Punto Handy a Montecarlo per educare allo sport disabile

Il Punto Handy in collaborazione con l’istituto comprensivo di Montecarlo/Villa Basilica, Porcari e il Cip della Regione Toscana promuove la terza edizione del progetto Sport e Divers-Abilità. Tale progetto elaborato attraverso lo Sportello InformHabile (aperto nelle sedi operative del Punto Handy) ha l’obiettivo di rafforzare e garantire non solo un punto di riferimento per le persone con disabilità che vogliono avvicinarsi allo sport, ma anche promuovere incontri con lezioni teoriche e pratiche con gli alunni delle scuole medie.
Proprio in questi giorni si è svolto il primo incontro presso l’istituto comprensivo di Montecarlo dove il Punto Handy durante l’orario scolastico insieme alla collaborazione della professoressa di educazione fisica Monica Stefani e al campione non vedente Stefano Gori hanno promosso coinvolgendo gli alunni delle classi terze momenti educativi, di riflessione e di scambio di esperienze.
“Durante la mattina – spiega Francesca Pieretti – insieme al bravissimo amico e collega Stefano Gori abbiamo cercato di trasmettere quei valori fondamentali della vita: come il lavoro di gruppo, la collaborazione, la tolleranza, il rispetto dell’avversario e delle regole, l’autostima e l’inclusione sociale. L’incontro non è stato caratterizzato solo da momenti teorici, ma anche da giochi pratici dove è prevalsa la concezione che troppo spesso la “diversità” provoca un senso di rifiuto ma allo stesso tempo può essere adottata come vera e propria filosofia di vita, accompagnata dal bisogno di qualcosa di “diverso” per poter mettere sé stessi a confronto con “l’altro” e poter così arricchirsi delle differenze altrui”.
A breve sono previsti altri incontri con campioni nazionali disabili e varie discipline che verranno realizzate e promosse con gli alunni dei vari istituti comprensivi. Il progetto si basa sul favorire attività che consentano un’interazione tra scuola e terzo settore sul piano dell’informazione e comunicazione; e in particolare, affrontando il tema della disabilità e dell’integrazione tra disabili e non disabili, mettendo in rete le esperienze e valorizzando, in forma educativa e culturale, il “fare insieme” dedicandosi alla stessa passione, attraverso la pratica dello “sport integrato”.
“Sono convinta – conclude Pieretti – che se la scuola punta all’integrazione degli alunni, proprio attraverso questo tipo di progetto è possibile usare un nuovo stile di conduzione dell’attività didattico – educativa, che, in qualche modo, si inserisca in una dimensione “demaestrizzata”. L’azione educativa dell’alunno disabile va rivolta, infatti alla totalità della persona, non limitando l’intervento alla sfera cognitiva, ma valorizzando altre funzioni, come socio relazionale e, logicamente, quella motoria, le quali interagiscono continuamente e inevitabilmente con la stessa funzione intellettiva”.