini si candida con gente che rinnega. A Tambellini, invece, impongono tutto, a partire dai capilista, ma accetta di farsi ammanettare per amore della collettività, secondo quanto dice. Personalmente capisco gli imbarazzi di portare le bandiere dei partiti tradizionali, ma non si possono nemmeno fare questi patti sulle spalle della cittadinanza”. Bindocci fa sapere, inoltre, di aver chiesto l’autorizzazione per ispezionare anche il centro di accoglienza alle Tagliate, ma la risposta della prefettura non è ancora arrivata.

 

Jasmine Cinquini

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