Capannori, i genitori bocciano la rivoluzione mense

Fa sentire la sua voce, un comitato spontaneo di genitori delle scuole dell’infanzia e primaria del Comune di Capannori, all’indomani dell’annuncio da parte del Comune della nuova organizzazione del servizio delle mense scolastiche. Tra i genitori c’è grande delusione per il sistema che entrerà in funzione da gennaio che prevede menu a chilometri e zero e la permanenza delle cuoche durante i pasti (Leggi). “Delusi – spiega il comitato Problema Mensa Capannori – perché non sono stati informati a priori di questi cambiamenti che avrebbero interessato i loro figli. Delusi perché da un Comune ispirato alla politica della partecipazione, nel rendere pubblico questo cambiamento, ha fatto un torto prima di tutto a se stesso e poi ai propri cittadini”. Secondo i genitori, infatti, arriveranno cibi precotti e preconfezionati, dove si perderà il senso della filiera corta.
“La mensa dei bambini – sottolinea il comitato – è un luogo molto delicato, un luogo dove si stabiliscono patti di fiducia: ‘il mio bimbo lo affido alle tue cure’, alla cura più vicaria della genitorialità che è quella del nutrimento. La cucina è il luogo caldo dove si trasformano le cose e così deve rimanere e non un simulacro animato da comparse o figuranti (cuochi per 4 ore). ‘Ti lascio il mio bimbo perché tu lo nutra al posto mio’, con lo stesso amore e la stessa cura. Ma, in una prospettiva ancora più ideale, vorremmo di più che una semplice sostituzione di persona, ma una immedesimazione. E quando si parla di figli, il processo di immedesimazione non è così irrealizzabile. La prima salute, che è concetto diverso da certo salutismo post televisivo, deriva dal fiducioso atto di affidamento che un genitore compie nel lasciare il proprio bimbo alle cure dell’istituto, inteso non come unità amministrativa, ma come insieme di persone, di sentimenti che la animano. Seguire la filiera di un cibo, cercando di far prevalere al come è fatto, il dove è fatto, diventa stupido esercizio poliziesco che non aggiunge niente in chiarezza biologica, ma serve solo ad attenuare le nostre ansie. E a proposito di ansia il Comune con questa sua spettacolare iniziativa ce la fa venire a tutti. Se la nuova organizzazione delle mense fosse stato il migliore dei mondi possibili, sarebbe stato utilizzato come ottimo argomento nella recente campagna elettorale. Tutto invece ci viene presentato come il risultato di un processo di razionalizzazione. La razionalizzazione spesso pregiudica la qualità del servizio, perseguendo soltanto lo scopo di un abbassamento dei costi da una parte e la massimizzazione dei profitti dall’altra. In sintesi: il Comune spende meno, l’azienda multinazionale vincitrice dell’appalto guadagna di più e a rimetterci la salute sono i nostri bambini. Per estendere la valutazione di questo cambiamento, prendiamo in considerazione anche gli aspetti economici: recenti investimenti per la ristrutturazione di cucine che verranno sotto impiegate, interruzione del rapporto di fornitura con le realtà produttive locali, addio filiera corta, nessuna garanzia della freschezza e della disponibilità di prodotti locali da parte della azienda che si riserva il diritto di non rispettare questa promessa in caso di indisponibilità del prodotto, secondo capitolato. Nel comunicato viene descritto un miglioramento in termini di qualità, ma dove sta il miglioramento nel portare un servizio attuale di cucina espressa al 100% passando ad un servizio di cucina precotta e confezionata? Inoltre non esisterà più la filiera corta con conseguente perdita dell’indotto locale e divenendo il servizio veicolato (trasporto del cibo dalla mensa centralizzata alle varie scuole) si perderà il beneficio del chilometro zero. I genitori presenti nei tre incontri che l’amministrazione ha tenuto nel mese di novembre, sono delusi dalla mancata partecipazione alla formulazione dei cambiamenti portati avanti solo dal Comune e dall’Azienda appaltatrice. Siamo stati informati a metà novembre per una iniziativa che andrà in corso a gennaio, scoprendo di recente che l’azienda è già nelle nostre scuole di settembre a nostra insaputa. Vogliamo risposte e chiarimenti ad un cambiamento preconfezionato”.