Marchetti a Tori: “Cita leggi a vanvera”

21 marzo 2016 | 11:36
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Marchetti a Tori: “Cita leggi a vanvera”

Non si fa attendere l’ennesima replica del sindaco Marchetti al consigliere Matteo Tori sulle regole della campagna elettorale.
“Non sapendo come fare – dice il sindaco –  per cercare di giustificare una richiesta che ha fatto ridere tutti, mette insieme una serie di discorsi scollegati che confermano la necessità di un certo riposo. Tentando di comprendere argomenti sconnessi e strani, a cominciare dalla legge che cita. La legge 212 del 1956 contiene norme per la propaganda elettorale. Visto che proprio Tori sostiene che non sono stati convocati i comizi elettorali, che ufficializzano la partenza della campagna elettorale, e che la legge disciplina e regola proprio i momenti successivi alla convocazione, che c’entra con la sua richiesta?”.

“Ovviamente – spiega Marchetti – non c’entra nulla e Tori, non sapendo che dire, la cita a sproposito, visto che, fra l’altro, fa proprio divieto ai candidati di utilizzare strutture pubbliche per la campagna elettorale, ovvero proprio quello che Tori ci chiede nella lettera protocollata il 17 marzo. Allora probabilmente sono due persone che hanno fatto la richiesta e poi la risposta, perchè sennò Matteo Tori contraddirrebbe se stesso. Rassicuro Tori di non essere per nulla nervoso, mentre lui mi pare sempre più avvelenato. Paragonare i miei risultati ai suoi ricorda il famoso spot del “ti piace vincere facile”. Non voglio ricordarli perchè sarei noioso e tutti li conoscono, Resta il fatto che una richiesta di questo tipo rimarrà nella storia e qualunque cosa tenti di dire, rimane una esilarante testimonianza di come, nonostante almeno 35 anni di partecipazione alle elezioni senza mai vincere, Matteo Tori ha sempre da imparare”.