Occhi elettronici a Porcari, tutti i punti vigilati






È praticamente ultimato il sistema di videosorveglianza della polizia municipale di Porcari. Sedici occhi che scrutano i punti sensibili del territorio collegate ai monitor che si trovano nella sede della polizia municipale, proprio nell’ufficio del comandate Manlio Mancino.
“Il primo passo per migliorare la sicurezza di Porcari è compiuto, ma è solo un primo passo perché dobbiamo continuare a lavorare in tal senso – dice il sindaco Alberto Baccini, mentre presenta il risultato di questo primo step – e credo che sia necessario cominciare a riflettere anche sui livelli di tolleranza e degli strumenti da mettere in campo per contrastare i reati predatori. Credo che si debba cominciare a riflettere su un diverso inquadramento legislativo anche degli strumenti a disposizione della forze dell’ordine e riflettere sulla legge sulla privacy”.
I punti che sono attualmente vigilati dalle telecamere di videosorveglianza, ovvero non adatte in linea di massima a rilevate infrazioni amministrative come quella del codice della strada, ma dovrebbero servire come strumento di vigilanza contro i reati penalmente rilevanti e come ausilio alle indagini degli inquirenti, sono state collocate nei punti ritenuti sensibili per statistica ovvero dove si sono verificati delitti in passato o perché sono presenti obiettivi sensibili come le banche.
Ecco l’elenco dei sedici punti sensibili già vigilati dagli occhi elettronici: piazza Felice Orsi nella parte antistante il municipio, il piazzale del supermercato Dico in via della Stazione, località Poggi in ovvero all’incrocio tra via Roma e via del Centenario, in via del Centenario, in via Roma proprio nel tratto antistante il Banca di Credito cooperativo di Pescia, il piazzale della chiesa parrocchiale di San Giusto, via Italia, in via Ciarpi, via Romana Est in prossimità dell’ex istituto Cavanis, davanti al chiesa di Rughi, in via Fossanuova, vicino alla chiesa di Padule, alla Pineta in prossimità dell’incrocio con via Pollinelle, sempre a Rughi alla Fratina lungo la strada principale, davanti alle elementari di via Catalani, nella zona 167, davanti alle scuole medie Pea e in via della Stazione.
“Queste non sono telecamere che possono essere utilizzate per rilevare e contestate le infrazioni del codice della strada e neppure come varchi telematici – precisa il comandate della polizia municipale Mancino, tutta via in alcuni casi sono già state utili alle indagini per dare agli inquirenti elementi di prova e per individuare alcuni automobilisti e autotrasprotatori che hanno danneggiato il patrimonio pubblico o commesso gravi infrazioni al codice della strada. Ovviamente ogni volta che viene comesso un reato penalmente rilevante le immagini, che rimangono in banca dati per sette giorni, possono essere acquisite dalla procura della Repubblica previa autorizzazione del gip. In sostanza l’obiettivo è creare un deterrente contro chi ha intezione di commettere reati, ma le telecamere comunque ci sono e possono essere utilizzate sia in tempo reale che per eventuali indagini”.
“L’obiettivo comunque nei prossimi anni quindi per chi mi succedere alla guida del Comune – continua Baccini – è quello di arrivare a raddoppiare i punti video serovglaiti e arrivare almeno a 32 telecamere. Al momento ci sono dei punti sensibili che sono rimasti fuori dal meccanismo, uno per tutto via Sbarra e il cimitero nuovo, dove alle volte sono statia commessi anche die piccoli reati”.
Baccini e la privacy
“Comunque continua il sindaco di Porcari – proprio perché credo che il nostro sistema giudiziario in questo momento abbia bisogno di una modifica sostanziale in termini di riduzione della garanzie per i malfattori, in primavera a Porcari, organizzeremo un convegno promosso dal comune e dall’Anci proprio per dibattere questi temi e capire come poter intervenire. Noi sempre più spesso assistiamo a malviventi che commetto un delitto e poco dopo sono nuovamente a Porcari liberi di ricominciare, nonostante l’impegno di tutte le forze dell’ordine. Credo che su questo si debba comincaire a riflettere e anche sulla questione della privacy bisogna cominciare a pensare di derogare ad alcuni principi di tutela della sfera privata del cittadino per dare agli inquirenti strumenti di contrasto al crimine più efficaci. Ad esempio io aveva chiesto di mettere in rete i rilevamenti di queste telecamere in modo che i cittadini che volevano osservare potevano contribuire ad aiutare le forze dell’ordine in termini di osservazione, questo non è stato possibile perché mi hanno risposto ‘si viola la privacy’. Questo è intollerabile, perché le leggi ora vanno a vantaggio dei malfattori. Inoltre vorrei chiaramente ribadire che adesso è l’ora di ripensare anche i meccanismi della privacy e dell’ammissibilità del materiale probatorio nell’azione penale. Proprio per questo credo che sia ora di aprire una riflessione, perché altrimenti alla fine si va a usare le leggi per non garantire più la certezza della pena, non garnatire la sicurezza dei cittadini e abbassare la percezione di sicurezza, che questa poi alla fine è la cosa più preoccupante”.
Gabriele Mori