
“Vado a Pilates”: quando sentiamo questa frase molti di noi si immaginano una sala piena di signore che svolgono esercizi di ginnastica posturale piuttosto lenti e noiosi. In realtà ci siamo mai chiesti che cosa sia il Pilates? Prima di tutto, il Pilates è una disciplina e non una semplice ginnastica. Ma partiamo spiegando chi era, Pilates. Joseph Hubertus Pilates nasce nel 1883 in Germania affetto da gravi patologie fisiche tra le quali asma, rachitismo e febbre reumatica.
Per questo motivo sviluppa una muscolatura debole, che gli causa alterazioni posturali e anchilosi articolare. Questi problemi lo indirizzano a un attento studio del corpo umano, portandolo a scoprire un nuovo modo per rinforzare e rinvigorire la muscolatura attraverso l’esercizio fisico. La profonda conoscenza dell’anatomia umana, unita alle filosofie orientali, alla respirazione dello yoga, ai metodi di allenamento dei Greci e Romani e a un’attenta osservazione del movimento degli animali (in particolar modo dei gatti), permisero a Joseph Hubertus Pilates di sviluppare un metodo riabilitativo talmente efficace da essere utilizzato durante la Prima Guerra Mondiale per la cura dei soldati inglesi. L’intuizione di Joseph Hubertus Pilates fu quella di trasformare i letti ospedalieri nel campo di concentramento all’Isola di Man in veri e propri strumenti di riabilitazione attraverso l’aggiunta di molle posizionate in fondo ai letti dei feriti, che permisero loro di svolgere esercizi da sdraiati e in uno spazio limitato. Finita la guerra Pilates ritornò in Germania, dove si dedicò anche alla riabilitazione dei reduci e alla preparazione, a livello di autodifesa, della polizia militare di Amburgo. Studiando il movimento dei lettini creati con le molle attaccate alla base provò a installare delle corde all’estremità opposta del letto e successivamente aggiunse anche delle carrucole (fu l’inizio dell’origine di due macchine del metodo Pilates: la cadillac e il reformer). Per la sua notorietà e per il riscontro dell’efficacia del suo metodo, tra il 1923 e il 1926, Joseph fu invitato ad allenare il nuovo esercito tedesco, ma rinunciò all’incarico decidendo così di trasferirsi definitivamente a New York. Nel 1926 Joseph e Clara (la donna che successivamente diventerà la sua seconda moglie moglie, conosciuita sulla nave dalla Germania all’America) aprirono, al numero 939 della Eighth Avenue di Manhattan, uno studio per permettere l’applicazione del metodo Pilates. Nello studio iniziò a lavorare con gli strumenti e le macchine creati studiando altri due macchinari, la wunda chair e le big barrel e step barrel. Questa disciplina intende portare l’individuo a muoversi con grazia ed equilibrio, permettendo allo stesso tempo di correggere e migliorare la postura con un lavoro centrato sul core (centro del corpo). Obiettivo che può essere raggiunto attraverso sei principi fondamentali.
Concentrazione: importante affiché si possano eseguire correttamente gli esercizi richiesti; è pertanto necessario prestare molta attenzione a ogni movimento, in quanto ogni parte del corpo ha una sua importanza e nulla quindi deve essere trascurato o ignorato.
Controllo: nulla nel metodo Pilates è casuale, quindi è necessario non solo tenere sotto controllo il movimento dell’articolazione interessata dall’esercizio in corso ma anche il resto del proprio corpo. Muoversi senza controllo può portare a infortunarsi; la tecnica Pilates insegna quindi ad avere il pieno controllo del proprio corpo e a non essere esclusivamente al suo servizio.
Baricentro: il baricentro è il fulcro del metodo Pilates, sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista strutturale. Joseph Hubertus Pilates definiva ‘powerhouse’ (casa della forza) o ‘girdle of strength’ (cintura di forza) l’area compresa tra la parte finale della cassa toracica e il bacino. Un appropriato sviluppo del lavoro sul baricentro significa minor dispendio energetico e una ridotta incidenza di infortuni e di sintomatologia dolorosa posturale lombare e dorsale.
Fluidità: nessun movimento, nell’esecuzione degli esercizi del metodo Pilates, deve essere eseguito in modo rigido e contratto. Così come non deve essere né troppo rapido né troppo lento. Nel movimento ci deve essere armonia, grazia e fluidità affiancata al controllo del movimento stesso.
Precisione: la precisione è un altro aspetto fondamentale che deriva dal controllo. La mancanza di controllo nell’esecuzione di un esercizio del metodo Pilates porta inevitabilmente alla sua scorretta interpretazione ed esecuzione. Dalla precisione dei movimenti origina il bilanciamento del tono delle varie regioni muscolari che si traduce, nella vita di tutti i giorni, nella grazia ed economia di movimento.
Respirazione: una fluida e completa inspirazione ed espirazione sono parte di ogni esercizio del metodo Pilates. La respirazione deve essere correttamente coordinata con i movimenti. Per questo ogni esercizio del metodo Pilates è accompagnato da istruzioni per una corretta respirazione.
Quello che a oggi conosciamo come metodo Pilates in origine venne chiamato Contrology perché, secondo Joseph Hubertus Pilates, tutto si basava sulla convinzione che la determinazione fosse in grado di far controllare alla mente i muscoli del corpo. Per chi decide di avvicinarsi al Pilates gli esercizi diventeranno una sfida costante con il proprio corpo perché è sempre possibile fare meglio coinvolgendo più muscoli e controllando sempre di più i movimenti. Il Pilates ha lo scopo di rinforzare il corpo senza aumentare la massa muscolare, sviluppare fluidità e precisione dei movimenti, migliorare e al tempo stesso correggere la postura. Per approcciarsi correttamente al Pilates è necessario rivolgersi a uno studio specializzato. Il nostro è in via Savonarola a San Concordio. Maggiori informazioni sul sito www.pilateslucca.com o sulla nostra pagina Facebook, Studio Pilates Lucca.
Federica De Santi
insegnante di Pilates