
E’ già argomento di confronto all’interno del Patto sul cibo siglato a Capannori fra Comune, azienda Cir Food, dirigenti scolastici, commissioni mensa e genitori degli alunni la possibilità di trovare le migliori soluzioni per chi si volesse portare il pasto da casa. Questo è quanto sta accadendo già da settimane a Capannori, grazie al laboratorio di collaborazione realizzato con il ‘Patto sul cibo’, su un tema che dopo il sì dei giudici di Torino alla richiesta di poter portare a scuola il cibo preparato a casa è diventato di nuovo di grande attualità e merita attenzione.
Si tratta, è bene dirlo, di una questione delicata dal punto di vista degli spazi e del tema igienico sanitario, e pertanto occorre che tutti i soggetti interessati collaborino per trovare una soluzione adeguata.
Per questo motivo, il sindaco Luca Menesini, ritiene che il Comune debba farsi promotore di un dialogo su questi punti fra dirigenti scolastici, tutti i firmatari del ‘Patto sul cibo’ e l’azienda Usl 2 di Lucca.
Per Menesini il lavoro siglato dal patto sul cibo è un modello di partecipazione che ha saputo dare frutti importanti per i bambini delle mense delle scuole capannoresi, dove la qualità del cibo, il biologico e l’utilizzo di alimenti di filiera corta sono certezze. Ed è quindi anche il luogo migliore dove portare avanti una riflessione sul pasto portato da casa nelle scuole.
“Oggi quella del cibo portato da casa rappresenta un tema caldo – dice il primo cittadino Menesini –. Alcune sentenze ci dicono di valutare con attenzione la questione, ed è quello che a Capannori stiamo facendo. Va detto, però, che è necessario che arrivino quanto prima indicazioni ministeriali precise, anche con ipotesi di soluzioni concrete, perché con le normative in vigore non è scontato avere margine d’azione ed in più ha poco senso che ogni città faccia in modo diverso. Per questo bisogna coinvolgere anche gli altri soggetti interessati dal cibo nelle scuole, e provare tutti insieme a trovare soluzioni, senza che ci siano problemi igenico-sanitari, ma soprattutto di discriminazione fra alunni. Il lavoro svolto con il ‘patto sul cibo’ ha portato dei miglioramenti, per i quali ringrazio tutti coloro che vi hanno lavorato. Il momento della mensa, infatti, è un momento conviviale collettivo, che ha una grande funzione educativa per i bimbi. Sapere che alcuni bambini non vi possono partecipare perché hanno il pasto preparato a casa dispiace. Ed è il motivo per cui non incentivo a portarlo da casa, anzi. Abbiamo attivato progetti significativi per valorizzare il momento della mensa nelle scuole. Alcune sentenze sembrano però riconoscere un nuovo diritto e pertanto noi lavoriamo per tradurlo in realtà nel modo migliore possibile e per non essere impreparati nell’eventualità che quella sia la direzione. Viste le capacità straordinarie del mondo scolastico capannorese, sono certo che troveremo soluzioni idonee”.
In alcune scuole italiane sono già in corso battaglie sul tema del pasto portato da casa. L’amministrazione comunale e i dirigenti scolastici di Capannori non vogliono che sul territorio i bambini vivano scontri, e quindi già stanno affrontando la questione.
“Si rischia di fare battaglie ideologiche – conclude Menesini – quando invece la priorità è garantire un pasto nelle migliori condizioni a tutti i bimbi. Quindi apriamo al cambiamento da subito, e ci impegniamo perché gli alunni siano felici e si possono godere il cibo nelle nostre scuole”.