Memphis chiude il cartellone del teatro di Valdottavo

Domenica 28 dicembre alle 21,15 va in scena l’ultima produzione del Teatro Colombo di Valdottavo e Spazio Leopoldo Memphis di Silvio Bernardi, direttore artistico del teatro. Lo spettacolo di danza in musica nasce da un progetto più ampio I Quaderni di Valottavo, idea del musicista Nicolao Valiensi, che diventerà a breve anche un progetto letterario edito da Andrea Giannasi Editore, rimasto entusiasta del progetto di questo gruppo di artisti. In scena un cast d’eccezione, danza e coreografie Sara Nesti e Sara Vannelli, con l’amichevole partecipazione di Nicola Fanucchi nel ruolo de Il Viaggiatore, con Claudio Riggio chitarra, Piero Bronzi flauto, Wardy Hamburg sax alto, Federica Ceccherini clarinetto, Lara Panicucci clarinetto, Nicolao Valiensi eufonio/trombone, Marco Fagioli tuba, Giuseppe Sardina batteria e percussioni. Musiche e direzione musicale Silvio Bernardi, direttore della fotografia Darragh Hehir, coordinamento regia Lara Panicucci, disegno luci Marco Alba, assistenza tecnica Daniela Cacace.
“Nella geometria della fantasia, dove l’artista disegna e scolpisce le sue visioni – spiega Nicolao Valiensi – il quaderno resta il punto di partenza. Dal quaderno di scuola al quaderno dello spartito il focus della fantasia disegna nel vuoto degli spazi ciò che verrà. Il processo creativo sembra aver bisogno ancora del gesto antico della mano, della matita, del cancellare, riscrivere, del quaderno. Dal quaderno parte l’idea di disegnare percorsi artistici e didattici, un insieme di visioni artistiche e pedagogiche all’insegna di un modello di società dove i rapporti tra le persone assumono un ruolo decisivo”.
I Quaderni di Valdottavo vogliono presentarsi come una piattaforma per offrire uno spazio espressivo al linguaggio del silenzio, delle piccole cose, dei gesti minimi in un mondo dove la dittatura delle chiacchiere detta il corso del quotidiano, una rivoluzione del “filo di paglia”, un ribaltamento del concetto di tempo che viene visto come opportunità per stare insieme, per forgiare il presente attraverso l’espressione artistica. “Memphis – come racconta Silvio Bernardi- è nel mio immaginario un luogo leggendario. Mio nonno Angelo Bernardi (1871 – 1953), contadino di Valdottavo, emigrò in America per cercar fortuna e visse a Memphis per circa venti anni finché ritornò definitivamente a Valdottavo nel 1912. Del vissuto di nonno Angelo in quel luogo ne so poco o niente e quel poco riportatomi da mio padre, ha sempre avuto il sapore dell’inverosimile e appunto del leggendario. Memphis dunque, pur facendo parte delle mie radici come luogo reale, è allo stesso tempo mitico e sconosciuto. Da qui parto per questo viaggio sonoro attraverso ricordi immaginari e reali della mia infanzia: la musica è protagonista ed espressione di questi ricordi”.
Il luogo è l’elemento della nostra memoria, che nella realtà non muore mai. Mentre le persone e i fatti sono legati alla temporalità e dunque destinati all’oblio, i luoghi pur mutando di aspetto sopravvivono al trascorrere del tempo. Il luogo, come fulcro del ricordo, si carica di significati e va ben oltre la sua fisicità: è teatro di fatti e vita vissuta. Memphis (Claudio Riggio) è presenza costante dello spettacolo, gli altri musicisti rappresentano altri luoghi, altri ricordi. Le due ballerine sono le due anime della musica-ricordo-memoria: la parte della musica scritta, malinconica, luminosa, vagamente decadente (Sara Vannelli, danza classica) e la parte improvvisata, creatività estemporanea, pura, oscura e propositiva (Sara Nesti, danza contemporanea). E nella musica di Silvio Bernardi forti sono i ricordi dei luoghi che danno il nome alle musiche stesse composte per questo lavoro, da gli ulivi di Dreussino e Casori, al Muretto della Celebra, i Cinque Tigli, preziosi spazi, angoli di Valdottavo, alla Suite Universo dove la Zia Armandina si rifugiava in cerca della sua serenità, all’immaginato Memphis. In questo scenario si inserisce la figura del viaggiatore-emigrante (Nicola Fanucchi), estraneo a ciò che viene raccontato, a dimostrazione del fatto che i luoghi dei nostri ricordi sono anche quelli di un’infinità di altre persone di cui non sappiamo assolutamente niente e le storie personali di ogni essere umano sono il significato della nostra intera esistenza.
E’ da questo gruppo di artisti che nasce, dall’essere nata, la nuova Compagnia Teatrale Tutt’i Soli dell’Associazione Spazio Leopoldo – Filarmonica Leopoldo Mugnone, che da settembre ha la propria residenza artistica al Teatro Colombo di Valdottavo, grazie alla sensibilità dei membri del nuovo cda dell’istituzione Teatro Colombo che hanno fortemente sostenuto questo progetto. La compagnia, che mira ad essere un punto di riferimento importantissimo del territorio e non solo, già dal primo progetto della docu-fiabia Nearby, finalmente sconosciuti di Claudio Riggio, prodotto dal Teatro Colombo e da Spazio Leopoldo, si pone come pilastro portante di questo concetto di scambio, dove il flusso del materiale artistico diventa il motore di questa nuova architettura che pone al centro il tempo. Tutt’i Soli, nasce dall’essere nata perché espressione dell’identità creativa individuale dei suo fondatori, Lara Panicucci, Silvio Bernardi, Nicolao Valiensi, Claudio Riggio, Daniela Cacace e di tutti gli artisti che collaborano con essa. La diversità è identità e talvolta solitudine. Persone sole per consapevolezza di identità creativa. Irradianti amici. Pani sulla tavola. Nearby, finalmente sconosciuti e Memphis sono solo alcune pagine dei Quaderni di Valdottavo, scritte con la convinzione di fare Pietre d’angolo, come li descrive Andrea Giannasi che pubblicherà gli scritti reali di questo percorso artistico con la casa editrice Tra Le Righe, ovvero momenti che rimarranno.