Cerato, il fiore dell’incertezza

26 luglio 2018 | 17:47
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Cerato, il fiore dell’incertezza
Cerato, il fiore dell’incertezza
Cerato, il fiore dell’incertezza

Cerato, ceratostigma wilmottiana, fu scoperto dal dottor Bach nel 1930 ed era il solo dei 12 rimedi fino ad allora scoperti che non cresceva selvatico in Inghilterra ed era difficile da trovare anche come pianta coltivata. È un arbusto originario del Tibet, terra di saggezza, e quando si trova in piena fioritura la grande massa dei suoi fiori blu profondo quasi nasconde le piccole foglie e i suoi gambi picchiettati di rosso. Bach scoprì cerato nel giardino di un villaggio vicino al mare e fu così colpito dalla bellezza dei suoi fiori che chiese il permesso di raccoglierli. 

Bach inserì questo fiore nel gruppo dell’indecisione e dell’insicurezza, e rappresenta il rimedio utile per le persone che hanno poca fiducia nel proprio giudizio. Quando si trovano a dover prendere una decisione, non hanno esitazione né difficoltà a decidere. Tuttavia, in un secondo tempo, cominciano ad avere dei dubbi e non si sentono più così sicure di avere preso la giusta decisione. Iniziano così a chiedere opinioni e consigli agli altri e finiscono a ritrovarsi assolutamente confusi oppure addirittura a fare qualcosa che dentro di loro sanno non essere giusto. Vi è mai capitato uno stato emotivo appena descritto in cui non vi sentiti mai sicuri di nulla, anche nell’ultima cosa scelta e intrapresa e cominciate a porre domande sul da farsi, continuamente a tutti come ‘che faresti al posto mio?’, ‘che devo fare?’, ‘mi hanno detto che… e tu che dici?’, con il risultato di essere ancora più dubbiosi e confusi. Bach descrive le persone che hanno bisogno di cerato come quelli che non hanno sufficiente fiducia in se stessi per prendere le proprie decisioni. Chiedono costantemente consiglio agli altri, e spesso vengono fuorviati.
Assumere cerato significa imparare a riappropriarsi del proprio giudizio, dare meno importanza all’opinione altrui e sentire con più chiarezza la propria voce interiore. Ciò aumenterà la fiducia in noi stessi: l’intuizione così nutrita diventerà forte e chiara e sarà più facile ascoltarla. Impareremo che essere in contatto col nostro sé significa essere noi stessi per fare ciò che realmente desideriamo. “Le nostre anime sono perfette, essendo figlie del Creatore, e tutto quello che ci dicono di fare è per il nostro bene” questo scrive Bach nel suo libretto Libera te stesso, nel quale esorta il lettore a riconoscere e seguire profondamente la propria intuizione. Secondo Bach ognuno di noi nasce con questa dotazione di cui facciamo particolarmente uso quando siamo bambini. Poi crescendo ci troviamo a fare i conti con il giudizio, la paura, le condizioni che ci vengono imposte dall’esterno e che ci portano a controllare, a reprimere o a limitare l’intuito sostituendolo con la logica e la razionalità. Nel tempo e durante la nostra crescita quindi siamo stati più o meno tutti allontanati dalla capacità di ascoltare questa importante voce ed avendola relegata nei luoghi più nascosti del nostro sé si tratta di andare a recuperarla e di ridarle il potere che si merita. Occorre ritornare ad allenarla per poterla utilizzare come strumento pratico, molto utile per risolvere i problemi e le difficoltà di ogni giorno. Cerato rappresenta l’essenza cardine che aiuta a ristabilire un contatto con la nostra saggezza interiore, il nostro tesoro più prezioso, ad ascoltare quella piccola voce tranquilla che ci parla attraverso la nostra intuizione, i nostri istinti, i nostri ideali e che ci offre l’occasione di guardare dentro di noi e di riscoprire le nostre risorse e di sentire cosa suggerisce la nostra anima di sentirsi a casa con noi stessi.
Le informazioni proposte in questo articolo non sostituiscono in nessun caso il parere di un medico o di uno psicologo. Servono solo a dare indicazioni da un punto di vista floriterapico per mantenere o ritrovare uno stato di benessere.

Tamara Del Fava
 consulente fiori di Bach Bfrp
(Bach foundation registered practitioner)