Cittadini al ‘lavoro’ per il Comune, a Capannori si può

Stabilire regole chiare e precise sulle forme di collaborazione tra cittadini e amministrazione comunale per la cura e la rigenerazione, ovvero il recupero, la trasformzione e l’innovazione, dei beni comuni urbani, ovvero beni materiali e immateriali ritenuti funzionali al benessere individuale e collettivo. Questo l’obiettivo del regolamento approvato ieri (21 dicembre) dal consiglio comunale con i voti favorevoli della maggioranza e del gruppo ‘Insieme si può’ e l’astensione di Udc, Forza Italia e Movimento 5 Stelle, dopo l’illustrazione da parte dell’assessore alla partecipazione e ai beni comuni Matteo Francesconi.
Il primo regolamento sui beni comuni approvato in Italia è quello del Comune di Bologna che Capannori ha preso a modello, ma ha rielaborato grazie alla collaborazione di Labsus e l’importante contributo della commissione consiliare ‘Politiche ambientali, cura del territorio, beni comuni, sport, politiche giovanili, partecipazione, innovazione, semplificazione’ presieduta dalla capogruppo del Pd, Silvana Pisani. “Il nostro intento è quello di favorire un modello di amministrazione condivisa che si basi sull’alleanza e la collaborazione tra cittadini e Comune – ha detto l’assessore Matteo Francesconi -. Per la prima volta ai cittadini sarà consentito ciò che non era consentito finora, ovvero prendersi cura e intervenire per la valorizzazione e il miglioramento di beni comuni come, ad esempio, spazi o edifici pubblici perché il regolamento prevede procedure apposite che includono anche una copertura assicurativa. Un’innovazione importante con la quale si vuole ulteriormente sviluppare la partecipazione della cittadinanza alla gestione della cosa pubblica’. Il percorso per giungere alla definizione del regolamento si è svolto parallelamento ad un altro percorso, quello del progetto partecipativo ‘#spazio comune 2015’, iniziato lo scorso marzo, per coinvolgere attivamente i cittadini nella cura e nella gestione degli spazi pubblici, valorizzando le competenze e le energie del territorio. Un’attività nuova ed importante che in questa prima fase sperimentale ha coinvolto cinque frazioni del territorio i cui cittadini grazie alle competenze di Sociolab e all’azione dei facilitatori locali hanno individuato i primi progetti che prossimamente saranno oggetto di Patti di collaborazione”. Tra gli strumenti più significativi previsti dal nuovo regolamento, che è l’unico di questo genere in provincia di Lucca e tra i pochi in Toscana, c’è proprio il ‘Patto di collaborazione’, attraverso cui il Comune e i cittadini attivi (in forma singola o associata) definiscono l’ambito degli interventi di cura o di valorizzazione dei beni comuni quali, ad esempio, spazi pubblici come parchi e piazze o edifici pubblici, ma anche servizi condivisi. Il patto stabilisce l’obiettivo e la durata della collaborazione, le modalità di azione, il ruolo ed i reciproci impegni dei soggetti coinvolti, i requisiti e i limiti di intervento, oltre alla modalità di fruizione collettiva dei beni comuni oggetto del patto. Nel caso di interventi di rigenerazione degli spazi pubblici il Comune fornisce, nei limiti delle risorse disponibili, i beni strumentali e i materiali di consumo e i dispositivi di protezione individuale necessari. Il regolamento prevede, inoltre, che l’amministrazione possa fornire contributi di carattere finanziario solo e nella misura in cui le necessità a cui sono finalizzati non siamo affrontabili con sostegni in natura. L’ammontare massimo del contributo e le modalità di erogazione sono individuate nel patto di collaborazione. Il regolamento prevede anche l’agevolazione del Comune di forme di autoifinanziamento da parte dei cittadini per la raccolta di fondi da destinare alla cura e alla rigenerazione dei beni comuni a condizione che sia garantita la massima trasparenza sulla destinazione delle risorse e il loro puntuale utilizzo.