Stradone di Camigliano, lettera aperta all’amministrazione: fin qui una messa in sicurezza di facciata

Sicurezza sullo stradone di Camigliano, i dubbi di un cittadino. Che scrive una lettera aperta all’amministrazione: “Veramente l’amministrazione comunale di Capannori sta pensando di aver migliorato e dunque reso più sicuro lo Stradone di Camigliano? – si chiede – Quello fino a oggi attuato, ovvero l’esecuzione della segnaletica orizzontale, lascia increduli. Ovviamente, rispetto a quando non c’erano le strisce orizzontali, si può dire che l’intervento salta agli occhi: ma da qui a parlare di messa in sicurezza di una strada notoriamente pericolosa, ne corre”.
“Qualche mese fa – dice il lettore – mi ero permesso di introdurre un concetto abbastanza scontato, ovvero quello della riqualificazione del tratto stradale, mediante la realizzazione di uno spazio (protetto) pedonale e di un’illuminazione adeguata: una sorta di “minimo sindacale”, rispetto alla sicurezza che non cambia nella sua accezione se stiamo parlando di Camigliano oppure di altre frazioni”. “Quando sarà realizzato? – prosegue la lettera – Suppongo e spero che l’amministrazione stia pensando a interventi graduali – immagino anche per non turbare l’entusiasmo della cittadinanza – tuttavia se dovesse procedere a piccoli passi, forse dopo l’ultimo dovrebbe ripartire, di nuovo, con la segnaletica orizzontale, ormai sbiadita. Il tema della sicurezza in generale, lo sappiamo, è delicato; quello di via Stradone, ancor più e proprio per questo c’è da chiedersi: ma il Comune di Capannori quale opinione ha (se ne ha una) dei cittadini? Perché è evidente che la politica che sta attuando, nello specifico, si prende gioco delle reali necessità. Ed è acclarato dal momento che si è distinta, in passato, nella buona pratica dei progetti illuminati (e luminosi) di messa in sicurezza di alcune strade. Allora si dica più esplicitamente, anziché transitare da sedicenti forme di partecipazione pubblica, che le scelte politiche attuali non prevedono né possono prevedere interventi per una messa in sicurezza degna di questa definizione. Così facendo, invece, si ingenera una finta illusione, una sorta di attendismo che – inevitabilmente – naufraga, come spesso accade, nelle pagine dei buoni propositi, dei virtuosismi in divenire: ma che non servono a niente”.