Sottopassi a Capannori, nuova assemblea dei comitati

Riprende il dialogo tra amministrazione comunale di Capannori e il comitato per una viabilità sostenibile e la salvaguardia del territorio sul tema dei nuovi sottopassi. L’iter sbarcherà in consiglio comunale mercoledì prossimo (22 marzo) e oggi ci sarà un primo confronto fra il sindaco Luca Menesini e il comitato che prenderà parte alla seduta consiliare. Nel frattempo, il comitato chiama a raccolta le associazioni che si occupano di ambiente e viabilità per un incontro il prossimo 27 marzo, alle 21,15 alla chiesa di Tassignano.
“Nell’estate scorsa – si legge nella lettera – l’amministrazione di Capannori ha tenuto tre incontri con la popolazione per presentare l’ipotesi di progetto per la realizzazione di tre sottopassi a Pieve San Paolo, Santa Margherita e Tassignano, legati al raddoppio della linea ferroviaria Pistoia-Lucca e alla chiusura dei nove passaggi a livello presenti sul territorio comunale. Incrementare il trasporto su rotaia ed eliminare le attese dei veicoli ai passaggi a livello contribuirà a ridurre l’inquinamento atmosferico nella Piana, ma la scelta di non utilizzare le strade già esistenti e i corridoi infrastrutturali presenti nel regolamento urbanistico è preoccupante – spiega il comitato -: l’eventuale realizzazione di un sottopasso alla Chiesa di Tassignano e una strada di tipologia C1 larga 10,5 metri che unirebbe la via Romana a via Tazio Nuvolari (cosiddetta bretellina via Chelini-Pip) non si configura come un’infrastruttura al servizio del territorio e dei cittadini, ma come una nuova viabilità al servizio degli Assi Viari, che avrà effetti negativi sull’ambiente, sulla salute dei cittadini e sulla fragile situazione idrogeologica. Un Comune che ha a cuore la coesione sociale, la tutela del paesaggio agricolo, la cultura e le tradizioni del territorio, che promuove prodotti locali, mercati contadini e filiera corta, deve considerare che la realizzazione di questa nuova superstrada penalizzerà gravemente due attività locali quali il centro ippico Samarcanda di Tassignano, i cui terreni verrebbero tagliati in due da una strada asfaltata, e l’azienda agricola Lizzi di Santa Margherita la cui stalla verrebbe lambita da una delle nuove rotonde camionabili e che sarebbe obbligata ad attraversare la nuova superstrada larga 10 metri per poter condurre le pecore al pascolo”.
Ma poi c’è anche la questione della grande viabilità. “La concretizzazione degli assi viari – sostiene il comitato – impatterà enormemente sulla Piana di Lucca. Lo scheletro dell’asse Est-Ovest, che dalla rotonda di Antraccoli porta al casello autostradale di Capannori, è già stato realizzato con infrastrutture quali la rotonda tra la via Romana e via del Frizzone, lo scalo merci ferroviario e il cavalcavia autostradale del Frizzone. Ciò nonostante l’amministrazione comunale propone di tracciare un nuovo asse viario, che si incunea tra le abitazioni (o le demolisce), asfalta 3 chilometri di terreni agricoli, genera due nuove rotonde dove ora ci sono campi coltivati e addirittura costruisce un nuovo cavalca-autostrada a soli 300 metri da quelli già esistenti. I fondi per realizzare queste mastodontiche infrastrutture non indispensabili dovrebbero essere utilizzati per realizzare un numero maggiore di sottopassi per ricongiungere nord e sud della ferrovia. Il nobile intento di sgravare alcune arterie dal traffico veicolare non deve essere raggiunto sacrificando l’area verde che separa la zona industriale dai paesi di Tassignano e Santa Margherita (già sfregiata da un tronchetto ferroviario inutilizzato da anni e al quale se ne affiancherà a breve un secondo), ma da scelte di mobilità sostenibile come un accordo con il concessionario autostradale per utilizzare l’A11 come tangenziale tra Lucca Est e Capannori, l’utilizzo a pieno regime dello scalo merci ferroviario del Frizzone, la realizzazione di una rete di piste ciclabili e marciapiedi per favorire spostamenti sicuri a piedi e in bicicletta e il potenziamento del trasporto pubblico. 2277 persone che hanno firmato la nostra petizione ritengono sia indispensabile trovare un’alternativa ambientalmente e socialmente sostenibile che tenga in debita considerazione il concetto di consumo zero del suolo e la necessità di riammodernare le infrastrutture esistenti ove possibile”.