Fatture Ascit, M5S invita a nuovi ricorsi in massa

“Contestare le fatture Ascit relativamente alla loro forma, già dal prossimo conguaglio 2015”: il M5S Capannori ha spiegato anche oggi (11 giugno), di fronte ad una trentina di cittadini riunitisi al mercato di Marlia, quali sono i passaggi necessari per ottenere un conguaglio corretto.
Il consigliere comunale Renato Pini ha presentato Andrea Tolari, il tecnico di cui si avvalgono i cinque stelle, che è subito entrato nel dettaglio.
“Non contestiamo – spiega – il sistema del porta a porta, né il criterio della tariffa a metro quadro o quella puntuale, ma una fatturazione sbagliata che fa dissipare i frutti di tutto il lavoro precedente. La Corte Costituzionale, nel 2013, ha stabilito che i rifiuti sono da considerarsi tributi e che, pertanto, debbono avere la forma degli atti impositori. Nelle fatture, di conseguenza, dovrebbe essere presente l’indicazione sulle modalità per il ricorso entro 60 giorni alla commissione tributaria, ma non c’è”.
E’ proprio questo il punto fondamentale che, ricordano i grillini, ha già portato due aziende capannoresi che si sono appoggiate all’assistenza del Movimento a vincere due ricorsi: “Parliamo di somme ingenti – prosegue Tolari – cioè circa 10mila euro per ciascun ricorrente. In questi casi non si entra nemmeno nel merito, perché è sufficiente contestare la forma inesatta della fattura. Dopo di ciò è anche possibile contestare i singoli addebiti e Ascit non può fare accertamenti tributari, laddove sbagli la forma”.
Il problema di fondo, evidenzia il M5S, è quello di aver stabilito che mentre le utenze domestiche hanno un giorno stabilito per il ritiro del non riciclabile, le aziende chiamano secondo necessità: “Questa gestione è sbagliata – evidenziano – anche perché Ascit dice di aver fatto un accordo con le aziende, ma non lo ha mai dimostrato. Questo potere contrattuale, per altro, sta in capo solo e soltanto ai vertici di Ascit e ai rappresentanti legali delle singole aziende. Se oggi Ascit fosse intelligente, manderebbe il conguaglio 2015 con tutti i dati necessari per il ricorso, preferibilmente per Pec, perché i 60 giorni decorrono dalla notifica, ma andrebbe bene anche una raccomandata. Se lo farà, ammetterà che il M5S ha ragione. Se non lo farà, avremo ragione ugualmente, perché andremo a contestare la natura tributaria dell’addebito e vinceremo i ricorsi”.
Il M5S si sofferma anche sulle possibili contromisure relative al concetto del “vuoto per pieno”: per legge, come è noto, aziende e privati pagano come se il bidone fosse colmo, anche se non lo è. “Prima di tutto – ulteriore contestazione – i bidoni dovrebbero essere svuotati sulla pubblica via e non entrando negli spazi privati delle aziende. Questo lo diciamo perché in molti si sono trovati addebitati degli svuotamenti quando l’azienda era chiusa o se ne sono trovati diversi nello stesso giorno, avendo tuttavia un solo bidone. Oltre a questo, per pagare il giusto, è necessario ridurre la parte del non riciclabile: è necessario chiamare Ascit e fare presente le reali necessità. Se mi consegnano un bidone da 1100 litri, ma io ne riempio 240, devo avere quello che più si attaglia alle mie esigenze e pagare di conseguenza”.
E per le vecchie fatture? “In questo caso la richiesta di rimborso – conclude Tolari – deve essere presentata direttamente ad Ascit, contestando i singoli ritiri (la parte variabile della fattura, mentre quella fissa concerne i metri quadri)”.
Paolo Lazzari