Partecipazione e terzo settore, seminario a Lucca

Una crisi profonda di legittimità della politica e di fiducia nelle istituzioni, comprese quelle europee, nel contesto della quale nemmeno la partecipazione dal basso nelle associazioni del terzo settore è sufficiente per ora a far cambiare la rotta. Ma è proprio dalla partecipazione sui territori che gli italiani ripongono maggiori speranze. Parlano chiaro i dati della prima rilevazione Centro statistica aziendale (Csa) e Fondazione Volontariato e Partecipazione (Fvp) nell’ambito del nascente osservatorio permanente sul volontariato ed il terzo settore italiano. I dati vengono diffusi il giorno dell’inaugurazione del seminario di formazione Fondamenti di politica. Il volontariato come scuola di democrazia partecipativa organizzato a Lucca dal Centro Nazionale per il volontariato e dalla Fondazione Volontariato e Partecipazione.

L’Osservatorio permanente sul volontariato e terzo settore
Nell’ambito della ricerca sociale e del dibattito sul terzo settore, la Fondazione Volontariato e Partecipazione ha avviato un programma di rilevazioni su vari ambiti tematici di forte interesse per il terzo settore stesso. Un programma svolto in collaborazione con il Centro di statistica aziendale e che vedrà l’apporto di altri importanti centri di ricerca. Csa, tramite i propri strumenti di rilevazione statistica e demoscopica (Telepanel), fornirà al progetto dati aggiornati sul “sentiment” degli italiani con una cadenza periodica; le rilevazioni sono condotte su di un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana residente.

Il seminario di formazione di Lucca
I dati sono diffusi all’interno del seminario di formazione civile residenziale #Fondamenti di democrazia, promosso dal Centro Nazionale per il Volontariato e dalla Fondazione Volontariato e Partecipazione. Democrazia minacciata e ruolo “ricostituente” del volontariato e della partecipazione civica sono i temi al centro del seminario che si svolge l’8 e il 9 settembre. Un appuntamento di riflessione e approfondimento rituale per la rete del Cnv che si tiene quest’anno nel convento di San Cerbone sulle colline lucchesi.
Il seminario inizia alle 16 di oggi (8 settembre) con l’introduzione del presidente del Cnv Edoardo Patriarca e della Fondazione Volontariato e Partecipazione Alessandro Bianchini con la prima sessione La democrazia minacciata. Ospiti di questa prima sessione saranno Vittorio Sammarco, giornalista e docente di giornalismo sociale e comunicazione politica all’Università Pontificia Salesiana di Roma; Franco Garelli, sociologo e autore; Michele Nicoletti, parlamentare e presidente della Delegazione Italiana all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.
I lavori riprenderanno domani (9 settembre) alle 9 con la seconda sessione intitolata Democrazia globale?. I relatori saranno Bernardo Venturi, ricercatore, esperto in gestione civile delle crisi, sicurezza e difesa comune, peacebuliding, cooperazione allo sviluppo e affari africani dell’Istituto affari internazionali; Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo; Pierluigi Castagnetti, Board della Casa della Storia europea a Bruxelles.
La terza sessione sarà interamente dedicata alle sfide della riforma del terzo settore “luogo di rigenerazione democratica” con l’avvocato ed esperto di diritto sanitario, sociosanitario e sociale Luca Degani e il commercialista Giovanni Mario Colombo. La sessione conclusiva dibatterà gli aspetti rilevanti della riforma del terzo settore e verrà moderata dal giornalista di Avvenire Luca Liverani con ospiti Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Terzo Settore, Stefano Tabò, presidente di CSVnet e Fulvio Vicenzo, membro dell’esecutivo Associazione Ong italiane.

Il tema del seminario
“Il tema di quest’anno – commenta il presidente del Cnv Edoardo Patriarca – richiama la missione della politica e la funzione propedeutica dell’esercizio della partecipazione nelle organizzazioni di volontariato e di terzo settore: in un dibattito quotidiano spesso imbarbarito e distante dalla società, la provocazione è contemplare il senso alto della politica e l’obbligo etico del volontariato di continuare a preparare cittadini e dirigenti di domani”.

La sfiducia nella politica: i primi dati dell’Osservatorio
Per arricchire le analisi dei relatori, Fvp e Csa hanno svolto nel mese di agosto l’indagine telepanel su un campione di circa 3400 rispondenti, avviando le attività dell’Osservatorio. La sfiducia nella politica è molto alta: il 77,1% degli italiani pensa che oggi chi si impegna in politica lo faccia più per interesse personale che per dare un contributo alla società. Solo il 6,9% pensa il contrario. Solo il 23,2% crede nella “missione della politica”. Il 62,6% pensa che i partiti siano sorpassati. Chi pensa che i partiti siano superati ritiene in maggioranza (57,9%) che si debba fare politica partendo dal basso impegnandosi in Comuni e Provincie oppure in associazioni e movimenti (26,5%). In crisi anche la “cittadinanza europea”: solo il 7,2% si sente più europeo che italiano.
“Il sociale, quello sano e rigenerativo – commenta Patriarca -, è ancora poco raccontato e poco ascoltato. Ma rappresenta un deposito di esperienza, di cultura politica e democratica che non può essere dimenticato e non chiamato all’appello per rigenerare una democrazia sfiancata e indebolita. Anche per contrapporre alle comunità rabbiose le comunità di cura e operose”. “Questi dati -aggiunge Bianchini- dimostrano la necessità di lavorare per coltivare una cultura della partecipazione e dell’impegno che possa contribuire a colmare il vuoto di fiducia che si è formato fra cittadini, corpi intermedi e istituzioni. In tal senso il ruolo del terzo settore e della cittadinanza attiva è fondamentale”.

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