Carceri, Patriarca (Cnv) dopo incontro con il ministro: “Puntare sulle misure alternative per il recupero”

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“Un incontro importante e significativo. Una dimostrazione di apertura e dialogo che getta le basi per costruire una relazione più solida tra il Ministero della giustizia e il terzo settore che da anni, quasi in silenzio, con non poca fatica si impegna sui territori lavorando coi detenuti. Dentro e fuori dalle carceri”. È così che Edoardo Patriarca, presidente del Centro nazionale per il volontariato, commenta l’incontro col ministro Andrea Orlando, che nei giorni scorsi ha incontrato alcuni rappresentanti del gruppo di lavoro La certezza del recupero. Un cartello trasversale e rappresentativo nato un anno fa su impulso del Cnv e coordinato, oltre che dal Centro, anche dalle due principali reti nazionali: Seac (Coordinamento enti e associazioni di volontariato penitenziario) e Cnvg (Conferenza nazionale volontariato giustizia).

Obiettivo del gruppo di lavoro è il riconoscimento e l’istituzionalizzazione delle strutture di accoglienza, il potenziamento delle misure alternative alla detenzione e la valorizzazione di tutte quelle esperienze di esecuzione penale esterna mediante le quali è possibile dare operatività ed efficacia a un rinnovato sistema penale. A questo cartello – tra gli altri – hanno aderito Caritas, Centro accoglienza Padre Nostro di Palermo, Sesta Opera San Fedele di Milano, la Comunità Papa Giovanni XXIII e molte altre realtà del terzo settore.
“Il potenziamento delle misure alternative alla detenzione si rende indispensabile non solo in relazione al sovraffollamento delle carceri, ma anche e soprattutto in ordine a una diversa concezione della pena”, spiegano i componenti del gruppo ‘La certezza del recupero’. “Pensiamo a provvedimenti più rispettosi della dignità umana e più efficaci ai fini dell’utilità sociale. Il ricorso alle misure alternative – aggiungono – abbassa infatti il tasso di recidiva dall’80% al 15% e la diminuzione di un solo punto percentuale della recidiva corrisponde a un risparmio di circa 51 milioni di euro l’anno. Insomma, favorire il processo di reinserimento rappresenta un evidente vantaggio, sia in termini di sicurezza sia sul piano economico”.
Oltre a Patriarca, all’incontro col Ministro Orlando erano presenti anche Luisa Prodi (presidente Seac), Alessandro Pedrotti (vicepresidente Cnvg), Maurizio Artale (presidente Centro accoglienza Padre Nostro) e don Sandro Spriano (cappellano del carcere di Rebibbia, in rappresentanza di Caritas).
“Ben oltre l’emergenza, è arrivato il momento di progettare un nuovo modello di carcere. È quindi necessario stabilizzare e strutturare le misure alternative alla pena. Un percorso che anche il Ministro Orlando condivide”, conclude Patriarca. “Occorre avere coraggio e intervenire per offrire nuove soluzioni a un sistema che, per come lo conosciamo, ha costi altissimi, un alto tasso di recidiva e che, nei fatti, non migliora le condizioni di sicurezza. Entro la fine di settembre il gruppo ‘La certezza del recupero’ incontrerà di nuovo il Ministro Orlando. Perché il volontariato e tutto il terzo settore rappresentano davvero la chiave di volta di un cambiamento ormai necessario”.

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