Insieme si può: “Consiglio comunale aperto sull’impianto di Salanetti, il sindaco deve fare chiarezza”

Chiarimenti urgenti sull’impianto di Salanetti. A chiederli è il gruppo consiliare Insieme si può, dopo la lettera inviata a tutti i consiglieri dal sindaco di Capannori Luca Menesini. Un invito preoccupato che, affermano Mauro Celli e Giada Martinelli è frutto anche “dell’atteggiamento omertoso” della stessa amministrazione, “che si era guardata bene di rendere pubblica la questione dell’impianto della Gielle, non informando il consiglio comunale, addirittura nemmeno i consiglieri di maggioranza, questo almeno è apparso dalla dichiarazioni pubbliche rilasciate, ma soprattutto i cittadini ignari fino in fondo di cosa stava succedendo”.
“Solo grazie ad un intervento del nostro gruppo, si era riusciti a portare alla luce il progetto, che ha scatenato una valanga di polemiche – aggiungono – Il sindaco si è sempre guardato bene di rispondere alle nostre domande così come a quelle dei comitati e dei cittadini. Ed ancora oggi, dopo un anno da quegli eventi, Luca Menesini non si è mai degnato di rispondere ai diversi interrogativi posti. Evidentemente l’imbarazzo provocato dall’arroganza di tenere tutto ‘sotto coperta’, gli ha consigliato di far finta di niente evitando accuratamente di affrontare l’argomento. E già di per se questo è un fatto gravissimo”. Gli esponenti di Insieme si può ricordano come già nell’agosto 2014 le opposizioni avessero chiesto un consiglio aperto alla cittadinanza, e mai convocato, per fare chiarezza sulla vicenda. Una richiesta che adesso viene rinnovata, con tante domande che devono trovare una risposta: dal fatto se sia previsto o meno dal Piano regionale dei rifiuti, se potranno essere conferiti i rifiuti organici da utenze domestiche e ancora se ci siano “analogie” tra questo impianto, progettato dalla società Creo, e la precedente richiesta della Gielle visto che il capannone interessato è lo stesso dell’altra volta e che è stato acquistato da un soggetto vicino alla società Gielle. “Considerando che la Provincia ha negato finora l’autorizzazione all’apertura, perché ‘impianto non pubblico’ – come previsto dal piano – ma privato, la questione deve essere considerata superata perché la Regione è più “morbida” o perché ci sono accordi diversi, magari avallati dal Comune? Auspichiamo oggi che il sindaco, dopo aver fatto dietrofront rispetto alla sua decisione di allora di non far trapelare nulla, mentre oggi invece si affretta a far conoscere questa richiesta, vada fino in fondo e si presenti al consiglio comunale ad alla cittadinanza in maniera definitivamente chiara”.