Maida a Capannori presenta libro su Shoah

12 febbraio 2016 | 14:45
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Maida a Capannori presenta libro su Shoah

Si chiude con un ospite d’eccezione, Bruno Maida docente di storia contemporanea all’università di Torino, il programma di eventi di Io non sono un numero. Lo sguardo dei bambini sulla Shoah promosso dall’amministrazione Menesini in occasione del giorno della Memoria. Maida, studioso della storia dell’Italia in età contemporanea con particolare attenzione alla storia della società nel periodo fascista e durante la seconda guerra mondiale, ha all’attivo molte pubblicazioni e martedì 16 febbraio sarà a Capannori, nella sede della scuola primaria di Capannori alle 17,30 per presentare il suo libro La Shoah dei bambini. La persecuzione dell’infanzia ebraica in Italia (1938-1945), Einaudi 2013.

“Si tratta di un’occasione importante per conoscere e riflettere su una pagina tragica della nostra storia – afferma la vice sindaco Lara Pizza – con l’importante contributo di uno studioso di valore, esperto di questo periodo della storia italiana. Non è un caso che abbiamo scelto di realizzare l’incontro in una scuola. Crediamo infatti che è innanzitutto alle nuove generazioni che dobbiamo trasmettere il testimone della memoria e comunicare i valori della libertà, della democrazia e della pace per un futuro migliore”. Il libro di Maida racconta la storia dei bambini ebrei che furono perseguitati e deportati dall’Italia, in una vicenda che si dipanò dal 1938 al 1945. Esso non ripercorre solo le complesse realtà che vissero gli adulti bensí riattraversa quegli anni con occhi di bambino. È un’espressione, questa, che non significa solo collocare al centro della narrazione il punto di vista dell’infanzia e i percorsi di una memoria specifica, segnata da esperienze in parte diverse rispetto a quelle dei genitori. È un’espressione che sottolinea come nella ricostruzione storica della persecuzione e della deportazione dei bambini italiani ebrei vengano analizzate le strategie e i comportamenti della vita quotidiana – dal gioco allo studio, dal rapporto con gli altri famigliari agli oggetti e ai luoghi – che restituiscono un mondo articolato di paure e speranze. Il libro racconta sia come vissero concretamente quei bambini, sia l’aspetto psicologico piú strettamente legato al trauma, poiché fu un’esperienza che coincise con la fase della crescita, indirizzando per sempre alcuni elementi della loro identità e del loro rapporto con il mondo.