Separazioni, a Lucca dilaga la pratica collaborativa

Un nuovo modo di approcciarsi alla risoluzione dei conflitti familiari, capace di ridurre drasticamente le spese e, soprattutto, l’impatto sulla vita dei figli. Sta prendendo sempre più piede, anche a Lucca, la Pratica collaborativa: trattasi di un nuovo metodo, di importazione anglosassone, che consente di gestire il percorso della separazione senza dover passare per le aule dei tribunali, mettendo al centro le necessità dei coniugi e cercando soluzioni su misura.

 

“E’ soprattutto un metodo che invita la coppia a guardare al futuro”, spiega l’avvocato Lucia Miliardi, intervenuta oggi (22 febbraio) a Lucca, per parlare del prossimo incontro che si terrà a Firenze (il 18 marzo dalle 13,30 alle 19, nell’auditoriom della Cassa di risparmio di Firenze). Con lei anche Carla Marcucci, presidente della Aiadc, che sta per Associazione italiana professionisti collaborativi, ed altre colleghe legali, ma anche psicologhe. “La forza del team – spiega Marcucci – è proprio questa: tanti professionisti diversi che si uniscono per conseguire un unico obiettivo”.
L’associazione è stata fondata nel 2010 ed ha sede a Milano: oggi conta circa 200 iscritti, una sessantina dei quali sono avvocati (20 in Toscana, 10 a Lucca). “A Lucca abbiamo portato avanti tre casi con questa nuova tecnica – ricorda Miliardi – e molti altri clienti stanno aderendo. Sta a noi legali consigliare questo genere di percorso, improntato al protagonismo delle parti. Inoltre, nel caso di fallimento delle trattative, i legali che hanno assistito le parti non potranno essere gli stessi anche in sede di giudizio”.
La differenza da una separazione consensuale standard, ma anche da un procedimento di mediazione, la spiega l’avvocato Marcucci: “Con questo percorso i coniugi non demandano lo svolgimento della pratica ad un legale, ma diventano parti attive del processo, acquisendo strumenti che saranno utili anche per la vita futura. Il risparmio economico è innegabile: i processi spesso durano anni e richiedono l’ausilio di due avvocati, consulenti tecnici d’ufficio e di parte, comportando spese molto alte. Con questo metodo, invece, riusciamo a risolvere tutto nell’ambito di 7-8 incontri: si tratta di scegliere di lasciarsi da persone perbene, anche nell’interesse dei figli”. Ed è proprio per evitare possibili ripercussioni psicologiche che del team fanno parte esperti del settore di chiara fama, oltre a contabili, commercialisti e ad altre figure professionali indispensabili.
Quella di Firenze è una delle molte iniziative pensate per portare questo strumento sempre più alla ribalta: verrà fatto un processo fittizio e l’avvocato Marcucci dimostrerà i pregi della pratica collaborativa. “Abbiamo dovuto formarci con le tecniche già in uso negli Stati Uniti – rivelano gli avvocati – dove si può tranquillamente parlare di legali 2.0, che svolgono gran parte del lavoro in studio, senza perdere anni per tribunali. Inoltre, partecipando ad ogni incontro, i coniugi hanno la reale percezione del lavoro svolto e possono capire come i loro soldi siano ben spesi”.
La partecipazione all’incontro è gratuita e fornisce crediti formativi agli avvocati: per info contattare segreteria.ppc@gmail.com (per gli avvocati l’iscrizione avviene tramite FormaSfera).

Paolo Lazzari

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