Poste riaperte, le opposizioni: “Comune ha tardato nel fare la richiesta di sospensiva al Tar”

26 settembre 2015 | 14:16
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Poste riaperte, le opposizioni: “Comune ha tardato nel fare la richiesta di sospensiva al Tar”

“Gli altri Comuni hanno insegnato a Capannori come si fa un ricorso al Tar”. E’ questa l’interpretazione dei gruppi di opposizione a Capannori sulla questione della sospensiva per la chiusura degli uffici postali: “Mentre il sindaco Luca Menesini era impegnatissimo negli accordi di palazzo per conquistare la presidenza della Provincia (una nuova poltrona che sicuramente gli darà maggiore immagine e che sarà un trampolino di lancio per altre ambite mete) – dicono Insieme si Può, Udc, Movimento Cinque Stelle e Forza Italia – sul territorio comunale Poste Italiane ha provveduto a chiudere gli uffici postali di Lappato, Vorno, San Ginese e San Colombano ed a ridurre l’orario di apertura al pubblico dell’ufficio postale di Matraia. Il sindaco non si deve essere nemmeno accorto che il giorno 10 settembre si è tenuto il consiglio comunale (il primo dopo le chiusure fatte da Poste il giorno 7 settembre), consiglio comunale nel quale non abbiamo potuto che esprimere tutto il nostro disappunto per l’atteggiamento tenuto dall’amministrazione in questa vicenda, avremmo voluto chiedere al sindaco perchè in Toscana alcuni uffici postali sono rimasti aperti pur essendo compresi nel piano di riorganizzazione di Poste ma la domanda non gliela abbiamo potuta fare perchè assente”.

“Pur non avendo potuto fare la domanda – proseguono le opposizione – la risposta l’abbiamo trovata è non è una risposta “di opinione” è una risposta che si basa su atti ufficiali: per fare un esempio concreto gli uffici postali compresi nel piano di chisure di Poste di competenza territoriale dei comuni Terranuova Bracciolini, Montopoli in Val d’Arno e Rufina sono stati chiusi perchè i rispettivi Comuni hanno presentato a tempo debito richiesta di sospensione del provvedimento di chiusura al Tar regionale. Perchè Capannori non lo ha fatto? Il Comune di Capannori ha ricevuto la comunicazione delle chiusure in data 7 luglio (Protocollo 47435), e solo nel mese di Settembre, a sportelli già chiusi, ha deciso di inoltrare ulteriore ricorso “per motivi aggiunti” analogo a quello già presentato dai Comuni più “virtuosi”. Forse Menesini da luglio a settembre era troppo indaffarato a creare l’immagine di città da attribuire a Capannori e si è disinteressato di questa circostanza, che ha provocato numerosi disagi ai cittadini più deboli. Oggi gli uffici sono stati riaperti da Poste, dopo il pronunciamento del Tar, ma ci chiediamo come mai l’amministrazione ha sottovalutato il problema e non si è mossa in tempo così come le altre amministrazioni più attente alle esigenze dei cittadini e meno indaffarate in operazioni di poco conto? La riapertura di oggi, dimostra che se il sindaco si fosse attivato in tempo, così come si era pronunciato all’unanimità il consiglio comunale, oggi non avremmo dovuto assistere a queste tre settimane di interruzione. Chi pagherà per questi venti giorni di chiusura che hanno causato enormi difficolta soprattutto alle fascie di popolazioni più deboli come gli anziani? Cosa ci dovremmo aspettare oggi, per il futuro di questi uffici, nonostante i proclami di un sindaco che evidentemente ha “dormito” palesando assoluta indifferenza e per il problema, per poi correre ai ripari quando le saracinesche erano già state abbassate? Anche questa volta Capannori ha dovuto imparare dagli altri nonostante si autocelebri da anni come l’amministrazione delle “buone pratiche amministrative”, arrivando ancora una volta fuori tempo massimo: dal 7 luglio ha promosso il ricorso soltanto nel mese di settembre. I saggi imparano dagli errori degli altri, gli sciocchi dai propri”.