Ex cantine Torretta, botta e risposta Giannoni-Rovai

10 marzo 2017 | 18:58
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Ex cantine Torretta, botta e risposta Giannoni-Rovai

Botta e risposta fra il candidato sindaco Riccardo Giannoni e l’ex primo cittadino Luigi Rovai a Porcari. Il rappresentante della Porcari che vogliamo, la lista di centrodestra per le prossime amministrative, contesta la vendita dell’ex cantina La Torretta accanto alle elementari: “È capitato – dice Giannoni – in questo periodo, di analizzare anche alcuni grossolani errori, come quello compiuto dall’amministrazione Rovai di vendere nel 2004 l’immobile ex-cantina La Torretta, ubicato a fianco delle scuole elementari, privando queste ultime di una naturale zona di ampliamento. Il tutto mentre il nostro paese viveva, tra l’altro, una fase di forte espansione edilizia che ha portato un aumento del 25 per cento della popolazione residente e inevitabilmente una maggiore domanda di servizi anche in ambito scolastico: cosa che oggi è sempre più evidente”. “Ne abbiamo parlato – prosege – non per polemizzare, ma perché ritengo sia fondamentale, nel costruire il futuro di una comunità, avere consapevolezza anche di questi aspetti, in modo da non ricommettere analoghi errori che possano poi compromettere o rendere difficoltose, come in questo caso, le future scelte da compiere per il bene della nostra comunità. L’amministrazione comunale anziché scusarsi con il paese (non sarebbe male che la politica avesse ogni tanto anche l’umiltà di farlo) scarica la responsabilità sull’opposizione di allora. Per fortuna i fatti sono come pietre, duri da digerire, ma rimangono lì a testimoniare la verità, a dirci e a confermarci come stanno realmente le cose. Bene. È stato deciso di vendere l’immobile in questione attraverso la delibera di consiglio comunale 15 del 24 febbraio 2000. 10 favorevoli (il gruppo di maggioranza) e 7 contrari (l’allora opposizione più due consiglieri eletti con la maggioranza). L’immobile del Cavanis era giusto acquistarlo (cosa tra l’altro avvenuta molti anni dopo) ma non era giusto vendere l’ex cantina La Torretta: lo contestò l’allora opposizione e lo abbiamo sempre coerentemente contestato in seguito”.

A stretto giro la replica di Rovai: “Appena eletto, nel novembre 1997 – ricorda – avevo presentato un programma che prevedeva l’acquisto della Ex cantina la Torretta in mano al curatore fallimentare e presentai un piano di recupero assieme al capannone retrostante di nostra proprietà (Ex Vini) con un progetto di riqualificazione complessivo. I primi giorni di Mmarzo, senza alcun preavviso i padri Cavanis mi comunicarono verbalmente la decisione della congregazione di lasciare Porcari e di alienare l’immobile. Questa decisione ci spiazzò totalmente perché, mi preoccupava soprattutto il fatto che il Cavanis è sede del polo scolastico superiore della Piana (geometri e ragioneria) ed è molto importante per il territorio. Ne parlai con i capigruppo consiliari e tutti, dico tutti, mi sollecitarono ad acquisire l’immobile e rinunciare all’acquisto della ex Cantina rinunciando al progetto principale con cui ero stato eletto. Anche la commissione finanze ritenne valida questa impostazione e con l’assessore Marisa Di Santoro decidemmo di accantonare il tutto e ripartire da capo”.
“Il consiglio comunale – prosegue Rovai – attraverso interrogazioni e mozioni presentate dall’opposizione mi invitò a proseguire questo percorso. Non dispongo degli atti ma se necessario posso produrli dato che in Comune non è in uso “bruciare gli atti ed i verbali” La lunga trattativa durò per tutto il 1999 condotta in trasparenza da una commissione esterna in cui è presente anche l’opposizione. Nel gennaio 2000 si conclude la trattativa per l’acquisto del Cavanis assieme alla Provincia di Lucca, rappresentata dagli assessori Aurelio Russo e Raffaella Mariani. L’incontro si sviluppò in un clima conflittuale, con il rappresentante dei Cavanis che avanzò una richiesta economica troppo alta rispetto alle aspettative e provocò l’irritazione di tutti noi. Dopo un duro scontro ed alcuni commenti su la nostra sensibilità politica “postcomunista”, si riuscì finalmente, grazie al paziente lavoro di Marisa Di Santoro e di Raffaella Mariani a gettare le basi di un preliminare che prevedeva un investimento da parte del comune di 1,5 milioni di euro ed il restante importo, pari a 2,5 milioni, a carico della Provincia. Con questa ripartizione al Comune di Porcari sarebbero andati gli spazi esterni con gli impianti sportivi, il piano terreno, alcuni spazi del primo piano ed il vecchio teatro del collegio, mentre i piani superiori dello stesso fabbricato sarebbero andati alla Orovincia per mantenervi la scuola superiore. Per scelta politica dell’amministrazione i vecchi fabbricati, con i locali annessi e la chiesa, sarebbero andati in forma gratuita, alla parrocchia. Riteniamo il risultato eccellente per la nostra comunità e siamo convinti di aver reso un buon servizio al paese. Verso metà mese abbiamo messo a punto (finalmente) la proposta di bilancio che prevedeva tagli alle spese correnti fatti in un clima difficile ed attraverso un confronto animato soprattutto con i funzionari. La proposta prevedeva anche le risorse necessarie all’acquisto del Cavanis ed un programma di investimenti in linea con i nostri obiettivi. Il piano finanziario venne predisposto senza prevedere alcun indebitamento da parte del Comune e questo tranquillizzò la struttura tecnica molto preoccupata per la stabilità dei conti. L’importo necessario per l’acquisto dell’immobile sarebbe stato reperito dalla vendita della Ex cantina la Torretta la cui perizia di stima era di circa 900 milioni di vecchie lire ed il cui progetto di ristrutturazione era stato accantonato e il restante importo sarebbe stato coperto per intero con l’avanzo di amministrazione stimato in circa 600-700 milioni di lire”.
“Non potevamo fare a meno – conclude Rovai – di vendere l’immobile perché dovevamo affrontare anche la spesa per ampliare il cimitero e tutti gli accantonamenti precedenti erano stati investiti nell’acquisto della collina destinata a parco. Il contratto con i Cavanis si è poi concluso molto tardi ma questo non ci ha impedito di prendere possesso dei locali immediatamente e destinarci quello che ora potete vedere. Prima di vendere il capannone Ex Vini abbiamo tolto da quella resede lo spazio che serviva alla scuola per l’accesso ai mezzi di soccorso e l’ampliamento poi realizzato ricavando ugualmente l’importo previsto (900 milioni) rimasto vincolato fino al suo utilizzo”.