Acquedotto colabrodo a S. Ginese, si muove il Comune

Guasti, perdite e disagi per i cittadini. E’ questa la fotografia dell’acquedotto a servizio delle località Centoni, Collina e Lecci nella frazione di San Ginese. Una rete datata, che ha bisogno di una sostituzione integrale. Per questo l’assessore all’ambiente del Comune di Capannori, Matteo Francesconi, e la consigliera Piera Marchetti (Capannori 2020) chiedono al gestore, Acque spa, un intervento di sostituzione delle tubature. Un’opera, questa, che secondo i rappresentanti dell’amministrazione comunale deve essere realizzata quando prima, visto che di fatto sta bloccando i previsti lavori di asfaltatura presenti nella zona.
“I cittadini sono esasperati – affermano Francesconi e Marchetti -. Troppo spesso le famiglie di Centoni, Collina e Lecci sono costrette a subire disagi e causa delle condizioni dell’acquedotto. E’ una rete vecchia, che viene solo tamponata per rattoppare alcune delle criticità che si presentano, ma che ha bisogno di un intervento decisivo. La situazione mette in difficoltà anche l’amministrazione comunale che è pronta ad investire per asfaltare la strada che attraversa le tre località ma che non può effettuare i lavori per non correre il rischio di vedere i cantieri di Acque spa aperti dopo pochi mesi proprio in quelle vie, vanificando l’investimento compiuto”.
“Chiediamo ad Acque un intervento di sostituzione totale delle tubature a servizio delle tre località – continuano Francesconi e Marchetti -. Si tratta di un’opera sicuramente importante dal punto di vista economico, ma che Acque negli ultimi anni ha già dimostrato di poter compiere, basti vedere gli analoghi interventi realizzati a Castelvecchio di Compiuto lungo la Sarzanese Valdera e nel centro storico. L’amministrazione comunale è pronta a dialogare. Per questo chiediamo ad Acque di sedersi attorno a un tavolo con noi per programmare assieme l’intervento. E’ necessario dare ai cittadini una risposta concreta in tempi rapidi, prima che la già compromessa situazione dell’acquedotto di San Ginese si aggravi”.