Baronti: “Aumento tariffe rifiuti non è colpa sindaci”

7 agosto 2015 | 11:32
Share0
Baronti: “Aumento tariffe rifiuti non è colpa sindaci”

Polemica a Capannori sulla tariffa dei rifiuti, interviene l’ex assessore Eugenio Baronti, ora presidente di Aeroporto di Capannori Spa. “Anche il Comune di Capannori – spiega Baronti – è attraversato dalla polemica sul caro tariffe sui rifiuti, proprio sui rifiuti, che lo ha fatto diventare modello e punto di riferimento a livello nazionale. Paradossalmente la polemica è alimentata da quella parte politica, il M5S che già nel 2006, quando ancora il suo futuro leader faceva il comico, invitò il Comune di Capannori sul palco in un suo importante spettacolo, al Pala Mandela di Firenze, indicandolo a tutto il paese come un esempio da seguire, come Comune coraggioso, virtuoso e innovativo nella politica di gestione dei rifiuti”.

“Mi sento in dovere di intervenire in questa discussione, in quanto – dice Baronti – nel febbraio 2005 fui colui che progettò il percorso verso rifiuti zero, articolando la transizione, dal vecchio al nuovo sistema, in cinque tappe graduali di estensione progressiva a tutte le 40 frazioni di Capannori, di una raccolta differenziata integrale con la rimozione totale di ogni tipologia di cassonetto stradale. In quegli anni, nel panorama toscano, ma non solo, questo passaggio rappresentò una vera e propria rivoluzione nella gestione dei rifiuti. L’originalità di quello che diventò subito, fin dall’inizio, il “modello Capannori” fu di non considerare la gestione dei rifiuti solo una questione puramente tecnica limitata alla scelta delle modalità di raccolta e delle tecnologie di trattamento della massa dei rifiuti. Il modello Capannori pose con forza al centro del processo politico amministrativo l’elemento culturale: la montagna dei rifiuti che quotidianamente produciamo indica impietosamente qual è il nostro modello di consumo e di sviluppo, quali sono i nostri comportamenti individuali, sociali e i nostri stili di vita, pertanto, un cambiamento reale può nascere solo se accompagnato da un percorso di partecipazione democratica dei cittadini che acquisiscono progressivamente consapevolezza dell’insostenibilità dell’attuale modello, attraverso un percorso di educazione ad un consumo più responsabile e consapevole, in cui le buone pratiche di riduzione della produzione dei rifiuti e la raccolta differenziata, rappresenta, più che il “fine”, il mezzo per recuperare senso civico e per responsabilizzare i cittadini di fronte ad un problema moderno di portata enorme che non può essere delegato solo al sindaco e alla sua giunta”.
“Quanto di questi spirito culturale originario sopravvive nella politica attuale – dice Baronti – non è argomento di questo mio intervento. In quei giorni dicemmo che il nuovo sistema era l’unica soluzione per contenere il costante e progressivo aumento dei costi di gestione del vecchio sistema e, in prospettiva, avrebbe potuto innescare un’inversione di tendenza e quindi una riduzione delle tariffe con il passaggio al calcolo della tariffa puntuale. Il contenimento degli aumenti c’è stato perché è nei fatti, innegabile, basta fare un confronto tra le tariffe del Comune di Capannori e quelle degli altri comuni che hanno raccolte differenziate limitate o solo parziali, allora, perché ancora non si è innescata l’inversione di tendenza? Semplice, perché il sistema dominante continua ad andare ostinatamente in direzione contraria, continua a investire milioni in una impiantistica a supporto del vecchio sistema e non investe e non realizza quella nuova impiantistica necessaria per valorizzare le materie prime seconde differenziate che devono essere riportate a nuova vita, perché dopo 20 anni ancora non siamo riusciti a realizzare il necessario impianto di compostaggio previsto nel Comune di Capannori, perché il progetto del professor Favoino, di riconversione dell’impianto versiliese di Pioppogatto, che l’avrebbe trasformato in un moderno impianto a servizio di una nuova politica di differenziazione e valorizzazione dei rifiuti, viene trasformato, proprio in questi giorni, da impianto di produzione Cdr (Combustibile derivato dai rifiuti) per alimentare gli inceneritori a, peggio ancora, impianto di produzione di Css (Combustibile secco secondario) di peggiore qualità. Capannori è stato sicuramente e positivamente contagioso e, da quel febbraio 2005 quando iniziammo in solitudine, con tanti oppositori e pochi sostenitori, questo percorso, sono stati molti i Comuni che ci hanno seguito, ma per iniziativa di singoli amministratori, il sistema Toscano e italiano, la Cispel toscana, i Piani dei tre Ato Toscani (Ambito Territoriale Ottimale) vanno tutti nella direzione opposta”.
“Paradossalmente, invece di mettere al centro di queste polemiche politiche estive – chiude Baronti – i veri responsabili del sistema di potere e di interessi economici che controlla l’attuale sistema di gestione dei rifiuti, ecologicamente ed economicamente sempre più insostenibile, ce la prendiamo con quei sindaci, che nonostante tutto ci hanno provato, amministrazioni i cui margini di manovra, in assenza di un cambiamento reale del sistema di gestione generale, sono veramente ristrettissimi e destinati sempre più ad annullarsi”.