
L’infiammazione alla prostata è un disagio più che comune in Italia ma spesso sottovalutato: si calcola che l’8,2% degli uomini ne soffra almeno una volta nella vita, e viene ritenuto il problema più diffuso del tratto urinario tra gli uomini con meno di 50 anni e il terzo tra gli over 50. La società italiana di urologia (SiU) ha stimato che sono quasi 7 milioni gli italiani che soffrono di ipertrofia prostatica benigna. L’incidenza dell’infiammazione cresce con l’aumento dell’età, arrivando a interessare il 65% dei sessantenni e ben l’80% dei settantenni.
Il problema maggiore dell’infiammazione alla prostata è che spesso purtroppo non viene identificata e curata per tempo, spesso perché si tende a sottovalutarne la portata. Meno del 50% degli uomini che soffrono di problemi legati al tratto urinario, infatti, si rivolgono al proprio medico. Sembrerebbe che gli uomini italiani si ostinino a sopportare dolori e sintomi, quasi fossero rassegnati ad un problema erroneamente associato all’età. In realtà se affrontata in tempo la malattia potrebbe essere curata facilmente e senza ulteriori complicazioni, prima che porti a disagi maggiori, spesso irreversibili.
Sintomi
Per poter individuare l’insorgere dell’infiammazione alla prostata, comunemente chiamata prostatite, è bene avere un’idea generale dei suoi sintomi, almeno per riconoscere quei campanelli d’allarme che consentono di richiedere un parere più approfondito al proprio medico. Sarà poi quest’ultimo a valutare la necessità o meno di fare accertamenti ed esami e a prendere i giusti provvedimenti. L’iter diagnostico della prostatite è purtroppo lungo e articolato, particolarmente perché prevede l’indagine approfondita delle tipologie del disturbo e delle diverse cause. Una volta diagnosticato il problema in modo corretto il medico potrà procedere con una serie di provvedimenti che consistono di solito nell’utilizzo di farmaci e di cure (4-8 settimane) che possono essere integrate con l’aiuto di rimedi naturali per la prostata.
Tra i sintomi più tipici vi è un forte dolore nella zona pelvica e/o allo scroto, che può arrivare a volte a comprendere anche aree della bassa schiena e la fascia interna della coscia. In genere comunque il dolore persiste nell’ area soprapubica e perineale.
Strettamente collegati alla prostatite sono inoltre tutti i problemi collegati alla minzione e al tratto urinario. Può essere presente dolore, localmente nel tratto uretrale o più generalmente nel pene, dopo o durante la minzione e spesso si può verificare un aumento della minzione, di solito 8 o più volte al giorno. In genere, è comunque buona prassi monitorare qualsiasi cambiamento legato alla minzione, come l’urgenza di urinare e l’impossibilità di ritardarla o un getto urinario debole e/o intermittente. Particolarmente da tenere sotto controllo è la nicturia, ovvero il bisogno di urinare frequentemente durante il sonno che, durante i casi di prostatite acuta, aumenta esponenzialmente.
Si può inoltre a volte notare la presenza di sangue nello sperma, la percezione di febbre e brividi e sensazioni di nausea e vomito. Quest’ultimi sono però sintomi più diffusi nei casi di prostatite batterica acuta che può addirittura causare un vero e proprio blocco urinario.
Le cause della prostatite
Vista la diffusione del problema c’è da chiedersi se sia realmente possibile eliminarlo o almeno limitarne l’incidenza.
Per rispondere a questa domanda bisogna però prima avere chiara l’origine dell’infiammazione, che varia da caso a caso e dipende dal tipo di prostatite. Essa si può dividere principalmente in 4 tipi:
– la prostatite acuta di origine batterica
– la prostatite cronica di origine batterica
– la prostatite cronica non-batterica
– la prostatite sintomatica
Nel caso delle prostatiti batteriche per esempio, i fattori di rischio maggiori risiedono nella presenza di infezioni nel tratto urinario o a livello testicolare. Queste, a loro volta, possono essere causate dalla scarsa assunzione di liquidi (nel caso delle infezioni alle vie urinarie) o dall’avere rapporti sessuali non protetti, particolarmente con persone affette da malattie sessuali trasmissibili. Inoltre, chi soffre di malattie immunodepressive è più soggetto a rischio di infiammazione della prostata e anche chi ha subito nel corso della vita microtraumi ripetuti, come quelli che possono avvenire durante l’equitazione o in bicicletta.
Altri fattori di rischio sono inoltre lo stress e, ovviamente, l’età che gioca un ruolo determinante.
Da non dimenticare che la maggior parte della infezioni batteriche partono dalla flora intestinale e che è quindi buona regola seguire un’alimentazione corretta e bere molta acqua.
Nel caso invece della prostatite non-batterica, le possibilità di prevenzione sono più limitate, poiché essa proviene essenzialmente da una familiarità a livello dell’organismo che causa un’infiammazione graduale e persistente.