“Miseria e nobilità” al teatro dei Rasscurati

4 marzo 2017 | 15:36
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“Miseria e nobilità” al teatro dei Rasscurati

Domani (5 marzo), alle 16,15, al Teatro dei Rassicurati di Montecarlo è in programma l’ottavo appuntamento della ventiquattresima edizione della rassegna teatrale Chi è di scena! Montecarlo 2017 organizzata dalla Fita di Lucca in collaborazione con il Comune di Montecarlo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. La compagnia I Commedianti metterà in scena Miseria e nobilità, commedia di Eduardo Scarpetta.

La vicenda racconta di due famiglie poverissime, avvilite dalla miseria e dalla povertà, costrette a dividere lo stesso sottoscala. La fortuna sembra bussare alla loro porta quando vengono ingaggiate dal ricco marchesino Eugenio per fingersi suoi parenti davanti alla famiglia della sua fidanzata, la ballerina Gemma, figlia di un ignorantissimo e arricchito cuoco.
Da qui, tra equivoci esilaranti e battute spassose, si dipanano le vicende di tutti i personaggi, ognuno con la propria storia in grado non solo di farci ridere ma anche e soprattutto di farci riflettere sulle umane debolezze.
Miseria e Nobiltà è un testo brillante e duro, sentimentale e crudele. Si avverte, fortissimo, il rapporto con la tradizione: la fame di Pulcinella e il drammone sentimentale, la famiglia e la condizione sociale, le maschere e i travestimenti, le beffe e gli apparenti lieti fine.
In questo caleidoscopico contenitore, dei temi si sono affermati maggiormente. La fame, con tutto il suo generale apparato di pasti immaginari o reali, elencazioni di cibi, ex cuochi, accordi per pranzi e cene da ripetersi per anni. Altro tema che affiora prepotentemente, quasi da sé, è la paternità. La storia ci ha raccontato di come due importanti famiglie teatrali si siano create e divise in relazione al non riconoscimento da parte di Eduardo Scarpetta dei suoi figli illegittimi. Paternità che si rincorrono fino alla fine, dove il litigio tra padre e figlio del primo atto trova una sua pacificazione e accettazione nel terzo. Una vecchia famiglia si ricrea, dopo che ci si è ritrovati sotto travestite spoglie e divise di servitù.
E poi c’è la vera miseria e la finta nobiltà, vera perché la fame non è effimera, non è eterea ma è concreta e materica. La nobiltà al contrario è apparenza, “albagia”, come un sogno.