Fantozzi: “Si faccia l’Unione dei Comuni della Piana”

16 luglio 2014 | 18:37
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Fantozzi: “Si faccia l’Unione dei Comuni della Piana”

“Non facciamo filosofia, facciamo subito l’Unione dei Comuni della Piana di Lucca”. A dirlo è il sindaco di Montecarlo, Vittorio Fantozzi, rispondendo alla lettera del primo cittadino di Capannori, Luca Menesini, nella quale si chiedeva di creare un ufficio unico per gli appalti e per le gare. “Colgo l’occasione della risposta alla nota del primo cittadino di Capannori – scrive Fantozzi – per poter esprimere chiaramente in questa breve nota alcune considerazioni nel merito, anticipando di fatto quella che da anni è la posizione del sottoscritto e dell’amministrazione comunale di Montecarlo. Considerando positivamente, e peraltro condividendo, gli intenti e la posizione di apertura e disponibilità espressa dal primo cittadino di Capannori relativamente alla possibili sinergie che i comuni della piana lucchese potrebbero avviare, oltre la già rinviata centrale unica sugli appalti, nei più diversi ambiti e settori di intervento della pubblica amministrazione vorrei che, richiamandosi al senso della realtà senza perdersi in troppi giri di parole, si facesse il piccolo sforzo di dare alle cose il loro nome”.

“In questo caso – aggiunge -, venendo al dunque, l’unica materia su cui discutere ed agire, in incontri non solo tra i sindaci ma tra i consigli comunali ma la popolazione e le categorie produttive, resta unicamente la creazione dell’unione dei comuni della Piana. Lo esige, e se fosse per me in brevissimo tempo, il territorio della Piana nel suo complesso, se non fosse ormai da anni un’opportunità legislativa nonché un preciso e caldeggiato indirizzo della Regione Toscana, e non bastasse di per se la consapevolezza dei tempi e del contesto odierno della quotidianità italiana, già richiamati nella nota di Capannori, a spingere in questa direzione che resta l’unica vera e realmente attuabile, capace di concretizzare con i buoni intenti un cambiamento e rinnovamento nelle funzioni e nei ruoli degli enti locali davvero a vantaggio dei cittadini e dei territori dei nostri comuni. Occorre sottolineare, inoltre, la notevole importanza che una unione dei comuni della Piana lucchese assumerebbe sia in ambito provinciale che nei rapporti con la Regione ed il Governo centrale, rappresentando al tempo stesso una grande e concreta opportunità foriera di importanti riflessi per lo sviluppo del territorio, tale da accrescerne non solo il peso politico amministrativo quanto un miglioramento sostanziale dei servizi erogati alla cittadinanza. Tale prospettiva rappresenterebbe una risposta in contro tendenza, ed una vera reazione politica, alla richiesta della società locale per una politica più virtuosa e vicina alle esigenze del cittadino aldilà del mero principio di razionalizzazione delle spesa che appare evidente abbia quasi sempre guidato ciecamente il legislatore nazionale. Uno scenario che non sfugge dalla prospettiva di Montecarlo dove, anzi, gli obblighi di legge derivanti dalla legge 122/2010 e dalla legge regionale 52 del 2011 sulle gestioni associate, ed i loro evidenti limiti e contraddizioni su cui assieme al comune di Villa Basilica potremmo intrattenere per ore, fanno risaltare ancora di più il valore pratico dello strumento dell’unione dei comuni. Ciò premesso occorre sottolineare come a niente valgono i buoni propositi, corredati da numeri e statistiche, o l’incoraggiamento prodotto dai risultati offerti dalle prime esperienze praticate in Toscana, se non sono gli amministratori i primi a comprendere e condividere pienamente l’opportunità offerta da questo passaggio. Un passaggio, peraltro, che in altre forme e per precisi ambiti si trova già ben avviato dai comuni della piana lucchese con risultati soddisfacenti, dalla politiche sociali e scolastiche a quelle ambientali e culturali per citare le più evidenti. Risultati – prosegue Fantozzi – che sono il riflesso di una realtà in cui, ad avviso dello scrivente, si trova la chiave del successo di una possibile unione dei comuni, oltre alla consapevolezza che i punti in comune superino ampiamente le diversità specifiche delle quattro comunità locali e che anche queste, in un’ottica più ampia e generale, rappresentino un elemento di forza ed unicità in ogni campo, da quello economico a quello produttivo, agricolo e commerciale, all’ambito culturale fino allo strategico settore turistico ed ambientale. Non solo la contiguità geografica, quindi, ma l’insieme degli elementi fondanti di natura ambientale e con essi quelli storico, economici e sociali che formano da soli un trait d’union naturale sulle quali fondare oggi per il domani un raccordo amministrativo nuovo, come inteso dalle normative e come imposto dai tempi, capace di produrre risultati che sono ampiamente superiori alla mera somma delle specificità delle singole comunità. A questo obiettivo, l’unione dei comuni della Piana, da almeno tre anni questa amministrazione ha interessato ed interessa in forma ufficiale i comuni contermini ritenendola, lo ribadisco e concludo, l’unica vera strada percorribile quando si intenda parlare di sinergia a vantaggio dell’amministrazione del territorio. Al raggiungimento di questo risultato, in brevi tempi, siamo interessati a lavorare ed impiegare il nostro tempo e le nostre risorse, se invece si intendesse fare qualche mese di lungimirante filosofia ad uso dei media locali ci sia consentito, con la stima ed il rispetto che contraddistinguono da sempre i nostri rapporti, di continuare sotto “il campanile” la nostra parte di quotidiana fatica”.