Giorno della memoria, partite iniziative a Capannori

27 gennaio 2016 | 14:36
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Giorno della memoria, partite iniziative a Capannori
Giorno della memoria, partite iniziative a Capannori
Giorno della memoria, partite iniziative a Capannori
Giorno della memoria, partite iniziative a Capannori
Giorno della memoria, partite iniziative a Capannori
Giorno della memoria, partite iniziative a Capannori

Hanno preso il via stamani (27 gennaio) nella sala consiliare del Comune con un incontro intitolato Bambini nascosti a Capannori. I testimoni si raccontano le iniziative promosse dall’amministrazione Menesini per celebrare il Giorno della Memoria che vanno sotto il titolo Io non sono un numero. Lo sguardo dei bambini sulla Shoah. Nel corso dell’incontro, apertosi con i saluti del sindaco Luca Menesini, ha portato la propria toccante testimonianza Silvano Sorani che nel 1938 aveva quattro anni e che dovette abbandonare Firenze insieme alla sua famiglia a causa delle persecuzioni degli ebrei.

I genitori trovarono ospitalità in un convento di suore vicino a Sesto Fiorentino mentre Luciano e la sorella furono accolti e nascosti nella casa della governante di famiglia Clotilde Nardini a Tofori sul territorio di Capannori. Silvano Sorani ha raccontato i difficili anni della sua infanzia di fronte ad una platea di studenti delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado di Capannori, Lammari, San Leonardo in Treponzio e Camigliano e dopo gli interventi di Nicola Barbato dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Provincia di Lucca ed Emmanuel Pesi, ricercatore di Storia Contemporanea, coordinatore del progetto sulla memoria del Comune. Una lezione di storia unica e preziosa quella fatta da Sorani che potè tornare ad una vita normale solo con la Liberazione nel 1944 e che sicuramente i ragazzi non scorderanno. L’iniziativa si è conclusa con la proiezione di un video realizzato dagli studenti della scuola secondaria di primo grado di Lammari con il quale sono state ricordate le otto persone tutte provenienti da Livorno, arrestate a Marlia l’8 dicembre 1943 e poi deportate nel campo di concentramento di Auschwitz il 30 gennaio 1944 dopo essere state recluse in vari carceri: Mario Abenaim, Oreste Abenaim, Renzo Abenaim, Davide Attal, Dina Bona Attal, Dino Bueno, Silla Bueno, Sirio Renzo Bueno. All’iniziativa erano presenti, tra gli altri, l’assessora alla cultura, Silvia Amadei e il presidente del consiglio comunale, Claudio Ghilardi. A conclusione dell’incontro nell’atrio della sede comunale si è svolta l’inaugurazione della mostra 1938-1945. La persecuzione degli ebrei in Italia curata dal Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano alla quale hanno partecipato il sindaco Luca Menesini e il presidente del consiglio comunale, Claudio Ghilardi. La mostra illustra con impostazione scientifica e completezza storica la persecuzione degli ebrei in Italia dal 1938 al 1945 ricostruendo attraverso 15 sezioni tematiche sia la fase della minorazione dei diritti e della persecuzione sociale – attuate dal 1938 al 1943 sotto il governo fascista del Regno d’Italia – sia la fase degli arresti, della deportazione e dello sterminio, attuati dal settembre 1943 alla Liberazione nelle regioni poste sotto l’occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Italiana. La mostra resterà aperta fino al 20 febbraio ed è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 14.Dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19.
Altri due importanti appuntamenti per ricordare la Shoah sono in programma domani sera, giovedì 28 gennaio, ad Arté. Alle 21 ci sarà un’iniziativa intitolata Fratel Arturo Paoli e Don Aldo Mei. Due uomini di pace. Letture ad opera di Sara Pennati e Stefano Giuntini con accompagnamento musicale di Federica Somigli (arpa), a cura del Fondo Documentazione Arturo Paoli, Civica Scuola di musica di Capannori e progetto La Via della Memoria. A seguire la Cattiva Compagnia di Lucca presenterà 23 giugno 1944. Visita a Terezin con la drammaturgia e la regia di Giovanni Fedeli: la storia dell’Olocausto, raccontata attraverso la rivisitazione di un fatto realmente accaduto nel ghetto di Terezin, a circa 60 chilometri da Praga. Era il 23 giugno quando alcuni ispettori della Croce Rossa Internazionale riuscirono a ottenere il permesso di visitare il campo al fine di verificare le condizioni dei prigionieri. Quello che i nazisti attuarono e che i delegati, di conseguenza, videro, fu una vera e propria ‘farsa’ a uso e consumo della propaganda interna, finalizzata, per ordine di Himmler, a far tacere la ‘cattiva coscienza’ occidentale. Il programma varato dall’amministrazione comunale con il patrocinio della Regione Toscana per mantenere viva la memoria su una delle pagine più buie della nostra storia e promuovere valori di pace e tolleranza, proseguirà fino al 16 febbraio con incontri, proiezioni, testimonianze.
FOTO – Shoah, la mostra a Capannori (di Domenico Bertuccelli)