Niente Iva per il terzo settore. Presentato a Lucca il sondaggio dell’istituto italiano della donazione

E’ stata presentata oggi (7 settembre) a Lucca l’indagine #NoProfitNoIva realizzata dall’Istituto Italiano della Donazione (Iid) in collaborazione con Corriere Sociale. Dichiara l’onorevole Edoardo Patriarca, presidente dell’istituto: “Abbiamo realizzato un sondaggio telefonico intervistando 4mila italiani sul tema della tassazione al non profit per presentarne i risultati oggi, in occasione del seminario L’essenziale è invisibile agli occhi organizzato dal Centro Nazionale per il Volontariato. Dalla ricerca emerge che il 65 per cento del campione non sapeva che anche il non profit fosse soggetto ad Iva prima che avesse inizio la campagna #NoProfitNoIva promossa da Corriere Sociale e Tg La 7. Una percentuale destinata a salire all’84 per cento se interrogata sulla legittimità di questo fatto: quasi il 50 per cento chiede che il non profit non paghi l’Iva, mentre un 36 per cento si dice d’accordo ad un’Iva molto più agevolata. Un dato questo che è ampiamente confermato dal successo che sta avendo, anche via social media, la campagna #NoProfitNoIva”.

Gli intervistati si dividono in parti uguali quando vengono chiamate in causa le donazioni in favore dei partiti politici. Un primo terzo si dichiara favorevole al fatto che continui ad essere più conveniente donare ad un partito, un secondo terzo chiede che sia più agevolata la donazione ad associazione benefiche e la restante parte desidera che le due donazioni siano equiparate. “Un dato molto interessante – commenta Patriarca – perché ci permette di riflettere sul fatto che sia il non profit che la politica sono chiamati, oggi più che mai, a farsi interpreti delle istanze dei territori e dei cittadini, per far si che questi ultimi si riconoscano nel loro operato”.
Ma quanto donano gli italiani in un anno? Quasi un quarto non dona affatto, mentre il 60 per cento dona una cifra inferiore a 100 euro. “È importante però sottolineare – conclude Patriarca – che quasi l’80 per cento si dichiara disposto ad aumentare questa cifra se solo potesse godere di maggiori agevolazioni fiscali. Un dato questo molto importante che ci dà maggiore energia per proseguire il cammino iniziato con la riforma del terzo settore verso l’obiettivo di riformare la tassazione che grava sul terzo settore”.

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