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Scomparsa di Tullio De Mauro, Rossi: “Un grande intellettuale”

“Questo paese aveva ancora tanto bisogno di lui: della sua enorme competenza di linguista, della sua cultura, della sua passione per una scuola capace di formare cittadini consapevoli”. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ricorda Tullio De Mauro, l’illustre studioso della lingua italiana ed ex ministro dell’istruzione scomparso oggi (5 gennaio) all’età di 84 anni. 

“De Mauro – prosegue Rossi – ha sempre avuto ben chiaro nella sua attività di studioso e ricercatore della lingua il nesso tra conoscenze e competenze linguistiche diffuse e costruzione di una società democratica forte e aperta. E in questo momento, in cui spesso con tanta approssimazione e confusione si discute di post verità e di controllo dell’informazione, emergono con ancor maggior valore le sue analisi sugli analfabetismi, strumentali e funzionali, vera piaga del nostro paese”.
“La lezione di De Mauro – continua il presidente – rappresenta non solo un’eredità scientifica preziosa per tutta la cultura e il mondo della ricerca italiani, ma costituisce un monito ineludibile per la politica. Chiede, oggi più che mai, un impegno a rilanciare politiche per la scuola e per la conoscenza: antidoto fondamentale contro la crisi delle democrazie occidentali e per dare un futuro di crescita alle nostre società”.
Anche la vicepresidente e assessore alla cultura, Monica Barni, si unisce al ricordo dello studioso scomparso: “L’Italia ha perso un grande intellettuale, grande non solo perché uno dei più importanti studiosi dei fatti di lingua e dell’educazione linguistica, ma anche perché ha sempre accompagnato il suo studio all’impegno civile, come docente, come assessore regionale, come ministro, contro le diseguaglianze sociali, che sono prima di tutto educative e quindi culturali”.
“Si è sempre battuto – dice ancora Barni – per l’innalzamento dei livelli di istruzione perché tra gli ostacoli che limitano la possibilità di partecipazione alla vita sociale sta l’impossibilità, purtroppo ancora di gran parte della popolazione italiana di accedere alle informazioni necessarie per vivere e l’incapacità di comprendere e controllare ciò che accade intorno. Senza alfabeto, ripeteva spesso, non c’è democrazia; senza alfabeto c’è solo sottosviluppo”.

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