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M5S propone reddito di cittadinanza in Toscana

“Disposizioni regionali sul reddito di cittadinanza”, questa la proposta di legge dei consiglieri Andrea Quartini e Giacomo Giannarelli, del Movimento 5 Stelle, che è stata illustrata oggi (21 marzo), nelle commissioni consiliari affari istituzionali e cultura, presiedute rispettivamente da Giacomo Bugliani (Pd) e Gianni Anselmi (Pd).

Ad illustrare l’atto il consigliere Quartini che, inserendo il provvedimento nel contesto della carta di Nizza e della risoluzione del Parlamento europeo dello scorso gennaio, ha chiarito che “il reddito di cittadinanza non è una misura meramente assistenziale, ma mira a contrastare la povertà e a garantire i diritti sociali: chi ha reddito non è ricattabile e può quindi autodeterminarsi”. Il consigliere ha quindi parlato di “misura economica che va verso una democrazia più compiuta, investendo nel lavoro e nella salute, ricalcando i principi fondanti della nostra Costituzione”. Tale misura, secondo i dati forniti dall’Irpet e dai Centri per l’impiego, riguarderebbe in Toscana circa 54mila nuclei familiari in condizioni di povertà assoluta. Un intervento pensato su tre anni, che per la Regione si tradurrebbe in 58 milioni di euro per il 2017, 114 milioni per il 2018 e 113 per il 2019. Dopo essere entrato nei dettagli della proposta di legge, Quartini ha chiarito anche che questa decadrebbe, se fosse approvata una legge a livello nazionale, ma al momento “è un segnale importante di lotta alla miseria e alla povertà, che parte dalla Toscana ed è finalizzato al rilancio del lavoro e dell’economia”.
Ad aprire il dibattito il presidente del Partito democratico, Leonardo Marras, che ha chiesto di poter approfondire e stabilire il percorso nelle commissioni, su un tema che va al di là delle competenze specifiche della Regione e invita tutti a lavorare insieme: “Noi avevamo parlato di reddito di solidarietà attiva, ma al di là dei termini è necessario ricercare uno spazio nelle politiche regionali per andare incontro ai cittadini”.
Anche per il portavoce dell’opposizione, Claudio Borghi, che ha chiesto chiarimenti sulla proposta di legge, questo tema va al di là della propaganda. Come sottolineato da Quartini: “La nostra proposta è integrabile ed emendabile; se si arriva ad una legge su questo tema è merito di tutto il Consiglio e della giunta che può venirci incontro”. Il confronto tra le diverse posizioni si svolgerà in commissione – ha concluso il presidente Anselmi – e il percorso di approfondimento sarà reso noto quanto prima.

Borghi (Lega Nord): “Una pacchia per immigrati e rom”
“Il reddito di cittadinanza del M5S è un imbroglio”. Lo afferma il Consigliere regionale e responsabile economico della Lega Nord Claudio Borghi Aquilini commentando l’arrivo del disegno di legge in Regione Toscana: “Chiunque si fosse illuso di avere diritto al tanto sbandierato reddito di cittadinanza in quanto disoccupato si metta il cuore in pace: per averlo occorre non solo un reddito familiare inferiore a 9mila euro annui, ma anche un parametro Isee inferiore a 6500 euro. Per la prima volta questo parametro, mai rivelato dal M5S, è scritto nero su bianco e mi è stato confermato ufficialmente dietro mia precisa domanda che si tratta dello stesso parametro previsto per la proposta di legge nazionale. Quindi basta avere una casetta di proprietà o la liquidazione incassata al momento del licenziamento per essere fuori. Inoltre è previsto che tale misura sia anche ad appannaggio degli stranieri purché residenti in Italia da tre anni. Fine dei sogni di gloria per i disoccupati e inizio della pacchia per immigrati e rom, sempre strutturalmente nullatenenti all’anagrafe”.
“C’è di più – continua Borghi Aquilini – questo pseudo reddito di immigrazione assorbe le altre misure di sostegno alla disoccupazione, quindi paradossalmente chi adesso riceve qualche sostegno, cassa integrazione straordinaria inclusa, potrebbe perderlo se fosse sopra soglia Isee. Per capire poi quanto strampalate siano le proposte del m5S basti pensare che i conti presentati in regione sono sbagliati di un fattore 13 con coperture di 114 milioni a fronte di un costo di 1,4 miliardi. Se il M5S la smettesse di ingannare i cittadini con proposte assurde e pensasse di più a lavorare con noi per recuperare sovranità monetaria e creare lavoro vero e non elemosina, sarebbe una buona cosa per tutti”.

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