Salvi gli uffici postali delle frazioni di Capannori

31 maggio 2016 | 12:59
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Salvi gli uffici postali delle frazioni di Capannori

Il Comune di Capannori ha vinto il ricorso al Tar contro il piano di ridimensionamento presentato da Poste Italiane comunicato all’ente nel febbraio 2015 che prevedeva la chiusura di 5 uffici postali, poi divenuti 4 perché Pieve di Compito è stato nel frattempo salvato, e la riduzione dell’orario di apertura di un altro sportello.

Dopo il provvedimento di sospensiva emesso nel settembre 2015 adesso il Tar, con la sentenza depositata ieri (30 maggio), annulla i provvedimenti di razionalizzazione di Poste Italiane degli uffici ubicati sul territorio del comune di Capannori. Restano così aperti gli uffici postali di San Ginese, San Colombano, Vorno e Lappato, mentre lo sportello di Matraia proseguirà la sua attività senza riduzione di orario. “E’ una vittoria su tutta la linea – commenta con soddisfazione il sindaco Luca Menesini -. Una vittoria prima di tutto dei cittadini ai quali viene restituito il diritto di usufruire di servizi essenziali come quelli postali ed anche per l’amministrazione che fin dall’inizio ha dato battaglia per impedire l’attuazione di un piano di ridimensionamento calato dall’alto senza nessun confronto preventivo con l’ente. Un atteggiamento che abbiamo sempre ritenuto non corretto, perché è impensabile che scelte così importanti sul ridimensionamento di servizi che incidono sulla qualità della vita dei cittadini vengano prese senza consultare chi amministra un territorio e quindi ne conosce le esigenze. Non è possibile cioè attuare tagli lineari dettati esclusivamente da esigenze di bilancio, senza tenere conto dei bisogni della comunità. Adesso il Tar dice che la nostra posizione era giusta. Voglio ringraziare il consiglio comunale e tutti i cittadini che sono stati al nostro fianco in questa importante lotta che abbiamo vinto grazie anche al loro sostegno”.
La sentenza del Tar conferma infatti la fondatezza dei rilievi mossi dall’amministrazione Menesini e definisce illegittimi i provvedimenti assunti da Poste. Le motivazioni riportate nella sentenza richiamano, tra l’altro, la disciplina nazionale e comunitaria che assegnano particolare rilievo alle esigenze degli utenti del servizio universale e anche una delibera di Agcom (Autorità per le garanzia nelle comunicazioni) a cui è demandata la funzione di autorità di regolamentazione del servizio, che introduce un obbligo di comunicazione preventiva da parte di Poste Italiane nei confronti delle istituzioni locali aventi ad oggetto l’attuazione di interventi di chiusura o rimodulazione di uffici postali.