Capannori, mostra e installazione per la memoria – Ft

27 gennaio 2017 | 11:56
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Capannori, mostra e installazione per la memoria – Ft
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Capannori, mostra e installazione per la memoria – Ft
Capannori, mostra e installazione per la memoria – Ft
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Capannori, mostra e installazione per la memoria – Ft

Mucchi di vestiti, scarpe e occhiali usati, vecchi cappotti e vecchie valige disposti in varie file posizionati in piazza Aldo Moro a Capannori e sulle scale del municipio hanno accolto stamani (27 gennaio) i cittadini e i visitatori della mostra Nel vento e nel ricordo. Storie di bambini ebrei della Shoah in provincia di Lucca inaugurata nell’atrio del palazzo comunale quale evento di apertura delle iniziative Ricordare…per fare le scelte giuste promosse dal Comune in occasione del giorno della memoria.

Si tratta di una installazione artistica curata dall’associazione Bi-done e in particolare da Tonya Pierallini, Silvia Magrini e Sara Tocchini, con la partecipazione della Civica scuola di musica di Capannori per evocare la tragica realtà dei campi di sterminio nazisti. Per rendere omaggio alle 110 persone, adulti e bambini, della provincia di Lucca deportate durante il periodo della seconda guerra mondiale i bambini e i ragazzi di alcune classi della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado di Capannori, hanno apposto i cartellini con i nomi dei bambini deportati su alcuni oggetti che compongono l’installazione per restituire loro memoria e dignità, così come è stato fatto anche per le altre vittime. La mostra Nel vento e nel ricordo. Storie di bambini ebrei della Shoah in provincia di Lucca realizzata dall’Istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea in Provincia di Lucca e curata da Silvia Quintilia Angelini, Luciano Luciani ed Emmanuel Pesi si compone da una ventina di pannelli composti da foto e testi, che raccontano le storie di bambini e bambine ebrei che nei terribili anni della guerra vissero il periodo della persecuzione sul nostro territorio trovando, alcuni, la salvezza ed altri l’arresto e la deportazione. Al taglio del nastro della mostra hanno preso parte il sindaco Luca Menesini insieme alla vice sindaco Lara Pizza, Luigi Rovai in rappresentanza dell’Istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea in Provincia di Lucca, Emmanuel Pesi, responsabile del progetto La Via della Memoria del Comune di Capannori, ed Edi Bueno, ebrea, testimone diretta di quei terribili anni, allora bambina ed oggi novantenne, residente a Livorno, che nell’autunno del ’43 si rifugiò con la famiglia a Marlia in una casa presso Santa Caterina. Edi riuscì a salvarsi insieme al fratello Sirio e al padre Mario, mentre purtroppo non fu lo stesso per la madre, l’altro fratello ed altri parenti. Edi, alla cui storia è dedicato un pannello della mostra, ha raccontato alle scolaresche presenti la sua vicenda ed ha ricevuto dal sindaco Menesini una pergamena che riporta la scritta ‘per il coraggio e la forza di testimoniare le vicende tragiche, accadute a Capannori, che hanno colpito la Sua famiglia durante la seconda guerra mondiale’. “A Capannori non si dimentica. A Capannori la Memoria è azione che facciamo ogni giorno per progettare il futuro, che sia di libertà, di uguaglianza nelle differenze, di pace – sostiene il sindaco Luca Menesini –. Esercitare la memoria è fondamentale per noi e per le generazioni future. Oggi lo abbiamo fatto con una installazione molto evocativa e toccante, l’apertura di una mostra e l’eccezionale testimonianza di Edi Bueno rifugiata a Capannori durante il periodo della persecuzione che ha raccontato la sua storia ai ragazzi delle scuole e che voglio ringraziare per il coraggio e la dignità con cui l’ha fatto. Nei prossimi giorni continueremo ad esercitare la memoria con tante altre iniziative in programma sul territorio”. La mostra che resterà aperta fino al 14 febbraio è frutto di ricerche tuttora in corso che integrano fonti documentarie d’archivio con fonti orali: testimonianze della persecuzione antiebraica messa in atto dal fascismo e dal nazismo con i riflettori accesi su un aspetto particolare: quello delle storie di vita dei bambini.
Le foto di Domenico Bertuccelli