Altopascio, Marchetti a Renzi: “Mantenga le promesse”

19 giugno 2014 | 09:38
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Altopascio, Marchetti a Renzi: “Mantenga le promesse”

“Spero che chi vuole criticare la mia lettera a Renzi almeno la legga e non inserisca il pilota automatico dei pregiudizi”. Il sindaco di Altopascio Maurizio Marchetti ha preso foglio elettronico e tastiera e ha scritto un accorato appello al premier affinché mantenga le promesse e modifichi il patto di stabilità: “Quando era sindaco Renzi lo chiamava patto di stupidità, ora deve fare qualcosa, invece dei nuovi tagli che ha varato il suo governo che mettono ancora più in ginocchio gli enti locali. Per il momento il verso non è cambiato per nulla”.
Altro elemento di riflessione le scuole: “Come penso la stragrande maggioranza dei comuni italiani – spiega il primo cittadino altopascese – abbiamo inviato la documentazione richiesta per ottenere i finanziamenti per interventi nelle scuole. A oggi Renzi non ci ha nemmeno risposto. Però voglio andargli incontro e gli dico: se non avesse i soldi per onorare il suo impegno, a me va bene che lui tolga gli interventi scolastici dal patto di stabilità. Chi come Altopascio ha soldi da spendere potrebbe realizzare interventi scolastici nel periodo giusto”.

Ecco il testo integrale della lettera
Con la presente voglio evidenziare, semmai ce ne fosse bisogno, la drammatica situazione in cui versano i Comuni italiani, soprattutto se hanno un bilancio sano e intendono rispettare le leggi vigenti.
Prima di diventare Presidente del Consiglio Lei è stato Sindaco di Firenze e per mesi ha conquistato intere pagine di giornale e aperture di qualunque telegiornale evidenziando le negatività del Patto di Stabilità e dei suoi assurdi vincoli , tanto che Lei lo  definiva “Patto di stupidità”.
“Renzi contro il Patto di Stabilità” credo sia stato il titolo più diffuso sui mezzi di informazione negli ultimi anni. Una battaglia, la Sua, che ovviamente ogni Primo Cittadino ha condiviso, e il sottoscritto non sfugge certamente a questa unità d’intenti.
Purtroppo, però, nonostante tutte le parole spese, ad oggi ci ritroviamo non solo con lo stesso “Patto di stupidità”, ma la situazione è, se possibile, ancora peggiorata a causa degli ulteriori tagli che stanno mettendo a dura prova i nervi degli amministratori e i servizi erogati dagli enti locali.
Prenda il caso di Altopascio, il comune  che mi onoro di amministrare. Non abbiamo debiti fuori bilancio, non abbiamo  anticipazioni di cassa, abbiamo un indebitamento inferiore al 2%, insomma abbiamo un bilancio sano. Perché non possiamo spendere i soldi dei quali disponiamo? Perché ci vengono ordinati ulteriori tagli?
Non voglio fare polemica politica, ma credevo che “Cambiare Verso” significasse una svolta anche nei rapporti fra Stato Centrale e Enti locali, ma evidentemente mi sbagliavo.
Da quello che si vede e si legge gli usi e i costumi, al di là delle parole, rimangono sempre i soliti e passata la campagna elettorale, tutto resta immobile, con l’obiettivo di trovare in periferia i soldi per alimentare il ventre sempre più capiente dello Stato centrale.
Una ulteriore prova di questa staticità quanto è accaduto il 16 giugno, quando gli italiani hanno dovuto sborsare 55 miliardi di tasse, quanto prima e forse anche di più. Tutto questo senza che i Comuni ne abbiano alcun beneficio.
Anche la trovata delle scuole, superata la fase mediatica, rischia di diventare un boomerang per i Sindaci, che a breve verranno chiamati a rispondere della mancata realizzazione di opere scolastiche, ovviamente non sapendo i cittadini che da Roma niente è arrivato, nemmeno la risposta alla lettera che noi, come tantissimi altri Comuni, abbiamo fatto. Anche perché, il buonsenso ci dice che i lavori è meglio farli a scuole chiuse e in ogni caso in periodo estivo. Se poi Lei avesse scoperto di non avere soldi per finanziare questi interventi, c’è un sistema molto semplice: togliere le opere di edilizia scolastica dal Patto di Stabilità. Il mio Comune, e credo tanti altri, potrebbe  provvedere con le proprie risorse, oggi congelate.
Siamo immersi in una situazione che continua a produrre malcontento, che i Sindaci continuano a gestire e fronteggiare , mettendoci la faccia e ricevendo ogni giorno migliaia di persone deluse e arrabbiate.
Fino a quando lo faremo, non lo so. Del resto, non tutti possono diventare Presidenti del Consiglio…