Mense, il comitato avanza le richieste a Capannori

7 maggio 2016 | 07:53
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Mense, il comitato avanza le richieste a Capannori

Quattro richieste al sindaco Luca Menesini: sono quelle avanzate e protocollate in Comune a Capannori dai membri del comitato Problema Mensa che dopo la manifestazione pubblica in piazza mette nero su bianco le sue proposte per il servizio di refezione scolastica.
Al primo posto c’è la questione della preparazione dei cibi. I genitori, infatti, chiedono “la totale rimessa in funzione delle cucine interne alle scuole già dal prossimo settembre 2016. La cucina interna – sottolineano – è indiscutibilmente condizione necessaria al miglioramento dell’appetibilità ed alla fragranza dei piatti sporzionati. La cucina espressa, con il suo richiamo alle abitudini familiari, potrà recuperare il rapporto tra scuola-bambino-cibo, ricucendo uno strappo che ha visto trasformare le sale mensa in ‘terminali di somministrazione’, consentendo quindi il ripristino del vero valore educativo del tempo mensa”.

“Questa richiesta – aggiunge il commitato – più che plausibile è supportata dall’evidenza che le strutture ci sono ancora in molte scuole come già c’erano fino a dicembre 2014; e molte di esse sono anche state ristrutturate di recente: basta quindi la volontà di volerle riattivare”.
“Altro punto fondamentale – aggiungono – è la qualità degli ingredienti che compongono i menù: in questo particolare momento storico di aumento esponenziale di contraffazioni, adulterazioni, sofisticazioni e truffe alimentari, l’unico modo per limitare tali rischi è tornare agli approvvigionamenti il più locali possibile che sono anche i più controllabili possibile. La filiera corta e il km 0 sono le migliori alternative ad un biologico pressoché impossibile nell’identificazione della sua originaria coltivazione o allevamento”.
“Il terzo punto, ma non certo per ordine di importanza – aggiungono i genitori -, è ricostruire e ricalibrare correttamente ed in maniera partecipata con tutti i genitori interessati, il vero ed unico strumento che possa consentire la salvaguardia nel tempo di un buon e giusto servizio mensa: la Commissione Mensa. Così come è adesso essa non coinvolge il genitore, è stata fortemente depotenziata; il numero delle visite è stato ridotto a due al mese per ciascun commissario, non sono ammessi il prelevamento e l’asportazione dei cibi, non c’è diffusione online dei documenti prodotti e scambiati tra commissari, presidenti ed ufficio scuola. È richiesto di dare il preavviso prima dell’ispezione, in alcuni Istituti Comprensivi non si può accedere in sala mensa mentre i bambini mangiano. Spesso i verbali, anche se segnalano anomalie, se ne stanno chiusi nel cassetto per troppo tempo senza esser presi in considerazione da chi di dovere. Il presidente di Commissione mensa non viene eletto dai genitori ma dal Consiglio d’Istituto e queste sono solo alcune delle criticità rilevate”.
Da ultimo i genitori chiedono di avere “la possibilità di poter fornire al bambino il pasto da casa e che lo possa consumare contemporaneamente ai compagni che usufruiscono della mensa. Il presupposto giuridico di questa richiesta si fonda sul fatto che non esiste una legge nazionale che vieti questa possibilità, perciò i regolamenti comunali o quelli previsti nel protocollo haccp dell’azienda ristoratrice che si oppongono a tale evenienza sono da considerarsi inaccettabili”.