I carabinieri sulle tracce del cacciatore in fuga

E’ caccia senza quartiere all’uomo che ha premuto il grilletto del fucile contro Gianfranco Barsi, mentre stava lavorando nell’oliveto di Vitiana insieme al figlio Riccardo. I carabinieri sembrano essere vicini a sciogliere il “giallo” sul volto e il nome del cacciatore che è fuggito dopo aver esploso un colpo contro l’operaio, ferendolo gravemente alla gola, e dopo aver cercato di ferire anche il figlio, riuscito a fuggire tra la vegetazione. Un identikit sarebbe già in possesso degli investigatori, che stanno cercando comunque riscontri e stanno svolgendo accertamenti in grado di dissipare le nubi sul caso e giungere alla svolta. Seguendo, a quanto pare, una pista ben precisa.

Anche se nulla viene lasciato al caso. Si scava nella vita di Gianfranco Barsi, per capire o escludere se l’uomo che ha sparato vantasse o meno qualche conto in sospeso con l’operaio. Al momento soltanto ipotesi, in attesa di avere il racconto di Barsi che oggi gli inquirenti non hanno potuto ascoltare, per ovvi motivi.. Il figlio ha spiegato di non aver mai visto quell’uomo sulla cinquantina e con i capelli brizzolati che ha rivolto l’arma prima contro il padre e poi contro lui stesso. I carabinieri però vogliono accertare se il cacciatore non abbia agito invece in modo premeditato. L’idea di una reazione inconsulta all’invito ad allontanarsi dalla proprietà privata è in piedi, ma va ugualmente dimostrata con riscontri e prove tangibili. Perché, anche agli inquirenti, appare quanto meno stana un esito così spropositato per un alterco nato per futili motivi. Allo stesso tempo, tuttavia, non può essere nemmeno escluso un raptus improvviso di uno squilibrato. Le prossime ore, comunque, sembrano dover essere decisive a sciogliere questi nodi.

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