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Legge di stabilità, Bugli ad Anci: “Facciamo squadra”

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Tutti sperano a febbraio di avere coordinate più precise e che qualcosa migliori: tra tagli annunciati ed altri temuti. A Firenze si è svolto stamani (30 gennaio) l’annuale incontro fra amministratori, funzionari, dirigenti e esperti della pubblica amministrazione, organizzato dall’associazione dei Comuni, per approfondire le novità della legge di stabilità. “Certo è che ad oggi – ammette l’assessore al bilancio della Toscana, Vittorio Bugli – il patto di stabilità verticale incentivato che ha permesso l’anno scorso di distribuire ai comuni toscani 70-80 milioni di maggiore spesa, permettendo a chi aveva i soldi in cassa di superare per una pari cifra i vincoli del patto di stabilità e ridare così fiato ad investimenti bloccati, non sarà ripetibile”. Una nube non di poco conto, assieme alla mina vagante costituita dall’obbligo di pareggio di bilancio dal 2015 anche per la Regione.

“Rischia di essere un problema – avverte l’assessore – perché riduce la possibilità di indebitamento e di contrarre prestiti per finanziare gli investimenti: investimenti necessari per rendere i territori più competitivi e uscire dalla crisi, investimenti già fortemente penalizzati dal patto di stabilità negli anni passati e che rischiano di contrarsi ora ulteriormente”. Da qui una proposta: quella di un gruppo di lavoro tra Regione e Anci, l’associazione dei Comuni, per avanzare proposte comuni al Governo.
Dalla Toscana 1,4 miliardi in cinque anni per risanare le finanze italiane
“Non si può dire che in questo anni non abbiamo fatto la nostra parte: anzi di più” sottolinea Bugli. L’assessore approfitta del meeting così per riepilogare e mettere in fila il contributo pagato negli ultimi tre anni dalle Regioni e dagli enti locali al risanamento dei conti dello Stato: dal 2012 al 2014 sono 110 miliardi tra tagli, ‘contributi di solidarietà’ e minore capacità di spesa, 75 (compresa la sanità) solo dalle Regioni. La Toscana ha visto in particolare uscire dai propri bilanci, nell’arco di una legislatura, 1 miliardo e 400 milioni tra il 2012 e il 2014 e 450 milioni li ha persi nel solo 2015 per l’effetto combinato della manovre Renzi, Letta e Monti. “Non potevamo però più tagliare e mettere a rischio i servizi ai cittadini. Così abbiamo accettato la sfida – conclude Bugli – e provato a ridisegnare una Regione e una pubblica amministrazione diverse, più leggere ma anche più reattive”. “Abbiamo ridotto i costi della politica – riepiloga – , riducendo da 54 a 40 i consiglieri regionali e da 10 ad 8 gli assessori e le rispettive segreterie. Abrogato i vitalizi. Da otto direttori generali siamo passati ad uno, al posto di 114 dirigenti ne abbiamo previsti 70 con 250 dipendenti regionali (quasi un lavoratore su dieci ndr), che andranno in pensione con le regole precedenti alla riforma delle pensioni Fornero”. “Abbiamo anche proposto di ridurre da sedici a sei le Asl del sistema sanitario – prosegue Bugli -. Ci sarà ad aprile una gara unica regionale per il trasporto locale su gomma e invito i Comuni a valutare la stessa strada per le aziende del gas e dell’acqua. Unificheremo il polo aeroportuale e asciugheremo la nostra presenza nelle società partecipate: rinunciando ad esempio alla gestione delle terme o delle fiere, ma continuando a garantire gli investimenti e le infrastrutture necessarie”. Tutte questioni su cui Bugli propone ai Comuni e ai territori una stretta collaborazione.

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