Omicidio di Fermo, la condanna dell’Osservatorio per la pace

13 luglio 2016 | 14:54
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Omicidio di Fermo, la condanna dell’Osservatorio per la pace

“Ciò che e successo il 5 luglio 2016 a Fermo non può lasciarci indifferenti perché di una ferocia inaudita e, nella nostra memoria, ci riporta al lontano 1989 quando a Villa Literno fu ucciso Jerry Masslo, a sua volta fuggito dalla persecuzione dell’apartheid del Sudafrica”. E’ la condanna che arriva dall’Osservatorio per la Pace di Capannori.

“L’uccisione di Emmanuel Chidi Namdi con una storia altrettanto drammatica alle sue spalle e avvenuta in difesa di sua moglie offesa ripetutamente da un razzista – si legge in una nota dell’Osservatorio -, non può e non deve lasciarci indifferenti come operatori di pace ma, soprattutto, come cittadini e uomini perché, questo episodio gravissimo se passasse, come sembra stia passando, nell’indifferenza generale dei normali fatti di cronaca, sarebbe una sconfitta per tutti noi che crediamo in una società solidale, accogliente e multiculturale. Non possiamo far finta di niente, trincerarci dietro la retorica che in Italia non siamo razzisti e siamo un popolo accogliente. Questo episodio ci pone di fronte alla dura realtà delle cose e ci deve far prendere coscienza che c’è bisogno di intervenire in modo adeguato e che bisogna cominciare a chiamare le cose e i fatti con il loro vero nome. Ci ha lasciati interdetti il fatto che tutti i media abbiano parlato di un ultras della Fermana e non di un razzista. Questo è sintomatico del clima che stiamo vivendo che, a nostro avviso, è molto pericoloso perché cerca sempre di deviare di addormentare l’opinione pubblica e non di farle prendere coscienza rispetto a ciò che sta accadendo nella nostra vita quotidiana. Volente o nolente, per i prossimi decenni ci dovremo confrontare con questo grosso tema dell’immigrazione e non possiamo farlo accettando che nel nostro paese cresca questo livello di odio e di violenza contro persone che, purtroppo per loro, sono costrette ad abbandonare la loro casa e la loro terra a causa di guerre e povertà. No, questo modello non può più reggere, le sue contraddizioni sono sempre più evidenti e le risposte che stiamo dando rischiano di essere del tutto inadeguate e finiscono per avere effetti collaterali come quello di Fermo che non devono più ripetersi. È chiaro che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi come quello che stiamo affrontando che non è tanto quello dell’immigrazione, ma quelli di predisporci mentalmente a convivere in società sempre più complesse e multiculturali e dove dobbiamo sviluppare migliori capacità di relazioni con gli altri. Per noi dell’Osservatorio della Pace, l’episodio di Fermo deve segnare un punto di inizio per rafforzare ancora di più i nostri sforzi nel favorire, diffondere sul nostro territorio una cultura dell’accoglienza, della solidarietà e per la multiculturalità. Una cultura che può nascere solo se facilitiamo l’incontro e la conoscenza con queste persone che arrivano da paesi lontani e troviamo occasioni per farli sentire utili e importanti nel nostro territorio. Con questo comunicato preannunciamo che a breve sarà promossa una iniziativa di ricordo e di sensibilizzazione e invitiamo tutti i cittadini e le associazioni ad aderire sin da ora mettendosi in contatto con l’osservatorio della pace di Capannori”.