Genitori in piazza per le mense, Comune non li riceve

16 aprile 2016 | 10:14
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Genitori in piazza per le mense, Comune non li riceve
Genitori in piazza per le mense, Comune non li riceve
Genitori in piazza per le mense, Comune non li riceve
Genitori in piazza per le mense, Comune non li riceve
Genitori in piazza per le mense, Comune non li riceve
Genitori in piazza per le mense, Comune non li riceve

Si sono presentati davanti alla sede del Comune di Capannori “armati” di pentole e mestoli e hanno fatto risuonare tutto il loro malcontento per il servizio delle mense scolastiche. Una cinquantina di genitori – alcuni dei quali accompagnati anche dai loro figli – si sono ritrovati per protestare contro costi e qualità del servizio, nell’ambito di una iniziativa organizzata dal comitato Problema Mensa Capannori. La rappresentanza di genitori non è tuttavia stata ricevuta dall’amministrazione comunale, che lo aveva già annunciato nei giorni scorsi in cui il comitato ha organizzato la protesta del pasto da casa nelle scuole. Eppure i genitori lo hanno ricordato chiaramente: “L’unico nostro interlocutore, la ‘controparte’, è unicamente l’amministrazione pubblica Comunale colpevole di aver scelto un tale servizio di refezione e colpevole anche di non controllare che lo svolgimento tenda l’attenzione rivolta al suo cliente fruitore: il bambino. Nessun altro soggetto ne è colpevole diretto: né il fornitore del servizio (azienda privata che per sua natura deve perseguire utili) né la struttura scolastica che ospita nei suoi locali tale servizio”.

Dura, a tal proposito, la posizione dell’amministrazione: “I numeri delle persone in piazza, circa 50 adulti su 3000 famiglie interessate dal servizio, ci confermano quello che già avevamo capito parlando direttamente con i genitori – dichiara il Comune in una nota -. Ovvero che il comitato sta facendo disinformazione, per fini politici, in merito a un servizio importante come quello della refezione scolastica. I cittadini hanno il diritto di avere informazioni corrette e non strumentali sul servizio. Noi questo atteggiamento non possiamo accettarlo né assecondarlo, e quindi continuiamo e continueremo a ignorare chi si pone a capo di iniziative di protesta che non fanno altro che strumentalizzare i bimbi delle nostre scuole. Il Comune svolge un ruolo attento di controllo e, ogni giorno, studia miglioramenti al menù in base alle necessità che emergono nelle sedi opportune. Con i genitori continueremo ad avere un dialogo più diretto, perché hanno diritto all’ascolto e ad una informazione corretta, basi indispensabili per una collaborazione fattiva. Per questo, la prossima settimana, daremo il via a un percorso di informazione e ascolto per spiegare nel dettaglio come funziona il servizio mensa, quali sono i prodotti che vengono utilizzati, da dove provengono e quali sono le novità che saranno introdotte. Allo stesso tempo, in un’ottica di massimo dialogo, ascolteremo le proposte, in modo da farci portavoce, come sempre, delle necessità dei bambini verso l’azienda. Per dare ancora più valore al percorso sigleremo insieme un patto sul cibo”.
“Il comitato – spiega invece il gruppo di genitori – è una associazione spontanea apartitica, non schierata politicamente, costituita e partecipata da genitori volontari e non retribuiti, che hanno ad oggi, sostanzialmente tre scopi. Il primo è la riapertura delle cucine interne nelle scuole già da settembre 2016; condizione indispensabile all’appetibilità ed alla fragranza dei piatti sporzionati ai bambini. Del resto le strutture ci sono: basta la volontà di volerle riattivare. Altro punto fondamentale – ricordano i genitori – la qualità degli ingredienti che compongono i menù: in questo momento storico di aumento esponenziale di contraffazioni, adulterazioni, sofisticazioni e truffe alimentari, l’unico modo per limitare tali rischi è tornare agli approvvigionamenti il più locali possibile: la filiera corta e il chilometro 0 sono le migliori alternative possibili ad un biologico pressochè impossibile nell’identificazione della sua coltivazione o allevamento. Il terzo punto, ma non certo per ordine di importanza, è ricostruire correttamente ed in maniera partecipata con i genitori, il vero ed unico strumento che possa consentire la salvaguardia, nel tempo, di un buon e giusto servizio mensa: la commisione mensa. Così come è adesso essa non coinvolge il genitore. È stata fortemente depotenziata; il numero delle visite è stato ridotto a due al mese per ciascun commissario, non sono ammessi il prelevamento e l’asportazione dei cibi, non c’è diffusione online dei documeti prodotti e scambiati tra commissari, presidenti ed ufficio scuola. È richiesto di dare il preavviso prima dell’ispezione, non si può accedere in sala mensa mentre i bambini mangiano. Spesso i verbali, anche se segnalano anomalie, se ne stanno chiusi nel cassetto per troppo tempo senza esser presi in considerazione da chi di dovere. Insomma, le norme cui è adesso sottoposta la commissione mensa sono talmente restrittive che non è possibile esercitare vigilanza e controllo”, sostiene infine il comitato Problema Mensa Capannori.

FOTO – La protesta dei genitori a Capannori (di Giuseppe Cortopassi)