
No all’utilizzo della struttura di Carraia per l’accoglienza dei profughi se ci sono delle soluzioni alternative. Comune e Regione hanno ribadito che non è necessario l’uso dell’immobile dell’ex dipartimento di prevenzione in presenza di altre ipotesi “concrete”. La posizione del sindaco Luca Menesini era chiara da tempo. E ora esulta. Fin dalle prime indiscrezioni sul possibile utilizzo di quell’edificio per ospitare nuovi profughi, il sindaco di Capannori aveva promesso battaglia alla Regione se non fosse stata ascoltata la voce del territorio.
“Ringrazio la Regione per aver accolto la nostra richiesta. Come amministrazione crediamo fortemente nei valori dell’ospitalità e dell’accoglienza, e lo abbiamo dimostrato in più occasioni. Allo stesso tempo stiamo lavorando concretamente all’integrazione, con il progetto che coinvolge i profughi nella cura del territorio, attraverso un’azione di volontariato nelle associazioni locali. Il nostro no a usare un grande immobile per l’accoglienza è dettato anche dalla volontà di proseguire questa importante azioni culturale e sociale. L’accoglienza diffusa, modello vincente lanciato qualche anno fa dal presidente Rossi, è lo stile che Capannori continuerà a portare avanti, convinto che sia quello che meglio permette di promuovere politiche d’integrazione, oggi necessarie per fronteggiare le posizioni estremiste di alcune forze politiche. Capannori è un territorio solidale e che accoglie, e lo fa nel rispetto dei suoi cittadini e di una visone che mira alla reale integrazione”.
Soddisfatto anche l’assessore regonale Vittorio Bugli: “Il lavoro per l’accoglienza dei profughi sta andando avanti per affrontare i nuovi arrivi di agosto e settembre. aLa Regione ha messo a disposizione una serie di immobili sui quali le Prefetture stanno facendo i controlli coinvolgendo i sindaci e verificando la loro funzionalità. Ovviamente se il territorio trova soluzioni alternative in grado di soddisfare le esigenze di accoglienza noi non abbiamo problemi, anzi. Sto incontrando tutti i sindaci e i prefetti delle varie Province per verificare che vi sia una risposta da parte di tutti, uno sforzo particolare da chi non ha accolto o accolto poco, in modo particolare per affrontare agosto e settembre. E promuovere forme di partecipazione dei profughi alla vita collettiva come la possibilità di svolgimento di attività di volontariato”.