Capannori, niente referendum sul carbonizzatore

Respinta la richiesta di un referendum sull’impianto di carbonizzazione formulata da undici consiglieri comunali perché “illegittima e inammissibile”. La commissione giudicatrice – costituitasi secondo quanto previsto dal regolamento comunale per la partecipazione per valutare la legittimità e procedibilità dell’ipotesi di svolgere a Capannori un referendum consultivo sull’impianto di carbonizzazione – ha infatti inviato al referente della proposta, ovvero il consigliere comunale Simone Lunardi, una lettera contente una risposta molto argomentata sul perché il quesito proposto non può essere accolto.
Stando al contenuto della missiva, inoltre, il parere di illegittimità è stato espresso all’unanimità dai tre i membri della commissione. A inviare l’esito è stata il segretario generale dell’Ente Marina Savini.
In particolare, i componenti della commissione spiegano che “l’illegittimità è tale su più fronti, vale a dire sia dal punto di vista delle competenze, in quanto le normative e la giurisprudenza a seguire precisano sempre che in un Comune può svolgersi un referendum consultivo soltanto su materie di esclusiva competenza dell’ente municipale, sia perché dal punto di vista della normativa vigente in ambito urbanistico non è possibile formulare richieste che blocchino l’insediamento di aziende produttive tout court”.
La proposta avanzata dagli undici consiglieri non è stata valutata compatibile con nessuno dei due requisiti di legittimità. Per quanto riguarda le competenze, infatti, la materia della gestione dei rifiuti è sovracomunale, avendo funzioni specifiche in tal campo la Regione – spiega il Comune in una nota. Anche sul fronte urbanistico l’illegittimità è ritenuta piena, poiché il quesito formulato avrebbe come conseguenza l’impossibilità di creare nuove imprese sul territorio capannorese.
“La commissione giudicatrice, inoltre – si legge in una nota del palazzo comunale -, ha rispettato in tutto la procedura prevista del regolamento del Comune di Capannori, tant’è che lo scorso 6 aprile aveva già scritto ai proponenti del referendum chiedendo loro integrazioni al quesito formulato poiché così come proposto risultava illegittimo. Nonostante la possibilità di integrazioni, la commissione non ha ricevuto materiale giurisprudenziale capace di sostenere in modo valido la proposta. Giunti alla scadenza dei termini, la commissione giudicatrice s’è quindi riunita un’altra volta e ha espresso unanimemente il parere di illegittimità e inammissibilità”.