Giuseppe Carta espone con “Orti della germinazione” a Pietrasanta foto

Un peperoncino di 16 metri, immagine iconica e tradizionale, pop per la sua naturale cromia, sempre attuale e carica di simbolismi; emerge dal sottosuolo e si innalza verso il cielo. Con la sua superficie mossa da sporgenze e rientranze, cattura la luce e la diffonde nell’ambiente circostante inondandolo di suggestioni.

È così, all’insegna della meraviglia, che la mostra Giuseppe Carta. Orti della germinazione accoglie il pubblico nella piazza del Duomo di Pietrasanta. Da domenica (26 febbraio) all’11 giugno l’ampia antologica raccoglie circa cento opere, tra sculture monumentali e non – in bronzo, marmo, alluminio e resina – e oli su tela, esposte nella già citata Piazza del Duomo, nella prospiciente chiesa di Sant’Agostino e sul pontile di Forte dei Marmi.
“Dalla pittura a olio, di cui è vertiginoso interprete attraverso una particolare forma di realismo – scrive il curatore Luca Beatrice – Giuseppe Carta affronta ora lo spazio pubblico dell’arredo urbano con la scultura di grandi dimensioni, confrontandosi con una delle piazze più suggestive d’Italia. I suoi peperoncini rossi, atterrati come alieni mansueti a Pietrasanta, riscaldano l’ambiente e il cuore. Più che mai il potere afrodisiaco dell’arte colpisce nel segno. La regia di Alberto Bartalini, eccentrico produttore di idee, arricchisce un allestimento onirico e surreale”.
La personale è promossa da Arte Contemporanea Italiana e dal comune di Pietrasanta ed è realizzata grazie all’attiva partecipazione e collaborazione della Fonderia Artistica Mutti Francesco, della Gbc Marmi srl, de La Fenice Marmi srl e della Eurit srl.
Concepita come un articolato e armonioso allestimento scenico, la mostra vede oltre alla curatela di Beatrice, l’orchestrazione registica di Alberto Bartalini.
“La volontà – spiega Bartalini – è stata quella di trasformare gli spazi urbani in luoghi di germinazione di pensiero: frutta, verdura, peperoncini rossi e melagrane quali simboli di fertilità e impulso alle idee. Di grande stimolo per il mio lavoro è stato il connubio tra l’arte classica del luogo, la pittura e la scultura realista del maestro Giuseppe Carta e il suo linguaggio pop, con le macro dimensioni delle opere”.
Fil rouge del nucleo di lavori, come sempre in Carta, è la natura: frutti e ortaggi sono ritratti tanto nei loro momenti di massimo splendore quanto in quelli di caducità, evoluzione e marcimento. La Natura, per l’artista, è sempre foriera di bellezza e di nuova vita anche laddove apparentemente la vita non c’è più.
Nato in Sardegna, dove vive e crea le sue opere presso la sua Fondazione sulle colline di Banari, in provincia di Sassari, Carta non potrebbe mai prescindere dallo stretto rapporto con l’elemento naturale: in veste di contadino, ogni mattina, osserva tutte le trasformazioni che sono avvenute nei suoi terreni durante il giorno.
Nella Piazza del Duomo germogliano quindi altri cinque peperoncini, piccanti simboli di prorompente vitalità e con essi il pensiero, le emozioni, la creatività. Sulla scalinata della chiesa, un asino d’alluminio in fremente tensione lancia il suo raglio.
Una pera in marmo è un particolare omaggio al territorio che ospita l’esposizione: Giuseppe Carta ama il marmo per l’eleganza della materia che regala alle sue sculture trasparenze e velature, le stesse che raggiunge dipingendo le sue nature morte.

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