Rifiuti Zero, lettere alle aziende per produrre con responsabilità

Una campagna lunga un anno per sensibilizzare le aziende alla filosofia di Rifiuti Zero. E’ quanto hanno studiato il Centro di Ricerca Rifiuti Zero e Zero Waste Italy nel lanciare la campagna C’è posta per te con la Sporca dozzina.
“E’ noto – spiega Rossano Ercolini – che a Capannori e non solo ci sono raccolte differenziate accreditate di oltre l’80 oer cento. A Capannori in particolare, poi, si registra lo sforzo di azzerare i rifiuti entro il 2020 configurando per quel circa 20 per cento che ancora rimane sullo stomaco del sistema di di-gestione degli scarti la necessità di studiarlo al fine di diminuirlo fino a farlo tendere a zero. Ecco il senso e il compito dei Centri di ricerca Rifiuti Zero: studiare il rifiuto urbano residuo (Rur) per capirne le “patologie” che ancora costringono i cittadini pur “virtuosi” a consegnarlo alla fase dello “smaltimento”. Dagli studi da noi condotti sul campo abbiamo riscontrato che oltre la metà di questo 20% residuo è il prodotto di errori di progettazione che non rendono differenziabili un lungo elenco di prodotti. In questo processo (dopo aver sensibilizzato e coinvolto i cittadini nelle raccolte porta a porta) occorre allora coinvolgere i produttori. Questa fase, per la strategia Zero Waste o di Rifiuti Zero si definisce Coinvolgimento della responsabilità estesa dei produttori chiamati a fare la loro parte rimpiazzando prodotti (non solo imballaggi) non riciclabili o compostabili e non riusabili con altri “figli” di una progettazione che miri ad allungare il ciclo di vita dei prodotto o perlomeno a renderlo riciclabile e quindi reinseribile in processi di economia circolare. A questo documento di “sensibilizzazione” seguiranno lettere che verranno inviate ai principali produttori dei “prodotti imputati” non tanto per innescare sterili conflitti ma per caldeggiare processi di collaborazione finalizzati a migliorare le “progettazioni” oggetto di motivata critica”.
“La campagna – conclude Ercolini – durerà un anno intero ed è finalizzata a connettere il “civismo” delle comunità chiamate a fare la differenza e la differenziata con la responsabilità dei produttori invitati a svolgere una progettazione che si faccia carico dell’intero ciclo di vita dei loro prodotti in una concezione che va “dalla culla alla culla” e che muove da assunti che legano strettamente sostenibilità ambientale, azzeramento dello spreco di risorse a processi economici basati sulla responsabilità e sulla efficienza”.
“Con questa importante iniziativa si apre una nuova e importante fase della strategia Rifiuti Zero – afferma il sindaco Luca Menesini -. Dopo aver coinvolto i cittadini nel realizzare la raccolta porta a porta con ottimi risultati, adesso si chiede alle aziende produttrici di fare la propria parte, affinché tutta una serie di prodotti che ancora oggi non sono né riciclabili, né compostabili e che quindi finiscono nel ‘sacco grigio’ vengano ripensati e progettati in modo da renderli recuperabili. Le aziende insomma vengono invitate a svolgere una progettazione che si faccia carico dell’intero ciclo di vita dei loro prodotti in una concezione che va “dalla culla alla culla” e che muove da assunti che legano strettamente sostenibilità ambientale, azzeramento dello spreco di risorse a processi economici basati sulla responsabilità e sulla efficienza per contribuire a trasformate un modello economico lineare in un modello economico circolare pensato per potersi rigenerare da solo”.
I 24 prodotti della black list dei prodotti “critici” sul fronte dei rifiuti sono: pannolini, pannoloni, assorbenti femminili; cotton fioc; accendini monouso; spazzolini da denti; tubetti di dentifricio; figurine ed adesivi; scontrini fiscali; capsule e cialde per il caffè monoporzionato; appendini in plastica; cd, floppy disk; chewingum; rasoi usa e getta; mozziconi di sigarette; stoviglie usa e getta (cucchiai, forchette, coltelli in plastica); penne a sfera, pennarelli, evidenziatori; guanti in lattice monouso; salviette umidificanti; cerotti per medicazioni; nastro adesivo; carta carbone, carta forno; carta plastificata (bicchieri, imballaggi non tetrapack), tovaglie, tovaglioli monouso in tessuto non tessuto (Tnr); carte di credito scadute, bancomat, e tessere plastificate; lettiere sintetiche per gatti ed animali domestici.